“All’altezza della sfida!” denuncia le condizioni di lavoro degli operatori sanitari in Basilicata, “eroi” durante la prima ondata, abbandonati “e massacrati con doppi e tripli turni nella situazione attuale. La Regione deve intervenire”. Di seguito la nota integralae
“All’altezza della sfida!”: “Abbiamo dimenticato il personale sanitario”.
Negli ultimi mesi la Regione Basilicata ha dato una pessima dimostrazione di malgoverno nella gestione della pandemia. La nostra terra è passata dall’essere un’oasi a contagi zero, a uno degli Rt più alti d’Italia. Il quadro peggiora di giorno in giorno e a pagarne il prezzo sono tutti gli operatori sanitari.
Medici, infermieri, altri addetti del settore: gli angeli e gli eroi della prima ondata sembrano non aver alcun diritto nella nostra Basilicata. Il COVID-19 ha travolto un sistema sanitario abbandonato a sé stesso e ha costretto tutti gli operatori a doppi e tripli turni massacranti. Non sembra che qualcuno, in Regione, si ponga il problema della dignità dei lavoratori sanitari che stanno salvando l’intera comunità lucana dal nuovo coronavirus.
Non ci sorprende: dopotutto questa è la stessa amministrazione che per bocca del suo assessore alla Sanità ha accusato i medici di famiglia d’aver ceduto le armi e poi ha candidamente ammesso che la prima ondata ci ha risparmiato solamente per grazia della Dea Bendata.
Ci pare doveroso informare il Presidente Bardi che le condizioni di lavoro degli operatori sanitari non li decide la Fortuna a suo insindacabile giudizio, ma dipendono dalle decisioni politiche dell’autorità regionale. Decisioni che non si è risparmiato di prendere, per esempio, quando si è trattato di esentare dalla chiusura gli esercizi commerciali negli aeroporti – della cui esistenza in Basilicata ci permettiamo di dubitare – oppure di chiudere tutte le scuole dall’oggi al domani, senza offrire neanche uno straccio di sussidio alle famiglie lavoratrici per pagare servizi di babysitteraggio per i bimbi più piccoli.
Sarebbe il caso che il Presidente Bardi e tutta la sua Giunta facessero un esame di coscienza e rispondessero a due semplici domande. Come mai si è arrivati a una tale pressione sui medici, sugli infermieri e su tutti gli addetti del settore sanitario lucano? Cosa s’intende fare per garantire migliori condizioni di lavoro, non più oltraggiose verso una categoria così importante?
La salute dei lucani dipende dalla dignità del lavoro sanitario. Non può reggere un sistema che si basa sul gioco al massacro. La Regione abbia la bontà di intervenire, con cognizione di causa, per lenire i sacrifici di chi sta salvando centinaia di vite ai cittadini della Basilicata.