Il Centro CRLab di Potenza, da sempre attento e sensibile al tema dell’Alopecia indotta da Chemioterapia, diffonde i dati dello studio di ricerca triennale condotto da Fondazione IRCCS Istituto dei Tumori di Milano.
L’ alopecia da chemioterapia (AIC) colpisce oltre il 65% delle pazienti oncologiche in trattamento
chemioterapico. Salute Donna Onlus e l’Istituto Nazionale Tumori di Milano presentano il primo studio pilota
realizzato per valutare l’impatto estetico e psicologico del nuovo sistema protesico CNC, sperimentato dalle
pazienti con recidiva di carcinoma mammario e alopecia recidivante, che lo preferiscono alla parrucca con un
distacco di 10 punti.
Un dispositivo medico innovativo tutto italiano, sviluppato da CRLab, fatto a mano attraverso un processo di
39 fasi, che può migliorare la quotidianità e la vita sociale delle persone con alopecia da chemioterapia.
Potenza, 10 luglio 2020 – Non vedersi malata e sentirsi “come prima”, con un miglioramento complessivo del
benessere e dell’immagine corporea percepita nel tempo, grazie all’impiego di un innovativo sistema
protesico invece della tradizionale parrucca: una svolta importante per le donne colpite da alopecia da
chemioterapia, che si trovano a dover fare i conti non solo con la loro patologia tumorale ma anche con il
pesante impatto psicologico e sociale della perdita dei capelli.
Sono positive le evidenze emerse dallo studio promosso da Salute Donna Onlus che in collaborazione con
l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano ha realizzato uno studio pilota condotto per valutare l’impatto
psicologico del sistema protesico CNC, 100% italiano, sviluppato da CRLab – Cesare Ragazzi Laboratories,
in pazienti con recidiva di carcinoma della mammella e alopecia recidivante indotta da chemioterapia.
“Salute Donna è da sempre impegnata ad affiancare le donne con tumore e a cercare le migliori soluzioni
possibili per migliorare la loro qualità di vita. Avevamo sentito parlare da diverse pazienti di un nuovo tipo di
ausilio per la perdita dei capelli ma CRLab ci ha battuti sul tempo e ci ha contattati. Siamo stati invitati
direttamente nei laboratori di Bologna dove abbiamo potuto seguire il complicato processo manifatturiero che
porta alla produzione del sistema protesico CNC – dichiara Annamaria Mancuso, Presidente di Salute Donna
Onlus – e abbiamo subito capito che si trattava di una vera innovazione: abbiamo parlato con l’Istituto
Nazionale Tumori perché ci è sembrato importante fare uno studio strutturato su donne con tumore della
mammella recidivante e con una seconda alopecia da chemioterapia, quindi donne che avevano già provato
la parrucca. I risultati sono davvero molto buoni. Questo sistema potrebbe aiutare le donne ma anche gli
uomini e i più giovani affetti da tumore. Il passo successivo sarà quello di parlare con i decisori regionali per
consentire un accesso equo a questo sistema”.
L’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano è da sempre impegnato nella ricerca scientifica non solo per offrire ai
pazienti oncologici le migliori strutture, tecnologie d’avanguardia e terapie innovative ma per garantire una
presa in carico globale tesa al miglioramento del benessere e della loro qualità di vita.
«All’Istituto Nazionale dei Tumori l’attenzione alla persona non è mai mancata, da noi “paziente al centro” non
è un modo di dire, ma una realtà da sempre – commenta Marco Votta, Presidente Fondazione IRCCS Istituto
Nazionale dei Tumori di Milano – la nostra è una storia di successi in un mix equilibrato di scienza e di tecnica,
ma anche di umanizzazione delle cure, come hanno insegnato i giganti dell’oncologia che hanno esercitato in
Istituto la loro attività, come Gianni Buonadonna e Umberto Veronesi, i primi a sostenere l’importanza di
curare la persona ancora prima della malattia.
La scelta di partecipare a questo studio dunque va interpretata in questa ottica: il cancro impone grandi
cambiamenti nella propria vita, scelte, fatiche, un continuo faccia a faccia con la malattia. In tutto ciò, è
inevitabile perdere di vista se stessi, il proprio aspetto, a discapito dell’autostima, degli equilibri psicologici.
Per questo, in Istituto da anni organizziamo sedute di trucco, lo scorso anno c’è stata anche una sfilata di
moda coi turbanti, e oggi aderiamo a uno studio pilota che riguarda dispositivi protesici in caso di alopecia.
L’obiettivo è di aiutare le nostre pazienti a ritrovare la voglia di essere donne, acquisire sicurezza e
determinazione nella vita quotidiana e sul lavoro».
Il sistema protesico CNC è un dispositivo medico, una protesi del capillizio altamente personalizzata
realizzata in Italia che utilizza capelli umani, vergini, non trattati, inseriti uno alla volta in una sottile membrana
polimerica biocompatibile coperta da brevetto. Il processo produttivo, interamente realizzato a mano,
comprende 39 fasi e l’intero processo è certificato secondo lo standard ISO 9001:2008.
«Sono state proprio alcune pazienti dopo aver utilizzato il nostro sistema protesico a chiederci di fare di più
per le altre donne che affrontano un percorso oncologico – spiega Stefano Ospitali, Amministratore Delegato
CRLab – Da qui è nata l’idea di fare una ricerca strutturata anche perché abbiamo capito che potremmo
essere d’aiuto a delle persone che stanno soffrendo e alleviare, seppure solo in parte, questa sofferenza è
qualcosa di bello e importante, anche in un’ottica di responsabilità sociale dell’azienda. Adesso il lavoro che ci
attende è quello di rendere questo dispositivo disponibile a un numero sempre maggiore di persone. Lo studio
ha dato risultati molto incoraggianti, vale la pena rendere fruibile e più equa possibile questa soluzione».
Il sistema protesico CNC è unico per le sue caratteristiche: resistente, performante e dotato di proprietà
antibatteriche, antimicotiche e ipoallergeniche.
Elevato il grado di soddisfazione emerso dallo studio sia per le peculiarità del dispositivo, che guadagna 10
punti rispetto alla parrucca tradizionale (non si muove, diventa parte di sé, ti fa sentire “come prima”, non si
vede e non ti fa sentire malata, buona qualità dei capelli, possibilità di recarsi dal parrucchiere e gestione non
eccessiva) sia per l’assistenza (pazienza, dedizione e competenza dei professionisti di CRLab).
«La perdita dei capelli è il problema più importante dal punto di vista psicologico, abbiamo voluto capire come
aiutare le donne a fronteggiare questa criticità – dichiara Claudia Borreani, Responsabile Struttura di
Psicologia Clinica, Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano – La scelta di fare uno studio e
di coinvolgere le pazienti che già avevano sperimentato una chemioterapia in passato, quindi che avevano
utilizzato una parrucca, ci dava modo di poter confrontare le due esperienze: parrucca tradizionale versus
sistema protesico. L’obiettivo è stato quello di valutare i due sistemi e naturalmente ci siamo focalizzati
sull’impatto nell’aspetto estetico e nella quotidianità. La chemioterapia e i suoi effetti collaterali sono
un’esperienza complessa, però abbiamo voluto provare questo nuovo sistema protesico offerto
gratuitamente e i risultati sono stati molto buoni».
Il 47% delle donne con cancro considera la perdita dei capelli come l’aspetto più traumatico della
chemioterapia. Oltre il 65% delle pazienti trattate con farmaci chemioterapici subisce l’alopecia da
chemioterapia, che consiste in un insulto tossico al follicolo del capello e di conseguenza modifica l’aspetto
con ricadute psicologiche rilevanti.
«Il dispositivo protesico prodotto da CRLab permette di mantenere un senso di continuità con la propria
immagine corporea e nonostante l’alopecia indotta da chemioterapia le pazienti non sono costrette a
confrontarsi ogni giorno con la malattia – sottolinea Alessandra Petruzzi, Psicologa e Psicoterapeuta di
Salute Donna Onlus – Preservare la propria integrità fisica con l’ausilio di un dispositivo così all’avanguardia
dà modo alle pazienti di non provare imbarazzo in diverse occasioni e di non limitare o evitare le occasioni di
vita sociale. La perdita dei capelli rappresenta forse lo stigma sociale più riconoscibile del tumore e il sistema
protesico permette alle donne di mascherare la condizione che sperimentano e che è già causa di tanto
disagio e sofferenza. Questo è un aiuto concreto che allevia il carico indotto dalla malattia oncologica»
Lug 21