Il segretario regionale ANED Donato Andrisani su ospedale di Tinchi: “Fermate la gara per la costruzione di un nuovo centro dialisi. E’ una scelta priva di senso. Occorre garantire la sicurezza e la tutela della vita e della salute dei dializzati”.
L’esigenza primaria di una persona, quando si ammala, è di essere curata, di avere a disposizione strutture, operatori, mezzi diagnostici e terapeutici.
Quando la malattia è cronica e impone, come per i dializzati, un totale condizionamento della vita propria e della famiglia, emerge il bisogno di un’assistenza socio sanitaria complessiva alla persona, che permetta l’accesso alle strutture sanitarie, che eviti l’insorgenza delle complicanze e di nuove patologie, che favorisca la possibilità di coniugare terapia e lavoro, che impedisca l’emarginazione, che sostenga paziente e familiari nel percorso di adattamento alla nuova realtà di vita.
E’ da questa premessa che occorre ripartire per un nuovo approccio culturale, una riflessione profonda, attenta e umile, libera da ideologie e campanilismi, per meglio comprendere la complessità, i rischi, l’impatto sociale ed economico della malattia renale, le problematiche, le limitazioni, le angosce e le paure, il vissuto quotidiano di chi, avendo perduto una funzione vitale, deve attaccarsi ad una macchina un giorno si, un giorno no, per tutta la vita, semplicemente per sopravvivere.
Prima di fare delle scelte, che nel bene e nel male ricadono sulla vita e la salute dei pazienti.
Il centro dialisi esistente presso l’ospedale di Tinchi presenta da lungo tempo situazioni di forte criticità, per cui è assolutamente indispensabile costruire una nuova struttura con tutti i requisiti tecnici, organizzativi e ambientali, con locali e spazi adeguati e confortevoli alla tipologia dell’attività e nel rispetto delle vigenti norme in materia di sicurezza.
Ma la soluzione più logica e razionale, a nostro avviso, sarebbe quella di allocare un centro dialisi pubblico PUBBLICO presso l’ospedale di Policoro.
Policoro ha una importanza strategica sul territorio: è collegata ad una importante rete stradale, è una città a vocazione turistica.
La realizzazione di un centro dialisi costituirebbe un investimento di grande rilievo per il futuro: vi dializzerebbero almeno la metà dei pazienti attualmente in trattamento a Tinchi, diventerebbe punto di accoglienza per molti pazienti provenienti da altre Regioni, soprattutto nel periodo estivo, determinerebbe una riduzione dei rimborsi delle spese di trasporto.
Non va dimenticato che l’insufficienza renale, anche iniziale, è stata recentemente riconosciuta dalle Società Scientifiche internazionali come un nuovo importante fattore di rischio cardiovascolare.
I pazienti in uno stadio di insufficienza renale tra 4 e 5 presentano un rischio di mortalità per patologie cardiovascolari di 2-4 volte superiore a quello della popolazione generale, mentre i pazienti con malattia renale all’ultimo stadio hanno un rischio fino a 20 volte superiore.
Una parte dei malati di rene va incontro molto prima ad eventi fatali per complicanze legate all’età, per le comorbidità e non raggiunge lo stadio finale della malattia renale laddove la dialisi e il trapianto rappresentano i trattamenti di prima scelta.
Le particolari condizioni cliniche dei pazienti in terapia conservativa e, ancor più, in terapia sostitutiva, richiedono l’integrazione tra le attività di degenza, ambulatoriali, dialisi e trapianto al fine di garantire la continuità del trattamento e delle cure.
L’Insufficienza Renale Cronica non rappresenta solo una questione clinica e sociale ma anche un problema crescente dal punto vista economico ed organizzativo, poiché il trattamento renale sostitutivo consuma una proporzione considerevole delle risorse del sistema sanitario.
Questa sindrome complessa coinvolge diversi organi ed il suo trattamento richiede l’intervento di diverse collaborazioni specialistiche mediche e chirurgiche, e la presenza di strutture complesse, quali la rianimazione, l’Utic e di altre, che solo l’ospedale di Policoro, sede di Pronto Soccorso Attivo, può assicurare.
Solo l’ospedale di Policoro può assicurare la sicurezza e la tutela della vita e della salute dei dializzati.
La popolazione dialitica è sempre più anziana, molti pazienti hanno bisogno di un’assistenza specialistica più dedicata e qualificata, quindi più visite, esami, controlli, indagini strumentali che, in larga parte, non è possibile effettuare presso l’ospedale di Tinchi.
Un ulteriore aspetto che non viene adeguatamente considerato è il ricorso alla finanza di progetto per la realizzazione del centro dialisi a Tinchi. Ovvero un’azienda privata dovrebbe finanziare, costruire, sottoporre a manutenzione e gestire opere strutturali ed impianti, mentre al personale della struttura pubblica toccherebbe la gestione clinica dei pazienti.
Una pratica verso la quale, non solo l’Aned, ma anche alcuni eminenti nefrologi italiani, hanno espresso forti dubbi e perplessità, auspicando, al contrario, che la nefrologia e la dialisi, come tutti i servizi di diagnosi e cura, resti una competenza strategica delle aziende sanitarie pubbliche.
La missione del Servizio Sanitario Nazionale è la cura e la tutela della salute e della vita nell’esclusivo interesse dell’ammalato. Esso rappresenta una conquista sociale e di universalità a difesa della dignità di tutti.
Di tutta la filiera nefrologica, che comprende la prevenzione e diagnosi precoce delle malattie renali, il rilevamento epidemiologico, il coordinamento di tutti i Centri Dialisi periferici, l’attività domiciliare, il ricovero e l’attività di trapianto, l’azienda privata si occupa della sola terapia dialitica, guarda caso la più redditizia, scaricando la cura delle complicanze sulla sanità pubblica, con costi assai maggiori.
E allora: “Fermate le procedure di gara per la costruzione di un centro dialisi a tinchi avviate dalla asm e autorizzate dalla regione basilicata. è interesse generale della collettivita’ non solo dei dializzati assicurare la sicurezza delle prestazioni sanitarie erogate e in particolare delle terapia salvavita”.
E’ interesse comune definire la programmazione, organizzare la rete nefrologica e garantire il miglior utilizzo delle capacità professionali, delle risorse tecnologiche ed economiche.