Pasquale Andrisani, presidente Tribunale per i diritti del malato, in una denuncia l’assenza di una rete oncologica in Basilicata e commenta i dati dell’ultimo rapporto Agenas sullo stato di attuazione delle reti oncologiche regionali (ROR) e sui processi di governance delle stesse. Di seguito la nota integrale.
L’ultimo rapporto Agenas sullo stato di attuazione delle reti oncologiche regionali (ROR) e sui processi di governance delle stesse, ci consegna un quadro della realtà, senza mezzi termini, vergognoso! Il report ci dice che la Regione Basilicata con deliberazione N° 202100144 del 03/03/2021 ha istituito la Rete Oncologica di Basilicata (ROB) con l’adozione del modello Comprehensive Cancer Care Network ( C.C.C.N.); tuttavia non sono presenti atti di azione relativi alla governance della Rete, sostenuti da finanziamenti dedicati, alle strutture e al personale necessario al funzionamento della Rete, che assicurino la sostenibilità delle strategie di comunità operative.
La Regione Basilicata non ha integrato quindi i suoi servizi con l’attività territoriale come da DM 77/2022. Questa avvilente e impietosa analisi, svilisce e smonta la celebrazione della Regione e del Dipartimento Salute, della giornata mondiale della lotta al cancro. La Basilicata non è in grado di prendere in carico e in cura un paziente con diagnosi tumorale sospetta o certa e di seguirlo per tutto il percorso di cure diagnostico, strumentale e terapeutico. La rete oncologica oltre ai benefici dei pazienti soprattutto in termini di tempi ridotti di interventi e cure, permettono alle regioni di usare al meglio le proprie risorse permettendo efficienza e risparmio.
A questa indagine poi, aggiungiamo l’ultimo rapporto GIMBE sulla mobilità sanitaria interregionale che vede la Regione Basilicata avere un saldo negativo pari a circa 83 mln di euro.
Come possiamo capire bene, al netto di qualche caso di eccellenza in termini di competenze e soft skills, in Basilicata non è più garantita la salute. Questi dati insieme a quelli sull’esigibilità dei LEA, confermano un gap enorme tra il Nord e il Sud con la Basilicata ultima in Italia per servizi, prestazioni e abbattimento delle liste di attesa. Un divario inevitabilmente destinato ad aumentare se verranno concesse maggiori autonomie alle più ricche regioni settentrionali senza le giuste perequazioni. Già la mobilità sanitaria interregionale come abbiamo visto spacca in due l’Italia e che risulta ai limiti del grottesco la posizione del Presidente della Regione. Una posizione autolesionistica che dimostra come gli accordi di coalizione partitica prevalgano sugli interessi e la salute dei cittadini.
Caro Presidente Bardi, la salute di un cittadino, come precettato e garantito dalla nostra Costituzione, viene prima di qualsiasi bonus, seppure utile, ma non indispensabile per la qualità e il benessere della vita di una persona. La salute, la buona salute viene prima di tutto, finanche prima della sua ipotetica ricandidatura. La salute è un bene da difendere e un diritto da promuovere.