Riportiamo di seguito una nota dell’ANED (Associazione Nazionale Emodializzati Dialisi e Trapianto Onlus) in cui si illustran le motivazioni che spingon ol’associazione a difendere il Servizio Sanitario Nazionale contro la privatizzazione della salute.
Perché il Servizio Sanitario Pubblico rappresenta il modo migliore per garantire buone cure a tutti, su tutto il territorio nazionale.
L’obiettivo deve essere quello di garantire maggiore uguaglianza e pari opportunità a tutti i cittadini. Per questo riteniamo che dove esistono buone esperienze sanitarie pubbliche, come a Policoro, occorre sostenerle ed allargarle. L’idea di una dialisi pubblica ha avuto successo semplicemente per questo motivo.
Nessun pregiudizio contro l’intervento del privato, soprattutto no profit, in generale, ma l’Aned rimane convinta che nelle strutture pubbliche tutti i servizi di diagnosi e cura, e quindi anche la dialisi, non possano essere oggetto di acquisizione dall’esterno o trasferimento verso l’esterno.
Questa posizione condivisa e radicata nell’Associazione, ritiene che l’assistenza diretta costituisca la missione della struttura pubblica (core competency) e che per questo non possa essere devoluta al privato, quantunque in partnership.
Spesso viene da domandarsi se un’azienda che gestisce un centro dialisi privato conserva integralmente un interesse a ridurre le prestazioni dialitiche, ad adottare interventi meno remunerativi, a sviluppare adeguatamente la prevenzione. Per questo si ribadisce che prevenzione e diagnosi precoce delle malattie renali, accanto al rilevamento epidemiologico nonché il monitoraggio e coordinamento di tutti i centri dialisi periferici e l’attività domiciliare, debbano essere ancorati strettamente ad una gestione e governance pubblica.
Stessa sorte ANED ritiene che debba essere riservata alla formazione e all’aggiornamento del personale, il ricovero e la riabilitazione del paziente nefropatico,la ricerca e la terapia del dolore.
Tutto questo ANED lo pensa e lo pratica in sintonia con la migliore cultura scientifica del nostro Paese e facendo riferimento alle buone pratiche al servizio dei malati.
Il maldestro tentativo del Sindaco di Policoro di dividere il fronte riunitosi intorno alla petizione lanciata da ANED non può occultare la realtà. Qualunque cittadino di buon senso non comprende perché debbano nascere due centri dialisi privati ad una distanza di 20 km, mentre è possibile investire per avere un centro dialisi pubblico, collegato con le altre specialità e riunificando la malattia renale in un unico punto di gestione e monitoraggio.
Fa sorridere veder il Sindaco che rappresenta la collettività, il pubblico per antonomasia, impegnato in una apologia del privato. La storiella che al malato non interessa se è curato in una struttura pubblica o privata, purché sia ben curato è vecchia e suona male. Noi difendiamo i servizi pubblici per tutti i cittadini. Il privato in non pochi casi ha dimostrato di essere più interessato agli affari che alla salute. Per non parlare dei tanti episodi di corruzione e di mala sanità a Sud come al Nord.
Bisognerebbe poi spiegare come mai il privato profit è interessato solo alle discipline remunerative – la dialisi è un affare – mentre si tiene ben lontano dalle emergenze, dalla prevenzione, si tratta di attività ad alta intensità di cura ma poco remunerative.
Noi non demordiamo! Il Sindaco ha voluto incontrare un gruppo di malati e non convoca i promotori della petizione. Come mai? Restiamo sempre disponibili al confronto, spieghi anche a noi la “bontà” di quando sta avvenendo, i vantaggi di questa ennesima privatizzazione della salute. Se il Sindaco dovesse concederci l’opportunità di illustrarle, conquisteremo anche il suo consenso. L’ANED si pone come interlocutrice seria delle Istituzioni.