“Malattia renale cronica: un’epidemia in continua crescita e un serio problema di salute pubblica”. Di seguito la nota inviata dall’Aned Matera.
In occasione della Giornata Mondiale del Rene, nella mattinata di giovedì 10 marzo 2016, dalle ore 9 alle ore 13 ci sarà l’allestimento di un punto informativo nell’atrio dell’Ospedale “Madonna delle Grazie” di Matera per celebrare la undicesima edizione della Giornata Mondiale del Rene.
Il personale medico ed infermieristico dell’Unità Operativa di Nefrologia e Dialisi e del Centro Regionale Trapianti, diretto dal dott. Giovanni Santarsia, resterà a disposizione del pubblico per domande o brevi colloqui e sarà possibile sottoporsi ad uno screening comprendente la misurazione della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca ed uno stick delle urine, mentre i soci ANED – Associazione Nazionale Emodializzati – Dialisi e Trapianto – Onlus distribuiranno depliant e altro materiale informativo per spiegare che i reni sono organi importanti e bisogna imparare a conoscerli e prendersene cura per evitare gravi conseguenze.
L’accesso avverrà liberamente e la consulenza sarà gratuita.
La malattia renale cronica (MRC) è definita come “una condizione di alterata funzione renale che persiste per più di 3 mesi” ed è classificata in cinque stadi di crescente gravità che iniziano con il danno renale (stadio 1) e si concludono con l’inizio della terapia sostitutiva dialitica o con il trapianto di rene (stadio 5). La malattia renale cronica negli ultimi anni ha visto una crescita esponenziale a livello mondiale. Riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come un problema di salute pubblica globale, si prevede che aumenterà del 17% nei prossimi dieci anni.
La sua diffusione è diventata allarmante anche in Italia, dove si attesta al primo posto tra le malattie croniche per rilevanza epidemiologica, gravità e invalidità, peso assistenziale ed economico.
Tra queste, l’insufficienza renale è anche tra le prime cause di morte: rispetto al 1990, oggi è più che raddoppiato il numero di coloro che si ammalano e muoiono. Sono infatti numerose le complicanze di una patologia che solo in Italia coinvolge il 7,5% degli uomini, il 6,5% delle donne per un totale di circa 4/5 milioni di persone.
Nei bambini lo studio ItalKid ha riportato un’incidenza di 12.1 casi per anno per milione di abitanti nella popolazione tra gli 8,8 e 13,9 anni ed una prevalenza di 74.7 per milione nella popolazione con quel range di età.
Auspicando generazioni future più sane, per la Giornata Mondiale del Rene 2016, è stato scelto il tema “Malattia renale nell’infanzia: agire precocemente per prevenirla”, per sensibilizzare sul rischio di malattia renale in età precoce. In questo scenario, in cui la patologia minaccia anche i bambini, la prevenzione riveste un ruolo davvero fondamentale per ridurre in modo significativo la compresenza di altre patologie e la mortalità dovuta a malattie cardiovascolari e renali croniche. E i risparmi per il nostro Servizio Sanitario sarebbero enormi.
L’insufficienza renale cronica è una malattia silenziosa perché spesso non presenta alcun sintomo, colpisce persone di qualsiasi età e razza e può influenzare significativamente la qualità della vita.
È infatti cruciale che si focalizzi l’attenzione sull’importanza di una diagnosi precoce e di un sano stile di vita nei bambini, a partire dalla nascita. Perché è bene essere consapevoli che le malattie renali possono essere trattate anche nei pazienti più piccoli. Anzi, il tema scelto per la Giornata Mondiale invita proprio a riflettere sul fatto che gran parte delle malattie renali degli adulti ha le sue radici nell’infanzia.
Tra i suggerimenti e i consigli sull’importanza di un corretto stile di vita nella prevenzione della patologia, la Giornata Mondiale quest’anno lancia l’invito ad una regolare attività fisica, perché mantenersi in forma riduce l’ipertensione e l’obesità, due delle principali cause di malattia renale.
Non bisogna sottovalutare il ruolo dell’acqua, considerata l’importanza della sua presenza nel nostro organismo dove costituisce l’elemento principale ( 60% del peso corporeo), per il corretto funzionamento dei reni.
Nell’agosto 2014 è stato approvato dalla conferenza Stato-Regioni un documento di indirizzo per la malattia renale cronica dal gruppo di lavoro costituito presso il Ministero della Salute, di cui fa parte anche l’ANED.
È uno strumento di lavoro utile per tutte le Regioni italiane: ha diversi obiettivi tra cui quello di istituire un registro nazionale delle malattie renali croniche partendo dallo stadio di compromissione moderata della funzionalità renale, la collaborazione con i medici di famiglia per la presa in carico precoce del paziente nefropatico, l’adozione di stili di vita corretti e tanto altro ancora.
A breve il Ministero della Salute renderà pubblico il Piano Nazionale della Cronicità (PNC) che, una volta condiviso con le Regioni definirà, tra le altre, la riorganizzazione di tutte le attività di alcune specifiche malattie croniche: al primo posto le malattie renali croniche e l’insufficienza renale. Si tratta di una vera e propria emergenza.
Per far fronte ai tanti bisogni che devono ricevere una risposta, è fondamentale costituire in tutte le Regioni una rete nefrologica per la malattia renale cronica.
L’obiettivo della rete è di integrare un sistema che, secondo il recentissimo censimento, conta nell’ultimo anno due milioni di pazienti in ambulatorio, circa 25.000 trapiantati e 50.000 pazienti in dialisi, 75.500 ricoveri con 2.600 nefrologi di cui 2.000 circa a tempo indeterminato, oltre naturalmente all’impiego del personale sanitario impegnato nella dialisi, degenza e trattamenti ambulatoriali.
Prevenzione, diagnosi precoce e ricerca, individuazione dei soggetti a rischio, allontanamento nel tempo dell’insorgenza della malattia, domiciliarizzazione del paziente, promozione di un piano di trattamento specifico ed individualizzato dei pazienti da inserire in specifici Percorsi Diagnostico-Terapeutico-Assistenziali ( PDTA), aumento del numero di trapianti, devono essere i principi fondamentali sui quali impostare la programmazione sanitaria nazionale e regionale.
In particolare, il trapianto da donatore vivente si è dimostrato, in assoluto, una terapia efficace nella insufficienza renale cronica in fase terminale, sia che si valutino i risultati in termini di sopravvivenza nel breve e lungo periodo dei pazienti e del rene trapiantato, sia che si valutino in termini di morbilità o di qualità della vita.
In Basilicata i dializzati sono circa 460, in trattamento presso 11 Centri dialisi di cui uno privato, oltre 200 i trapiantati, i nuovi ingressi sono in linea con la media nazionale, mentre centinaia sono le persone affette da malattie renali; presso l’ospedale di Matera sono in trattamento dialitico un centinaio di pazienti.