Riceviamo e pubblichiamo una nota diffusa dall’Aned “Associazione Nazionale Emodializzati – Dialisi e Trapianto – Onlus”, relativa ai costi di realizzazione di un centro dialisi pubblico nell’ospedale di Lamezia Terme.
“Quanto costa costruire un Centro Dialisi pubblico? A Lamezia Terme cinquecentomila euri.”
La mattina di venerdì 24 giugno scorso si è svolta l’inaugurazione del nuovo centro dialisi del Presidio Ospedaliero Giovanni Paolo II di Lamezia Terme.
Alla cerimonia d’inaugurazione erano presenti le autorità istituzionali comunali, provinciali e regionali ed è stato invitato anche il Presidente Nazionale dell’ANED che, durante la conferenza stampa, ha affrontato l’aspetto del diritto alle cure del paziente nefropatico.
In serata sono giunti i segretari regionali ANED della Basilicata, della Calabria e della Puglia.
La struttura totalmente pubblica, realizzata all’interno dell’ospedale, nuova e funzionale sotto l’aspetto logistico e nella distribuzione degli spazi, è dotata di 19 posti dialisi e di impianti e strumenti tecnologici di ultima generazione: defibrillatore, apparecchio per emogasanalisi, due holter pressori, ecografo, impedenziometro, tutti i letti bilancia, impianto di trattamento dell’acqua, fornitura in modalità service di apparecchiature di dialisi e quant’altro.
Le sale di dialisi, inoltre, sono state abbellite dalle opere donate da alcuni artisti locali.
L’attività dialitica inizierà il prossimo 4 luglio e potrà garantire la dialisi a circa 80 pazienti, assicurando terapie pre e post trapianto, dialisi peritoneale, dialisi lenta, trattamenti specifici per gli acuti, plasmaferesi, prelievi ematochimici interni.
Il costo totale dell’opera si aggira intorno ad un valore pari a cinquecentomila euri, fondi derivanti da tagli agli sprechi e da una nuova riorganizzazione e riqualificazione dell’offerta pubblica.
Questi sono i percorsi virtuosi della sanità pubblica che ci piace sottolineare, le buone pratiche che condividiamo e che consentono di realizzare centri di alta specializzazione attraverso investimenti mirati e impegni di spesa finanziaria contenuti.
La Regione Calabria, nonostante sia sottoposta al piano di rientro per la spesa sanitaria, rappresenta l’esempio più significativo di come in sanità, certo non bisogna sprecare, ma si possono spendere bene e meglio le poche risorse pubbliche disponibili e di come il ricorso al privato sia limitato alla semplice fornitura e posa in opera dei materiali.
Partendo da visioni e prospettive totalmente differenti, la ASL di Catanzaro e la ASL di Matera hanno adottato scelte diverse riguardo al settore specialistico della nefrologia e dialisi.
La ASL di Catanzaro realizza un unico centro dialisi pubblico, all’interno dell’ospedale di Lamezia Terme, con 19 posti dialisi, 80 pazienti in trattamento e una spesa di cinquecentomila euri.
Viceversa la ASL di Matera, con l’avallo della Regione Basilicata, per curare una cinquantina di dializzati, autorizza l’apertura di due centri dialisi privati all’esterno degli ospedali, situati nel raggio di 20 km., uno a Tinchi con la forma della finanza di progetto per un valore di circa € 7,5 milioni, l’altro a Policoro.
Mentre la nostra richiesta di far nascere nell’ospedale di Policoro un centro dialisi pubblico, in grado di soddisfare tutte le esigenze dei cittadini malati di rene, è osteggiata dalle stesse Istituzioni.
Quando ho spiegato ad alcuni presenti la vicenda paradossale che si sta consumando in Basilicata, un sorriso di incredulità si è dipinto sui loro volti.
Qual è il senso di una scelta così assurda?
Giu 30