“L’iniziativa nazionale per la modifica del Nomenclatore Tariffario dell’assistenza specialistica ambulatoriale e protesica assunta unitariamente dalle maggiori associazioni di categoria, tra le quali FederAnisap, rafforza la battaglia che Anisap Basilicata ha avviato da tempo nei confronti della Regione Basilicata mettendo in guardia dal rischio, che si fa ogni giorno che passa sempre più concreto, di essere costretti a chiudere i laboratori di analisi e i centri di diagnostica, a licenziare il personale e ad interrompere servizi e prestazioni ancora più necessari ai cittadini in questa fase di recrudescenza della diffusione del Covid”. Ad affermarlo, in una dichiarazione congiunta, sono il presidente di Anisap Basilicata Roberto Cicchetti e il vice presidente nazionale FederAnisap Antonio Flovilla.
Flovilla sottolinea che la rimodulazione tariffaria “è avvenuta in maniera arbitraria, imprevista ed imprevedibile non essendoci alcuna motivazione a sostegno e che in ogni caso non c’è stata alcuna consultazione con le associazioni di categoria”.
“Abbiamo già ampiamente sollevato la annosa problematica a livello regionale quando nel 2021 è stato re-introdotto il Tariffario Balduzzi assolutamente penalizzante per le strutture di diagnostica e di laboratorio. Oggi assistiamo ad un’azione di forza da parte del Ministero, che in assenza di coinvolgimento delle associazioni di categoria e professionali, e con una procedura alquanto discutibile, porta in Conferenza Stato Regioni una bozza di decreto che approverebbe il nuovo nomenclatore tariffario delle prestazioni ambulatoriali. Un provvedimento dalle caratteristiche paradossali, ovvero dopo 10 anni dalla approvazione di un Tariffario Balduzzi contrastato su tutto il territorio nazionale e da tutte le categorie professionali e imprenditoriali del settore sanitario, oggi ne viene “proposto” un altro che abbassa ulteriormente le tariffe dal 30 al 50% rispetto allo stesso Tariffario Balduzzi. Una vera “mannaia” per strutture private e pubbliche, in quanto le risorse necessarie per finanziare l’accesso alle prestazioni specialistiche da parte dei cittadini si riducono notevolmente a tal punto che le strutture private accreditate saranno costrette a bloccare le proprie attività per manifesta impossibilità gestionale e le strutture pubbliche si troveranno costrette ad erogare prestazioni generando inevitabilmente disavanzi di bilancio, che certamente bene non fanno alla qualità delle prestazioni.
Le motivazioni che sono alla base della nostra protesta sono state già evidenziate all’attenzione del Presidente Bardi e dei Rappresentanti della Politica Regionale, per questo chiediamo al Presidente o a chi rappresenta questa regione in Conferenza Stato Regioni, di far valere la propria voce ovvero di evidenziare con forza le ripercussioni negative che ne deriverebbero dalla applicazione di un siffatto nomenclatore tariffario, soprattutto in una regione come la Basilicata dove nessuna delle valutazioni ministeriali che sono alla base del provvedimento trovano fondamento. Se si vuole salvare un pezzo importante della sanità regionale è necessario fermare ed obiettare il provvedimento ministeriale dalle caratteristiche puramente tecnocratiche e completamente avulso dalla realtà. Una realtà nella quale al cittadino devono essere offerte prestazioni di qualità ed in tempi compatibili con le esigenze di salute.
Il presidente Cicchetti, in proposito, aggiunge che i laboratori di analisi e i centri di diagnostica, nel periodo pandemico 2020-2021, sono stati in grado, addirittura, di aumentare la forza lavoro integrando, nelle piante organiche, nuove unità lavorative, dando di fatto non solo una risposta concreta alle esigenze di salute dei cittadini lucani e di lotta alla pandemia, ma una risposta di tipo occupazionale in un momento storico in cui la crisi economica ha investito numerosi settori del panorama economico regionale e nazionale.
Per questo – concludono il Presidente Anisap Basilicata e il vice presidente nazionale FederAnisap – il Governo e il Consiglio Regionale devono fare tutto quanto è dovuto per far sentire la pressione nei confronti del Ministero alla Salute al fine di aprire una fase di dialogo con le associazioni e le categorie professionali sul tema specifico del nomenclatore tariffario”.