“Comprendiamo il disagio dei medici di continuità assistenza (Guardia Medica) che non riescono ad avere alcun confronto con l’Assessore Franconi nonostante rappresentino le “sentinelle” della salute sul territorio e tra le famiglie, un ruolo sempre più rilevante alla luce delle preoccupanti notizie che emergono dalle inchieste giudiziarie con l’acquisizione da parte dei Carabinieri del Noedi alcune migliaia di cartelle cliniche negli ospedali lucani per verificare le patologie presenti in regione, tra cui anche quelle relative ai tumori, nell’ambito del filone d’inchiesta della Procura di Potenza sulle attività di smaltimento dei rifiuti prodotti dal Centro Oli dell’Eni”. Lo afferma il presidente di ANISAP Basilicata Antonio Flovilla sottolineando che “è lo stesso disagio che vivono da oltre due anni le associazioni e i titolari delle strutture sanitarie private accreditate che hanno continuamente sollecitato il confronto con l’Assessore. Ci chiediamo a questo punto a cosa serva un assessore che di fatto svolge atto di presenza in Conferenza Stato Regioni, nella stragrande maggioranza dei casi per dire sì,oppure per portare il saluto del Presidente nell’attività di convegnistica che la vede presente. Vorremmo francamente conoscere di cosa si è occupata la Franconi in oltre due anni di direzione dell’ assessorato alla Salute per valutare se i circa 15mila euro al mese pagati dai lucani siano stati spesi bene. Purtroppo – continua Flovilla – alle inadempienze si è aggiunto un comportamento censurabile sul piano istituzionale di mancata attuazione di normative di legge approvate dal Consiglio Regionale e che come tali vanno scrupolosamente osservate. Il riferimento riguarda nello specifico la Legge di Stabilità Regionale 2016 con gli adempimenti previsti in materia di rideterminazione delle tariffe per le prestazioni dei Laboratori di analisi, l’assegnazione dei tetti di spesa per il 2016, la realizzazione della rete dei laboratori. Sono ampiamente scaduti i tempi indicati dalla Legge di Stabilità con il risultato che le strutture sanitarie private accreditate, agli inizi di aprile, non conoscono ancora il budget assegnato per il 2016e sono costrette a svolgere l’attività in una situazione di precarietà e senza alcuna certezza. Se è questo il patto sulla salute che deve essere sottoscritto dai cittadini e dal sistema sanitario regionale a cui si ispira l’Assessore è evidente che i risultati non possono che essere negativi. Tutto ciò, insieme al processo di cosiddetta estrema liberalizzazione del sistema sanitario regionale, che ha visto protagonista la stessa Franconi, sta trascinando la sanità lucana nel baratro contraddicendo l’impegno del Presidente ribadito in più occasioni di ridisegnare il modello regionale di sanità senza ridurre servizi e prestazioni”.