L’Aspat Basilicata condivide l’iniziativa di protesta avviata da Sanità Futura, a partire dalla vicenda della mancata autorizzazione del Poliambulatorio Polimedica nella nuova struttura del Villaggio Salute di Melfi, ritardata da tempo, contro la malaburocrazia” che affligge tutte le strutture della specialistica ambulatoriale. Ad affermarlo è Antonia Losacco, presidente Aspat Basilicata, sottolineando che “in occasione della recente audizione in Quarta Commissione, ad ottobre, è stata ribadita la posizione dell’Associazione contro la visione burocratica che continua a caratterizzare, come è accaduto nella precedente legislatura regionale, la gestione del sistema sanitario regionale. La prova più evidente – aggiunge – è rappresentata dalla difficile operazione di assegnazione dei tetti di spesa alle strutture e non intendo solo il mero calcolo economico, ma tutto ciò che contrattualmente discende a cominciare sia dal ritardo dell’adozione dei provvedimenti che per i contenuti degli stessi, con il risultato che il settore è sommerso da contenziosi vari che non permettono un’assegnazione precisa dei budget e un sereno rapporto tra le parti. E’ il caso di ricordare che dal 2015 – ha aggiunto – tutti i provvedimenti sono stati impugnati e annullati dal Tar Basilicata, in ultimo la delibera di Giunta n. 432/2019, per la quale la stessa Quarta Commissione ha chiesto la revoca in autotutela, ma senza risultato alcuno. L’iniziativa dell’Aspat – aggiunge – va avanti ininterrottamente da anni: nel 2015 in un Forum tematico nazionale a Potenza abbiamo lanciato una “piattaforma programmatica” per cambiare il sistema della riabilitazione minimale-Fkt ridandole dignità di vero e proprio percorso di tutela della salute attraverso una serie di proposte finalizzate a garantire da un lato la compatibilità dei Lea con i tetti di spesa da programmare e, dall’altro, conseguire il massimo livello di equilibrio e di efficienza relativo all’appropriatezza della domanda e dell’offerta con la qualità dei servizi percepita dai cittadini-assistiti. Già in quella piattaforma del 2015 è possibile trovare le nostre proposte, sempre più attuali, contro la “malaburocrazia” che oltre a creare un clima di incertezza, non crea serenità di lavoro. La “malaburocrazia” – continua la presidente Aspat – è di fatto la migliore alleata dell’abusivismo, fenomeno in crescita in riabilitazione, con numerosi casi di sospetto esercizio irregolare dell’attività sanitaria di fisioterapia da parte degli studi professionali, la cui attività non risulterebbe conforme a quanto previsto dalla vigente normativa regionale e nazionale. Anche su questo le nostre denunce non hanno trovato ascolto”. Il peso maggiore che ricade sulle strutture e si scarica sull’utenza – conclude -è rappresentato dalla carenza di una programmazione relativa al calcolo dei fabbisogni e relativa assegnazione dei tetti di spesa, al fine di garantire la continuità assistenziale per tutto l’anno”.
Dic 03