Lo stato di crisi delle strutture di riabilitazione non complessa – FKT è stato proclamato dall’Aspat Basilicata, associazione maggiormente rappresentativa delle strutture di FKT accreditate e contrattualizzate con il SSR di Basilicata, contestualmente all’avvio di una vertenza.
A breve – precisa la nota – le strutture si vedranno costrette per forza maggiore, alla sospensione delle prestazioni in regime di convenzione e quindi, alla creazione di liste di attesa, non per difficoltà operative od organizzative, ma per inadeguatezza dell’attività di programmazione. Tale situazione produrrà un grandissimo disagio a tutte le persone bisognose di cure e la responsabilità sarà solo di chi ci governa.
Le strutture private in attività nella nostra regione – si sottolinea nella nota dell’Aspat Basilicata – sono un patrimonio strutturale, strumentale e professionale (circa 600 addetti), di cui andare fieri. Le imprese titolari, nonostante che da anni vivono in uno stato di incertezza, sono fortemente impegnate a migliorare le prestazioni e servizi anche attraverso la dotazione di nuove e più moderne strumentazioni, in linea con i processi di accreditamento istituzionale raggiunto dalle strutture. Il paradosso è che tutto ciò accade mentre prosegue l’atteggiamento inerte e inadempiente della Regione Basilicata in tema di programmazione regionale della rimodulazione della spesa a garanzia dell’uniforme soddisfacimento del fabbisogno riabilitativo, tale da assicurare i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) e l’adeguata continuità assistenziale ai cittadini. Una situazione ancor più intollerabile – si legge nella nota – tenuto conto della “politica dei due pesi e due misure” nei confronti di altri soggetti privati della riabilitazione, come dimostrano i più recenti casi Aias ecc. .
Le associazioni di categoria, si sono sempre rese disponibili con il Dipartimento a trovare soluzioni operative e superare le tante ambiguità connesse all’applicazione delle norme vigenti, senza successo. L’estenuante attesa sull’adozione di una delibera che disciplinasse l’attività di riabilitazione in linea con il nuovo “Piano di indirizzo per la riabilitazione 2011” (LR n. 17/2011 art. 8) al fine di superare le attuali inappropriatezze erogative e che continua a mantenere in vita un modello ormai superato e inappropriato del comparto riabilitazione – sottolinea l’Aspat Basilicata – non può più essere sostenuto.
Nulla è accaduto neanche in merito alla definizione dei criteri per la manovra contrattuale della Specialistica ambulatoriale anno 2015/2016, di cui alla L.R. n. 05/2015 che la giunta regionale avrebbe dovuto adottare da Febbraio u.s. con la conseguenza che le strutture continuano a lavorare con contratti scaduti, in uno stato di prorogatio, da anni senza regole e quindi esposte a fattori di rischi e di incertezze.
Le proposte di Aspat Basilicata, ai fini contrattuali, si possono riassumere principalmente in 5 punti:
1) Modifica dell’asset prescrittivo-erogativo delle prestazioni a domicilio del paziente secondo il principio di appropriatezza del bisogno e di una determinazione quantitativa tra prestazioni ambulatoriali e domiciliari, attraverso un rapporto percentuale congruo di erogazione (max 60/40), analogamente a quanto accade in altre regioni italiane.
2) Livello minimo di Tetto di spesa ad ogni struttura, tale da garantire il sostentamento della stessa secondo i requisiti obbligatori richiesti.
3) Il riconoscimento totale dei corrispettivi relativi alle prestazioni di logopedia ed elettromiografia rese dalle strutture private.
4) A tutela della serietà dell’offerta prestazionale, la struttura erogatrice deve garantire un’adeguata proporzione tra il numero degli operatori e il volume delle prestazioni erogate. In relazione al tetto di spesa assegnato, ogni struttura dovrà rispettare un rapporto tra personale assunto con CCNL e personale che collabora in regime libero-professionale.
5) L’utilizzo degli eventuali risparmi di settore va rimodulato e a nostro parere – sottolinea la nota – il controllo dell’attività svolta va demandato ad un Tavolo Tecnico Aziendale, che con le Associazioni di categoria, dovrà effettuare periodicamente il monitoraggio della spesa, comunicando alle strutture i relativi dati.
La vertenza promossa dall’Aspat Basilicata riguarda inoltre la volontà di garantire il mantenimento dei livelli occupazionali, considerando la professionalità dei dipendenti e collaboratori il vero capitale sociale aziendale da tutelare e preservare al fine di rendere ai cittadini prestazioni efficienti, di qualità ed adeguate alla domanda assistenziale oltre che, stabilità e certezze imprenditoriali ai Centri erogatori che possono, sulla base delle risoluzioni da apportare al sistema, programmare le proprie attività guardando al futuro con serenità ed ottimismo.