Rispetto all’inchiesta Trivellopoli lucana, ci sono tanti aspetti scandalosi e inaccettabili sul piano affaristico, clientelare e politico lobbistico, ma l’aspetto più importante sul quale non si può transigere e occorre fare subito luce, è quello che riguarda la salute dei cittadini esposti all’inquinamento provocati dalle estrazioni petrolifere. Evitando le strumentalizzazioni, vanno esaminati con precisione i dati relativi al drammatico incremento dei tumori e di altre malattie che, in particolare negli ultimi anni, stanno colpendo la salute dei lucani.
Da anni, in qualità di fisico medico che lavorava al Crob, il principale ospedale oncologico della Basilicata, ho fatto denunce rispetto ai danni provocati dall’inquinamento provocato dagli impianti petroliferi e dallo smaltimento dei rifiuti. Appena eletto portavoce eurodeputato del M5s ho fatto interrogazioni parlamentari, comunicati e iniziative pubbliche e, un anno fa, sono riuscito a far sì che la Commissione europea aprisse un’indagine sulle emergenze lucane. Ora, finalmente, grazie alla magistratura, ci sarà la possibilità di capire fino in fondo come stanno le cose.
Ad oggi ci sono tre aspetti da tenere presente. 1- La procura Antimafia di Potenza, ha chiesto ai carabinieri del Noe di acquisire le cartelle cliniche di migliaia di pazienti lucani colpiti da patologie tumorali. E’ una scelta che, probabilmente, mira ad accertare qual è la reale situazione a prescindere dei dati ufficiali e ufficiosi già disponibili.
2- Il Registro dei tumori della Basilicata, istituito presso l’Istituto oncologico Crob e aggiornato fino al 2012, certifica che l’incidenza delle patologie tumorali sarebbero in linea con i dati nazionali e non sarebbero in aumento tra i lucani.
3- L’associazione “Medici per l’ambiente” e alcuni dati Istat presentano, invece, informazioni allarmanti rispetto alla salute dei lucani che risiedono nelle aree dove si effettuano le trivellazioni di idrocarburi. I dati diffusi dicono che tra il 2011 e il 2014 il tasso di mortalità in Basilicata è cresciuto del 2%, nello stesso periodo a Corleto Perticara (meno di 3mila abitanti e a due passi da Tempa Rossa e dal Centro Eni di Viggiano) è aumentato del 23%. Secondo l’Istat, fra il 2006 e il 2013 il tasso di mortalità per malattie dell’apparato respiratorio è salito del 14% a livello nazionale e del 29% in Basilicata. E nel 2014, sempre in provincia di Potenza il tasso di mortalità per patologie respiratorie è più alto (8,63 per 10mila abitanti) rispetto al regionale (7,9), a sua volta maggiore rispetto al nazionale (6,9). Nella provincia di Potenza il tasso di ospedalizzazione per tumore maligno nei maschi tra 0 a 14 anni è cresciuto del 48% fra il 2011 e il 2014.
Considerata la confusa e allarmante situazione, continuerò a vigilare e mi impegnerò su tutti i fronti con il M5s, per far sì che la magistratura faccia piena luce e che l’inchiesta giudiziaria vada fino in fondo.
Fanno rabbia le finte rassicurazioni dell’Eni e il pianto del coccodrillo del presidente della Regione Basilicata Pittella che, per anni, prima da assessore alle Attività produttive e adesso come governatore, non ha mai fatto nulla per intervenire sulle emergenze ambientali e sanitarie lucane.
E’ grave e inaccettabile l’assenza totale dell’eurodeputato Gianni Pittella che, dopo venti anni di permanenza a Bruxelles, non si è mai occupato della Basilicata. Altrettanto grave, il ruolo ambiguo del sottosegretario alla Sanità De Filippo, amico dell’ex sindaco di Corleto Perticara più volte intercettato dalla magistratura. De Filippo, in più occasioni, ha avuto la faccia tosta di sostenere che l’aumento dei tumori in Basilicata dipende dagli stili di vita e dal fatto che i lucani mangiano troppi salumi.