”Le Regioni, tutte insieme, ieri hanno compiuto un primo passo importante: niente firma di intesa sul regolamento presentato dal Ministro alla Salute Balduzzi per il riordino dei servizi sanitari se prima non ci sarà un incontro chiarificatore con il Presidente del Consiglio Monti. Questo però non basta: rendere la sanità un diritto per tutti è fatto di scelte e priorità”. A sostenerlo è il capolista del Centro Democratico per il Senato Nicola Benedetto, per il quale “se non vogliamo che lo slogan ‘ammalarsi meno, curarsi meglio’, alla base del Piano Salute Regionale, non resti solo uno slogan accattivante, la nuova sanità ha bisogno di una seria e realistica riconversione del ruolo e delle funzioni dell’esistente, con precisa indicazione delle strutture e dei territori coinvolti. Occorre, altresì, che tale trasformazione sia preceduta da una valutazione di impatto ex-ante, anche economico, poiché trasformare-convertire non vuol dire chiudere o limitare servizi. Anzi, è probabile che per migliorare il rapporto con il territorio e seguire un percorso il più condiviso possibile, sia necessario avvicinare altri e nuovi servizi alla comunità e alla persona, con l’investimento di ulteriori risorse, soprattutto nella fase di passaggio da un sistema ‘ospedale-centrico’ ad un ritrovato protagonismo del territorio tanto più necessario in quanto a distanza di quattro anni non si realizzano i Distretti sanitari”.
“E tra le scelte da compiere – continua Benedetto – ci sono anche quelle che riguardano le sollecitazioni che vengono dalle strutture sanitarie private accreditate al Servizio Sanitario Regionale. Ritengo che pur nell’ambito delle scelte di rigore, risparmio e tagli di sprechi che il Dipartimento Salute e la Giunta regionale si sono dati, è necessaria una concertazione reale ed efficace con tutte le associazioni datoriali (Sanità Futura, Anisap, Fenasp, Federbiologi, Federlab) che rappresentano ambulatori di fisioterapia, laboratori, servizi diagnostici. Del resto la grande confusione e i forti disagi generati dalla manovra di introduzione dei ticket sulla specialistica ambulatoriale consiglierebbe ancor più di costruire rapporti di cooperazione, pur nella distinzione dei ruoli, con gli operatori della sanità privata chiamati nel rapporto diretto con il cittadino-utente ad informare e fornire quei servizi e quelle prestazioni che in troppi casi il sistema pubblico non è in grado di garantire almeno in tempi ragionevoli e concilianti con le condizioni di salute dei malati.
Il tono pacato e soprattutto rispettoso dell’imprenditoria della sanità privata, il riconoscimento del ruolo di ambulatori di fisioterapia, laboratori, servizi diagnostici, ecc. che sopperiscono alle note carenze del pubblico, e, pubblicamente, sono riconosciuti non ‘causa di sprechi’, sollecitano, tra le priorità alla ripresa dell’attività del Consiglio dopo le elezioni, la necessità della ripresa dei tavoli tecnici e politici di concertazione. Non passa giorno che come consiglieri regionali – dice ancora Benedetto – non riceviamo proteste, segnalazioni, lamentele di cittadini, specie pensionati, malati cronici e famiglie monoreddito sulle liste di attesa per esami specialistici e per i ticket, di cui siamo ancora in attesa dell’entrata in vigore della nuova rimodulazione”.
DIRITTI PER TUTTI ……MENTRE LUI SI CURA NELLE CLINICHE PRIVATE . CHE GRAN SIGNORE ,SI PREOCCUPA ANCHE DEI POVER EI DEGLI OPPRESSI . NON E’ CHE TI VUOI FARE PRETE A QUESTE ELEZIONI? FARE POLITICA NON DEVE ESSERE :PRENDERE PER IL C…….. LA GENTE . AD MAIORA SEMPER
PATETICO E RIDICOLO ,SCOPRI SEMPRE L’ACQUA CALDA .BENEDETTO QUESTE SONO COSE GIA’ DETTE .RITENTA SARAI PIU’ FORTUNATO. PARLI SEMPRE NEL VENTO DEL TUO DESERTO.