Nel corso dell’assemblea annuale che si è svolta per la prima volta in videoconferenza, per via delle restrizioni dovute al Coronavirus, è stato tracciato un bilancio dell’attività svolta dall’Avis regionale Basilicata.
Quest’estate il sistema sanitario in Basilicata ha retto meglio degli altri anni, con appena un centinaio di sacche di sangue importate da fuori regione. E’ la buona notizia emersa nel corso dell’assemblea regionale dell’Avis di Basilicata che si è svolta, per la prima volta in videoconferenza, per via delle restrizioni dovute dalla pandemia. “Sono stati sotto gli occhi di tutti gli appelli, i timori di potenziali drammatiche carenze di sangue soprattutto nei momenti più duri dei mesi di marzo e aprile – fa sapere il presidente di Avis Basilicata, Sara De Feudis – è stato proprio in quei mesi, quando più alta era la paura di contagio, che i nostri donatori, come tutti, costretti a rinunciare a qualunque attività sociale, ricreativa o professionale, si sono recati con la consueta costanza e spirito di servizio, a donare presso i Centri Trasfusionali ma soprattutto presso le nostre strutture. A loro, ai dirigenti, a chiunque sia stato impegnato sulla raccolta, un commosso ringraziamento, per aver continuato ad alimentare un sistema messo a dura prova dall’emergenza”. L’assemblea è stata l’occasione per fare il punto sulla raccolta sangue del 2019. Le unità di sangue intero raccolte sono state 18534, in lieve calo ( poco meno di 800 unità ) rispetto a quelle del 2018. Meno significativo il dato relativo al decremento delle piastrine, evidentemente legato alla richiesta proveniente dagli ospedali. Nel 2019 sono state utilizzate 25.270 sacche di sangue intero. Oltre il 90% è stato garantito dalle associazioni di donatori di sangue (di queste circa il 74% è avisino). Nel corso dell’assemblea evidenziate anche alcune criticità, su tutte la carenza di personale sanitario aggravatasi nel corso del 2019. “Si è avuta difficoltà di reperimento di medici obbligatoriamente specializzati se dipendenti dal SSN o adeguatamente formati se selezionatori associativi – spiega il direttore sanitario dell’Avis Basilicata, Domenico Cavaliere -per i medici dipendenti dal SSN il problema resta lo stesso dell’anno scorso, anche se stiamo rinnovando tutte le convenzioni in essere con le strutture regionali”. Non sono mancate, infine anche proposte finalizzate a migliorare l’organizzazione della raccolta del sangue in Basilicata. “Le riunioni per il buon uso del sangue – aggiunge Cavaliere – tramite il Cobus, il Comitato per il buon uso del sangue, previste dalla normativa vigente, non si tengono da almeno cinque anni. Riattivarle aiuterebbe Avis a raggiungere l’autosufficienza”. Infine rimarcato il ruolo dei dirigenti e dei volontari delle sedi associative comunali e “l’enorme lavoro che encomiabilmente svolgono le realtà in una regione che si va progressivamente spopolando, offrendo sempre meno potenziali donatori. Per questa ragione è fondamentale il lavoro delle Avis Comunali – conclude la De Feudis -a cui va il nostro grazie immenso”.