Riportiamo di seguito il testo della lettera aperta inviata dal sindaco di Satriano di Lucania, Umberto Vita, al Presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi e all’Assessore alla Salute e Politiche Sociali, Rocco Leone, in merito all’Avviso pubblico sui Buoni Servizio per il sostegno alla disabilità grave.
Gentile Presidente, preg. Assessore,
so che quelli che stiamo vivendo sono giorni complicati, giorni in cui l’emergenza sanitaria nazionale causata dal Coronavirus sta assorbendo, come è giusto che sia, le energie e le attenzioni della giunta regionale e dell’intero dipartimento delle politiche sociali regionali.
Ma nonostante l’emergenza , come primo cittadino la cui priorità è quella di lavorare per l’interesse della comunità e di farsi portavoce delle esigenze dei propri concittadini, non posso esimermi dal sottoporvi le criticità riscontate rispetto all’Avviso pubblico, approvato con D.G.R. n. 263 del 4 aprile 2019, sui Buoni Servizio per il sostegno alla disabilità grave.
Criticità che sono emerse dal confronto con molti dei nostri concittadini e che di fatto escludono la maggior parte dei satrianesi che, pur presentando i requisiti per la presentazione della domanda, non hanno la possibilità di usufruire di un contributo che per molti di loro sarebbe stato vitale.
Vi sto parlando di quei soggetti che oltre a trovarsi in condizioni di grave disabilità si trovano anche in condizioni di difficoltà economica. Di anziani soli che vivono della loro pensione, di genitori che per prendersi cura di un figlio disabile hanno sacrificato tempo e denaro, di famiglie con redditi precari, di madri anziane che da sole devono prendersi cura di un figlio con problemi importanti.
Questi miei concittadini sono proprio quelli che avrebbero davvero bisogno di un sostegno per migliorare la loro condizione di vita ma sono anche coloro che per molteplici ragioni non possono permettersi di pagarla, di fatto, di tasca propria, trovandosi in situazioni al limite della povertà.
Vi faccio infatti notare che il bando nella sua formulazione prevede esclusivamente il rimborso di spese già sostenute senza alcuna previsione di anticipo di una parte totale o almeno parziale dei costi, fattore questo che sarebbe stato fondamentale per permetterne l’accesso a soggetti con reddito basso.
In questo modo vengono negate le finalità dell’avviso stesso, di cui all’art. 1, comma 1, lett. f, di “Protezione sociale in contrasto alla disparità di reddito, ai rischi della povertà ed esclusione sociale ai quali sono esposti i disabili e le persone non autosufficienti”, creando di fatto una disparità tra chi può permettersi di anticipare le spese di servizi di cura e assistenza domiciliari e chi semplicemente non può.
Il bando infatti prevede un contributo economico in base alla situazione ISEE del nucleo familiare richiedente per la copertura totale del costo del servizio che attribuisce un punteggio maggiore a coloro che hanno un ISEE più basso ma che invece finisce per escludere proprio chi, col proprio reddito, non può permettersi spese aggiuntive rispetto a quelle già gravose del vivere quotidiano. Di fatto tutto ciò è una insormontabile contraddizione.
Inoltre, con nostro grande rammarico, essendo il contributo un buono servizio erogato direttamente al cittadino e che non prevede il coinvolgimento né degli Ambiti Sociali di zona né dei Comuni, come amministratori locali ci troviamo con le mani legate, impossibilitati a dare una risposta concreta di fronte alle difficoltà dei richiedenti.
E’ chiaro che questa problematica non riguarda solo la nostra realtà ma anche altre amministrazioni comunali e altri cittadini che si trovano nelle medesime condizioni economiche e sociali.
Nel ringraziarvi per l’attenzione, con la speranza che vogliate intervenire a sopperire queste mancanze, prima della scadenza di presentazione della documentazione completa prevista a luglio, vi porgo i miei auguri di buon lavoro e vi esprimo la mia vicinanza e quella della comunità che ho l’onore di rappresentare in questa fase tanto delicata per l’intera regione e nazione.