Cgil Cisl Uil Basilicata e sindacati dei pensionati hanno inviato una lettera per fare il punto sulla situazione delle case di riposo in Basilicata in emergenza sanitaria provocata dal Coronavirus. Di seguito la nota integrale.
Bene i tamponi agli ospiti e al personale delle residenze sanitarie assistenziali così come chiesto reiteratamente dai sindacati, ma certo non può bastare. Quanto si sta verificando nelle case di riposo lucane, sebbene ben lontano dai drammi di altre regioni, dimostra quanto fossero fondate le nostre denunce. A partire dal caso del centro di riabilitazione e dalla residenza per anziani di Tricarico, alle notizie diffuse ieri sui nuovi casi di contagi da Covid 19, 15 dei quali direttamente riconducibili alla casa di riposo di San Giorgio Lucano, con 12 pazienti e 3 operatori contagiati, tutti asintomatici, appare ormai chiaro che lo strumento prioritario da attivare per combattere questo insidioso virus sia quello dei tamponi di massa.
Ma le azioni da mettere in campo non si esauriscono nello screening epidemiologico. Le case di riposo sono da sempre alla nostra attenzione, sia per quanto riguarda la tutela della salute degli anziani che i diritti dei lavoratori.
Più volte abbiamo chiesto alla Regione Basilicata verifiche sui livelli di sicurezza delle case di riposo e non solo durante questa emergenza sanitaria. Oggi siamo all’emergenza nell’emergenza. La Regione e le aziende sanitarie di Potenza e Matera devono farsi carico e svolgere appieno le funzioni di vigilanza e controllo sull’effettiva adozione di tutte le misure previste dal protocollo per la prevenzione e sicurezza nelle strutture sanitarie, socio sanitarie e socio assistenziali pubbliche e private sottoscritto a livello nazionale dal ministro alla Salute e dalle organizzazioni sindacali. A oggi nessuna delle case di riposo, nonostante i solleciti e le declamate buone intenzioni da parte dell’associazione che ne riunisce i titolari, ha dato riscontro alle organizzazioni di categoria sulla adozione delle misure previste.
Oggi le nostre richieste, rimaste inevase, si fanno ancora più urgenti, compresa la mappatura e l’accreditamento delle case di riposo. Più di qualche settimana fa abbiamo fatto richiesta di un incontro tramite videoconferenza al governatore lucano Vito Bardi, al fine di conoscere lo stato dell’arte. Non abbiamo ricevuta alcuna risposta, salvo poi apprendere da qualche notizia frammentaria sulla stampa locale in quali strutture fosse stata avviata la verifica della positività al coronavirus.
Ribadiamo che il tampone è solo un primo passo all’interno delle case di riposo per contenere il contagio. Bisogna isolare i focolai e mettere in opera misure organizzative straordinarie che consentano di produrre una separazione reale e concreta tra ospiti positivi e non nonché l’immediata tracciatura dei contatti.
Chiediamo pertanto alla Regione Basilicata e alle autorità sanitarie competenti di intervenire tempestivamente al fine di arginare situazioni di pericolo che potrebbero mettere a repentaglio non solo la salute dei nostri anziani ospiti nelle case di cura, degli operatori che li assistono e dei loro familiari, ma di tutta la comunità. Altrimenti quel contagio zero tanto pubblicizzato anche sui media nazionali sarà sempre più difficile da raggiungere e mantenere. E non sarebbe certo motivo di orgoglio, considerata la bassa densità di popolazione.