Il consigliere regionale Mario Venezia commenta la notizia pubblicata sull’ultimo numero del Bur relativa ai casi di siero conversione e di positività diagnostica virologica per la West Nile Disease (WND) registrati nel periodo settembre-dicembre 2011 in alcune aziende equine ed avicole della Basilicata.
Di seguito la nota integrale con cui Venezia scrive al Presidente De Filippo: “L’innovazione continua anche nel nostro ecosistema regionale”.
La notizia che ho appreso dall’ultimo bollettino ufficiale dell’Ordine dei Biologi ha dell’incredibile. Riporto testualmente: “Nel periodo settembre-dicembre 2011, in alcune aziende equine ed avicole della Basilicata, sono stati riscontrati casi di siero conversione e di positività diagnostica virologica per la West Nile Disease (WND)…”, ossia la febbre del Nilo Occidentale, vera piaga per gli allevamenti equini oltre che minaccia sanitaria per l’uomo. Preventivamente, a fronte dell’insorgenza di casi analoghi attestati già dal 1998 in altre zone d’Italia, il Ministero della Salute con ordinanza del 4 agosto 2011, ha varato un piano di monitoraggio nazionale della WND basato su 15 aree definite potenzialmente a rischio, includendo tra queste anche il bacino del Lago S. Giuliano di Matera. Le implicazioni gravi di questa vicenda sono rappresentate dal veicolo della WND, ossia la specie di zanzara denominata Anopheles Superpictus, rinvenuta in due stazioni di cattura situate nella campagna ferrandinese, rispettivamente lungo il Basento e nei pressi del torrente Vella. Essa è il vettore non solo della WND ma potenzialmente anche della malaria. I biologi dell’Istituto Superiore della Sanità hanno catturato nei territori di Ferrandina, Miglionico e Pisticci decine di esemplari di diverse specie di zanzare appartenenti a generi tropicali che in Basilicata hanno trovato caratteristiche ambientali favorevoli alla loro riproduzione. La “Superpictus” non è stata rivenuta in altre zone d’Italia, e la sua presenza in Basilicata è potenzialmente pericolosa non solo per la WND ma anche perché questa specie di zanzara non è stata ancora testata con ceppi afro-tropicali di plasmodium falciparum, una parassita malarico, che invece è ospitabile da tutte le altre specie dello stesso sottogenere della Superpictus. I focolai larvali della specie non sono stati rinvenuti, quindi occorrono più approfondite indagini per meglio conoscere lo sviluppo di questo tipo di zanzare. I biologi autori dello studio auspicano una ricerca più dettagliata dei bacini idrografici della Provincia di Matera, per meglio monitorare l’andamento del fenomeno. Presidente De Filippo cosa dire sta a voi, o meglio cosa fare. Il clima si riscalda, cambia la fauna acquatica insieme a quella terrestre, e la Basilicata d’altro canto rispolvera i fantasmi del passato, quel mal d’aria che viveva del degrado territoriale e della mancata regimentazione dei corsi d’acqua: un revival del latifondo. Urge Presidente un vostro interessamento immediato e costante, analogo a quello che il Ministero della Salute ha riservato alla Basilicata scavalcando ancora una volta l’omertà dei nostri enti regionali.