Il “caso Asm Matera” da vicenda virtuale e caso di malaburocrazia (e non solo) diventa vicenda “reale” toccando direttamente le persone: le strutture sanitarie private accreditate a giorni saranno costrette a chiudere e poiché ogni cittadino utente non è un numero e tanto meno un elemento virtuale saranno anche loro i protagonisti della mobilitazione perché il diritto alla salute, al pari del diritto di impresa, pesi legittimamente e direttamente sulle scelte di Asm, Asp e Regione. Lo ha affermato Michele Cataldi, presidente di Sanità Futura in apertura della conferenza stampa che si è tenuta oggi a Matera insieme ai dirigenti di Anisap Basilicata (Antonio Flovilla) e Federbiologi-Federlab oltre che di Giuseppe Demarzio.
Cataldi ha ripercorso le tappe della vicenda sino alla proposta di “soluzione temporanea” in merito alla vicenda “accessibilità dei pazienti extra regionali presso le strutture sanitarie accreditate dell’Asm” ed ha rinnovato l’appello al Presidente della Regione, all’Assessore alla Salute e al Dirigente Generale del Dipartimento ad “assumere le responsabilità istituzionali dovute”. Chiediamo semplicemente – ha detto – che si metta fine al balletto di scaricabarile di responsabilità a cui abbiamo assistito persino con dichiarazioni pubbliche da parte del direttore generale dell’Asm. Quanto al confronto da riprendere con le associazioni di categoria, il presidente di Sanità Futura ha ribadito che deve essere pubblico e trasparente e quindi ha ribadito le motivazioni della diserzione dall’incontro convocato per oggi, tra l’altro in una situazione di crescente confusione per l’assenza di un provvedimento ufficiale. Ancora una volta è la trasparenza della pubblica amministrazione ad essere in gioco, un elemento altamente strategico che, se realmente attuato, mette al riparo non solo dai rischi di corruzione, di abuso di potere, di discriminazione, di mistificazione, di arbitrarietà ma cosa ancor più rilevante in questo caso, protegge il diritto al lavoro e quello di accesso alle cure. Almeno una settantina di persone a rischio immediato di perdita del lavoro (operatori sanitari, dipendenti amministrativi, medici specialisti) e oltre 5mila pazienti al mese di altre regioni da rispedire indietro – ha evidenziato Giuseppe Demarzio – sono non i numeri ma i soggetti in carne ed ossa direttamente coinvolti. Di qui l’interrogativo: Perchè vogliono far chiudere le aziende sane, che lavorano onestamente, che creano posti di lavoro, risorse e lustro alla nostra regione, tenuto cono che ci sarà pure un motivo se da Lecce vengono ad una struttura materana?
Per Antonio Flovilla, Anisap B., si legge con chiarezza la mancanza di guida politica alla sanità che ha toccato livelli non più tollerabili al punto che – ha ricordato – abbiamo chiesto le dimissioni dell’assessore Franconi. Il Dipartimento è inerte su questioni cruciali, che richiederebbero anche un confronto tecnico e di merito, quali il mancato rispetto della tempistica che la stessa regione si è data per le tariffe relative agli anni 2015 e 2016; i contratti scaduti al 31/03/2016; gli indirizzi e criteri applicativi ai Direttori Generali relativamente alla definizione dei tetti di spesa; la rete dei laboratori di analisi e schema di contratto di rete; la vicenda dei pazienti extra-regione. Sono solo alcuni dei punti che – ha aggiunto Flovilla – richiedono decisioni urgenti e che in tutti gli operatori (titolari di strutture sanitarie ed addetti) destano preoccupazione per il futuro. Secondo il presidente di Anisap B. inoltre si sconta una situazione di grave contraddizione di comportamenti da parte delle Aziende Sanitarie anche a livello territoriale con l’effetto di discriminazione tra strutture sanitarie oltre che per le prestazioni ad utenti extraregionali.