Le Segreterie regionali della Basilicata di CGIL-CISL-UIL evidenziano che il riordino della rete dei servizi ospedalieri e territoriali della regione debba essere la risultante di un ripensamento reale dei modelli organizzativi e dei percorsi assistenziali in coerenza agli effettivi e nuovi bisogni della popolazione, alle peculiarità del territorio ed all’ineludibile esigenza di innalzamento dei livelli di qualità dell’assistenza.
È chiaro che il processo di riordino deve rispondere non solo agli aspetti organizzativi (posti letto, strutture complesse, qualificazione degli ospedali) ma anche alla domanda di servizi territoriali (per intercettare le malattie croniche, anche associate alla longevità) e di assistenza ospedaliera, basata sul reale fabbisogno di salute delle diverse realtà territoriali.
Pertanto il primo impegno che si rappresenta alla Regione è quello di porre, in premessa ad ogni decisione e scelta di modifica del sistema sanitario, l’analisi puntuale dei bisogni della popolazione e l’analisi delle attuali criticità, costruendo un modello che si sostiene nel tempo senza penalizzare i servizi resi al cittadino ma cercando di migliorarli allocando in modo appropriato risorse e tecnologie ed indirizzando la domanda di prestazioni nelle strutture regionali deputate.
È evidente che si tratta di promuovere un processo di cambiamento profondo nella visione e nella gestione avanzata ed “a rete” del sistema sanitario regionale, senza decisioni affrettate e repentine, attraverso tappe e sessioni di confronto di ampio respiro. È bene ricordare che il tema è quello di tenere al centro dei servizi i bisogni delle persone, monitorando la buona gestione delle risorse pubbliche che è lo strumento e non il fine del cambiamento del sistema sanitario locale.
L’impegno che CGIL-CISL-UIL, chiedono agli amministratori regionali ed aziendali è quello di ridisegnare e calendarizzare uno scenario di trasformazione dell’offerta di salute “ospedale territorio” che derivi da una messa in osservazione dei servizi e delle strutture, operando un confronto serrato con gli standard di riferimento della qualità delle prestazioni a disposizione della comunità scientifica e ripresi dalla norma del Dm 70.
Questo lavoro di revisione e di restyling dei servizi deve approdare alla:
– revisione strutturale e funzionale dell’offerta ospedaliera, orientata ai principi di messa in rete e razionalizzazione delle strutture e di innalzamento della qualità complessiva nell’erogazione dei servizi di cura e di assistenza che è ancora frastornata da una frammentazione e dispersione di risorse a discapito della qualità ed appropriatezza delle cure;
– revisione strutturale dell’offerta sul territorio, orientata a dare concreta attuazione al modello distrettuale, con la effettiva implementazione dei Distretti della Salute secondo i principi ed i criteri definiti dalla programmazione sanitaria regionale, al fine di spostare progressivamente il baricentro assistenziale dall’ospedale al territorio.
CGIL CISL e UIL ritengono che il riordino della rete ospedaliera lucana dovrà porsi come obiettivi:
° Il rafforzamento, rilancio e riqualificazione delle funzioni dell’Ospedale San Carlo valorizzandone il ruolo di riferimento per le alte specialità e per le reti diagnostico-assistenziali attivate e da attivare. Uguale impegno occorre assumere per riaffermare e rilanciare le funzioni dell’Ospedale di Matera, sede di Dea di I livello;
° Il ridisegno e riqualificazione, secondo le previsioni del Dm 70, delle funzioni dei presidi ospedalieri sedi di Psa che assumono la figura di “ospedali di base rafforzati”.Tali funzioni devono essere modulate e riorganizzate per assicurare interventi di media assistenza, legate anche al bacino di riferimento e devono essere riorganizzate per complessità crescenti secondo un modello ospedaliero “a rete” per acuti. Negli ospedali di base potranno essere assicurate, in continuità, servizi e discipline consolidate (vedi Cardiologie, Utic rivisitate e collocate nelle Reti ospedaliere);
°Il sostegno e continuità dell’Irccs-Crob di Rionero in V. assicurandone lo sviluppo ed il radicamento della natura di istituto di ricerca e di cura, al fine di poter rappresentare il reale “polo oncologico” regionale. Secondo una tale prospettiva, diventa strategico il coinvolgimento di tutti i servizi di base, delle attività della medicina territoriale e di quelle della prevenzione in una visione di collaborazione funzionale, nella quale tutti i soggetti e le strutture ad orientamento oncologico presenti nella rete regionale, possano convergere nella crescita e nel potenziamento dell’Ircss;
° l’implementazione del modello delle reti clinico-assistenziali, in particolare quelle “tempo correlate” definendo per esse un’unica cabina di regia.
Rete prioritaria: emergenza-urgenza. La rete dell’emergenza-urgenza è opportuno che mantenga la sua organizzazione di Dipartimento Interaziendale ed ha necessità di essere implementata in modo da poter offrire interventi di soccorso appropriati (nei tempi e nei modi) su tutto il territorio regionale.
Le azioni di intervento devono concentrarsi su tre linee principali, ovvero: la rete ospedaliera, la rete dell’emergenza e quella territoriale. Le tre reti, così definite, devono consentire al Servizio sanitario regionale di rispondere al bisogno dei cittadini solo se integrate in un unico sistema di gestione.
Punti cardine di una nuova rete dei servizi territoriali.
Sperimentare entro tre mesi la attivazione concreta del modello di Distretto della Salute con la convocazione a fine anno di una apposita Conferenza di servizio.
Prioritaria è la definizione di un progetto di riorganizzazione –potenziamento dei servizi territoriali secondo un preciso cronoprogramma:
– Dare avvio alle nuove forme organizzative della Medicina Generale con l’attivazione delle Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT) e delle Unità Complesse di Cure Primarie (UCCP) come parti fondamentali del Distretto al fine di realizzare un nuovo modello di continuità dell’assistenza h24 dando funzionalità al numero unico europeo 116117. Un tale modello porterebbe ad una reale integrazione tra medicina generale, medicina specialistica, servizi socio-sanitari e servizi sociali;
– Avvio di Centri Socio Sanitari h 24, luoghi di garanzia della continuità assistenziale e della presa in carico globale e integrata del cittadino, punto di accesso dove il cittadino è accolto, informato, prenota e accede a tutti i servizi sociali e sanitari.
CGIL-CISL-UIL evidenziano che il successo e la credibilità di un processo di cambiamento cosi profondo e qualitativo, quale è quello del sistema sanitario locale, può essere assicurato solo con un preciso cronoprogramma e da un efficace sistema di valutazione che coinvolga operatori e comunità degli utenti dove gli operatori in particolare siano posti al centro del progetto che deve mirare innanzitutto al miglioramento della qualità del servizio e quindi alla razionalizzazione dei costi. Anche per questo riteniamo necessario che il nuovo PSR sia impostato con la logica di un vero e proprio piano industriale prevedendo per ogni intervento proposto le previsioni del risparmio economico previsto, dell’impatto qualitativo del servizio e della maggiore efficienza attesa.
Pertanto è decisivo chela Regione eserciti fino in fondo la propria capacita programmatoria per il governo e controllo del processo di cambiamento del SSR, la sfera e l’insieme della pianificazione sociosanitaria con un aggiornamento/riassestamento del Piano della salute, da tradurre in programmi operativi fino ad una nuova ‘generazione’ di Piani.
A tal fine è necessario che si definisca una interrelazione tra la governance sanitaria delineata e l’assetto degli ambiti socio-territoriali individuati nelle linee guida per i nuovi piani intercomunali dei servizi sociali e socio sanitari di recente approvati.
Diversamente, la tanto declamata integrazione socio-sanitaria perde di ogni effettività e resta una chimera scritta sulla carta e non risolve i problemi delle fragilità esistenziali.