La Fp Cgil di Potenza reputa molto grave la chiusura, sebbene temporanea, del reparto di terapia intensiva neonatale dell’azienda ospedaliera San Carlo di Potenza, unica Tin in regione. Ulteriore segno di una sanità regionale ormai al collasso.
Si sta verificando quanto da tempo avevamo preannunciato come FP CGIL, denunciando a più riprese la grave carenza di personale medico e infermieristico nella quale versa la sanità regionale e che avrebbe comportato nel medio periodo il blocco delle attività e dell’assistenza.
Un reparto che è completamente collassato su se stesso, da tempo sottorganico, le cui poche unità, dopo mesi di turni estenuanti, al di là di qualunque limite contrattuale e di qualsivoglia sostenibilità psicofisica, hanno garantito con abnegazione sino ad ora l’assistenza sanitaria.
Una grave sottovalutazione delle denunce su quanto stava accadendo al personale del reparto che, per senso di responsabilità e professionalità, ha retto per troppo tempo carichi di lavoro e turni estenuanti.
La chiusura ha gravi conseguenze sui livelli di assistenza sanitaria considerato che tale circostanza obbliga a indirizzare donne che rischiano parti prematuri in altre strutture extraregionali e a trasferire d’urgenza piccoli prematuri, creando oltre ad una antieconomica e deleteria mobilità sanitaria passiva, un grave danno materiale e morale per tutte quelle famiglie che vivono nell’incertezza della destinazione del proprio piccolo e si trovano ad affrontare un improvviso sconvolgimento delle loro vite.
Grandissimi problemi anche nella gestione del servizio di trasporto in emergenza neonatale (Sten), che copre l’intero territorio lucano, nelle strutture dotate di terapia intensiva neonatale, per i follow-up del neonato a rischio e del neonato sano post dimissione, nonché dei vari controlli; gravi le difficoltà ormai a gestire anche i parti a termine e grande la paura che vivono gli operatori sanitari all’idea di affrontare eventuali emergenze che potrebbero sorgere durante i parti e mettere a rischio la salute delle mamme e dei loro bambini.
Una situazione deflagrata in tutta la sua drammaticità e che pare non avere all’orizzonte risoluzioni in tempi ristretti. Tamponare la situazione con medici a chiamata provenienti dal napoletano e pagati a 120 euro l’ora oltre rimborsi spese, non può risultare la risoluzione di un problema che ha ormai bisogno di interventi strutturali, mirati e decisivi, che abbiano effetti stabili.
La Fp Cgil, nell’auspicare che la gravissima crisi in cui versa la terapia intensiva neonatale serva da monito per evitare che la situazione di altri reparti in asfissia sia lasciata languire sino alle estreme conseguenze che ci troviamo a vivere e denunciare oggi, chiede all’assessore alla Salute di convocare un incontro urgente con la direzione dell’azienda ospedaliera regionale San Carlo e le organizzazioni sindacali per affrontare l’emergenza in atto.