“Dopo aver dovuto “respingere” l’estate scorsa tanti pazienti pugliesi perché le norme burocratiche della Regione me lo hanno imposto, ieri ho dovuto “respingere” un cittadino extracomunitario”. Lo ha raccontato in diretta su facebook Giuseppe Demarzio, titolare del Centro Radiologico Madonna della Bruna e dirigente di Sanità Futura.
“E’ accaduto –ha riferito – che un cittadino nigeriano senza documenti si è rivolto alla mia struttura chiedendo una prestazione urgente. Animato da solidarietà ho chiesto agli uffici competenti dell’Asm quale procedura avrei potuto utilizzare per consentire al cittadino extracomunitario di ricevere gli esami con tutte le tutele necessarie, in forma gratuita o magari semi gratuita pagando il ticket come fanno tutti gli utenti del Servizio Sanitario Nazionale. In Asm l’ufficio preposto è stato gentile e disponibile.Ebbene – ha evidenziato Demarzio – ho avuto grande difficoltà, un po’ perché il mio inglese non è perfetto, ma soprattutto a spiegare al cittadino nigeriano tutti i passaggi che avrebbe dovuto superare per farsi autorizzare a ricorrere ad un medico che a sua volta avrebbe dovuto autorizzare la mia struttura alla prestazione evitandomi di essere denunciato ed evitare che il mio gesto di solidarietà avesse potuto trasformarsi in una denuncia. Anche all’Asm la procedura viene letta come “assurda”. E sono convinto che anche loro sono vittime della complessa e ingiustificata normativa. Mi sono vergognato. Siamo alla follia burocratica. La realtà è che in Italia il tema dell’assistenza sanitaria agli stranieri è regolato da una grande quantità di norme eterogenee che risalgono al 1998. Decreti legislativi, Testi Unici, circolari che sono di non facile interpretazione e quindi applicazione sino a determinare l’assurda situazione che i profughi sono soccorsi in mare e accolti in Italia ma se hanno bisogno di cure non si capisce chi e come possa assicurarle. Alla base di tutto – ha detto Demarzio – c’è il “mostro della burocrazia”, una montagna di carte che ci incarta tutti. E’ ora di uscire da questa situazione perché il diritto alla salute sia per i cittadini italiani che conoscono bene i disagi per file, autorizzazione, liste di attesa e per gli extracomunitari non si nega a colpi di carte”.
Feb 01