Cliniche in Basilicata, intervento di Antonio Flovilla,Vice Presidente Nazionale di FederANISAP. Di seguito la nota integrale.
Ho avuto forti perplessità prima di decidere se e come intervenire sulla vicenda descritta nella DGR 446/19, avente ad oggetto “verifica di compatibilità per la realizzazionenella città di Potenza di una struttura di ricovero per acuti con annesso ambulatorio di diagnostica per immagini da parte della società Cliniche della Basilicata S.r.l”, che per un lungo periodo di tempo ed ancora oggi, per le vicende connesse e non esplicitamente dichiarate in delibera, ha rappresentato un vero e proprio tormentone.
Infatti, molti interventi sulla stampa a difesa dei livelli occupazionali dei dipendenti della clinica Ex Luccioni/ Ex Istituto Clinico Lucano (prima oltre 100, poi divenuti 26 e forse, si dice, attualmente meno di 15) hanno portato all’attenzione dell’opinione pubblica e degli addetti ai lavori la necessità di un intervento da parte del Governo Regionale in materia di politica e di legislazione sanitaria, nonché in materia di riorganizzazione dei posti letti per acuti.
Mi ha aiutato a superare le perplessità, cui facevo riferimento, l’occasione (rara) fornita dalla circostanza, per esprimere alla burocrazia regionale, molto spesso accusata di lentocrazia relativamente al settore sanitario, un plauso per la tempestività nel rilascio del parere di compatibilità per la realizzazione di una struttura ospedaliera privata di ricovero per acuti, complessa sia dal punto di vista della sua articolazione e sia dal punto di vista delle attività dichiarate compatibili con il servizio sanitario regionale: Chirurgia Generale, Ortopedia e Traumatologia, Ostetricia e Ginecologia, Urologia, Medicina Generale, Cardiologia, Neurochirurgia, per complessivi 80 posti letto, di cui 60 ai sensi dell’art. 3 della L.R 28/2000 e s.m.i. e 20 ai sensi dell’ art. 62 della L.R 5/2016, unitamente all’attività ambulatoriale per le medesime specialità, compreso la radiodiagnostica per immagini – radiologia diagnostica (TAC, risonanza magnetica nucleare settoriale non superiore ai 5 Tesla, Moc; RX, Ecografia).
Parliamo di un arco di tempo di circa 8 mesi, paradossalmente definito “breve” dagli addetti ai lavori, ma concretamente lunghissimo rispetto alle necessità della imprenditoria privata:anche i 60 giorni – ordinatori e non perentori – stabiliti dal legislatore regionale sono eccessivi per il compimento di un atto dovuto ope legis, cosi come recita l’art. 62 della L.R n.5/2016 e s.m.i..
Questa efficienza degli uffici per la verità non caratterizzasolo questo provvedimento, poiché vi è stato qualche altro caso (raro), per il passato più o meno recente, riguardante attività – ad onor del vero – meno complesse di quelle oggetto della richiesta da parte di Cliniche della Basilicata S.r.l: caso che da molti è stato definito come eccezione che conferma la regola!
La celerità con cui si è conclusa questa prima fase del complesso procedimento certamente non è ascrivibile all’ordinaria collaborazione istituzionale fra soggetti e uffici coinvolti: Cliniche Lucane S.r.l, Comune di Potenza, Asp, Ufficio Legale della Giunta Regionale, Dipartimento Presidenza della Giunta Regionale vecchia e nuova, Dipartimento Regionale Salute.E’ probabile, infatti, che il risultato raggiunto in così breve tempo possa essere dovuto ad un coordinamento efficace e illuminato che abbia a disposizione un vasto patrimonio di conoscenza sia della normativa sanitaria in ogni suo dettaglio- che potrebbe sfuggire ai più – sia una adeguata capacità di interlocuzione con gli uffici.
Sin qui l’efficienza degli Uffici Regionali!
Passando alla riflessione di merito, in considerazione di quanto esposto in Delibera e di quanto riportato dalla stampa,non si comprendono le ragioni tecnico – giuridiche dell’accorpamento in un unico provvedimento di fattispecie afferenti procedimenti amministrativi diversi ed aventi presupposti e finalità diverse.
Sfugge anche il collegamento tra questo provvedimento e l’assunzione dei dipendenti della clinica Ex Luccioni da parte del “Don Uva”, pare in virtù di un accordo recentemente siglato in Regione presso il Dipartimento Salute.
Sembra volersi evocare costantemente un fantasma che ha condizionato da molto tempo la politica sanitaria della Regione e della Asl territorialmente competente e che in un caso ha portato all’apertura di un procedimento fallimentare e, nell’altroalla chiusura della struttura da parte della Regionesu impulso della magistratura e al conseguente decadimento del contratto con la ASP, dell’accreditamento e della stessa autorizzazione ad esercitare le attività sanitarie connesse.
Ovviamente, a far parlare della struttura chiusa rimane ancora una eredità che ha a che fare con i problemi gestionali non pertinenti alla sfera di competenzadella Regione. Tra questi problemi importanza rilevante assume quello relativo al personale, a cui va la solidarietà di FederAnisap e mia personale, e per la cui risoluzione occorrono impegno e serietà, senza però condizionare la trasparente azione che deve caratterizzare il governo Regionale e senza che possa costituire ilpresupposto per risolvere in maniera surrettizia altri problemi riguardanti interessi diversi, sia pur legittimi, che richiederebbero altri percorsi ed altri presupposti.Il destino dei lavoratori va separato dallefuture attività di ricovero esercitata da soggetti imprenditoriali legittimati a realizzare e gestire strutture sanitarie. In maniera esplicita se il “Don Uva”, come riporta la stampa, intende assumere i dipendenti della Ex Luccioni/ Ex istituto Clinico Lucano ben venga, rientra nel pieno delle sue facoltà gestionali. Tuttavia, questa non è materia pertinente o condizionante il rilascio del parere di compatibilità per qualsivoglia attività sanitaria.
Inoltre, se esiste un fabbisogno di posti letto per acuti non più coperto da strutture privateconvenzionate, ritengo che possa essere utile alla programmazione sanitaria regionale rivedere il piano ospedaliero per acuti, valutando anche la possibilità/opportunità di evitare la chiusura di qualche ospedale/reparto ospedaliero/riduzione di posti letto. Se poi la Regione vuole applicare la normativa delle strutture ambulatoriali anche alle strutture con posti letto di ricovero per acuti, ben venga anche questo, in quanto premia la libera iniziativa privata in sanità e favorisce la necessaria e corretta competizione pubblico-privato,sempre auspicata, perseguita e sostenuta da FederAnisap e dal sottoscritto.
Se così non fosse, la Regione nelle sue articolazioni e competenze dovrebbe esprimersi in maniera chiara sulla compatibilità/necessità di accreditare e successivamente convenzionare strutture ospedaliere private con posti letto per acuti e definirne le procedure.Anche nelle ipotesi di più istanze tendenti ad ottenere un giudizio di compatibilità Ex art. 62, L.R 5/16, in un regime liberista, quale quello sancito dalla stessa norma, tutti hanno diritto a realizzare i propri progetti in tempi ragionevoli, senza alcuna scala di priorità o cronologia nella presentazione delle istanze, al contrario di come superficialmente/strumentalmente avviene, con il supporto delle giaculatorie presentiin uno dei pareri espressi dall’ufficio Legale della Regione, immaginando/costruendo provvedimenti all’abbisogna.
Esemplificativa sulla superficialità nella costruzione di alcuni provvedimenti è la recentissima sentenza del Tar di Basilicata che annulla la delibera di attribuzione dei tetti di spesa alle strutture ambulatoriali accreditate per vizi di forma e di sostanza, validando la legittimità della posizione espressa da Anisap-FederAnisap in tutti questi anni, insieme ad altre associazioni categoria, econtestualmente riconoscendoche le interpretazioni di norme, come è accaduto troppo spesso da parte di Uffici del Dipartimento, non possono essere personali.
Tutte queste considerazioni, come ho premesso, fanno riferimento a quanto contenuto nella DGR e a quanto riportato dalla stampa anche recentissima. Considerazioni più puntuali sarebbero possibili esaminando gli atti contenuti nell’istruttoria del procedimento, che spero di poter consultare – previa istanza nei modi di legge, nella mia qualità di operatore del settore e di Vice Presidente Nazionale dell’Associazione di categoria più rappresentativa a livello nazionale- senza ostracismo di sorta, atteso l’interesse alla reale conoscenza da partedegli addetti ai lavori e dell’opinione pubblica.