Pubblichiamo la nota di Coldiretti Pensionati Basilicata sulla rimodulazione dei ticket sanitari avviata dalla Regione Basilicata.
I nostri amministratori hanno valutato se il loro affrettato decisionismo sia andato davvero nella direzione di salvaguardare le esigenze delle fasce più deboli della nostra società regionale?
A queste domande hanno cercato di darsi una risposta i partecipanti al Consiglio Direttivo dell’Associazione Regionale Pensionati Coldiretti di Basilicata unitamente a quelli dei Consigli Direttivi delle due Associazioni Provinciali Pensionati di Potenza e Matera, tenutisi recentemente presso la Sede Sociale di Via dell’Edilizia a Potenza e che ha visto la partecipazione del Presidente Nazionale dell’Associazione Antonio Mansueto e dei massimi Dirigenti della Coldiretti Lucana.
Nel giudicare positivamente l’eliminazione della quota fissa aggiuntiva a ricetta per la specialistica ambulatoriale, il Consiglio considera veramente penalizzante e discriminante la rimodulazione del ticket sulla farmaceutica. A decorrere dal 1° luglio, fatta eccezione per quelle persone che soffrono di patologie croniche riconosciute e che non pagheranno i farmaci, non ci sarà più una esenzione totale e pertanto tutti gli altri cittadini pagheranno un contributo minimo di uno o due euro in base al reddito familiare.
“Far pagare un euro per ogni ricetta a quei cittadini che hanno una pensione di importo inferiore ai 500 euro e quindi un reddito annuo pari o inferiore agli 8.263,31 euro” ha detto il Presidente dell’Associazione Pensionati Leonardo Gorgoglione “significa voler aggravare la loro già precaria situazione economica che giorno dopo giorno diventa sempre più critica ed insostenibile a soddisfare le minime e vitali esigenze quotidiane. Una valutazione più attenta andava fatta dal Governo Regionale prima di adottare questo iniquo provvedimento in quanto avrebbe dovuto tenere in maggiore considerazione questa fascia di cittadini anziani che purtroppo vanno spesso in farmacia, portando ogni volta non una ma diverse ricette e costretti quindi a pagare non uno ma diversi euro ogni volta. Auguriamoci che lo spirito di solidarietà che anima i nostri Amministratori possa portare ad una benevola modifica del provvedimento, abolendo questo iniquo balzello, recuperando magari le mancate entrate con una seria lotta agli sprechi ed alle spese inutili ed assicurando a tutti una sanità equa e solidale a partire dalle prestazioni sanitarie che necessariamente dovranno essere erogate in tempi ragionevoli e brevi ed eliminando così i lunghissimi, insostenibili e dannosi tempi di attesa”.