All’ospedale di Policoro si è rotto l’Amplificatore di brillanza per gli interventi in scopia, cioè lo strumento utilizzato in sala operatoria composto da un monitor e da un arcodiscopia, indispensabile per gli interventi di ortopedia che utilizzano una tecnica non invasiva.
Per riparare l’attrezzatura ci vorranno un paio di mesi. Lo stesso apparecchio è presente, inutilizzato ormai da tempo, presso l’ospedale distrettuale di Tinchi, ma alcuni componenti di un comitato cittadino hanno impedito, per tutta la mattinata, l’accesso al servizio di radiologia per ostacolare l’azione di trasferimento dell’apparato a Policoro.
Nel frattempo l’Azienda Sanitaria di Matera e il reparto di ortopedia di Policoro sono costretti a trasferire i pazienti che devono essere operati, presso le strutture ospedalieri di Villa d’Agri, Lagonegro e Matera, con enormi disagi per gli stessi pazienti, i loro familiari ed il personale sanitario che ha dovuto organizzare i trasferimenti.
L’Asm ha chiesto l’intervento delle forze dell’ordine affinché venisse consentito lo spostamento delle attrezzature da Tinchi a Policoro e quindi la
ripresa della normale attività di chirurgia ortopedica, nel legittimo interesse dei pazienti e a dispetto di ogni strumentalizzazione. Nel primo pomeriggio la situazione si è risolta.
La stessa azienda sanitaria, in ogni modo, fornirà alle competenti autorità tutti i dettagli del caso, dalle difficoltà incontrate nelle operazioni di trasferimento alle prestazioni che non è stato possibile erogare ai cittadini, al fine di far valutare eventuali lesioni di diritti dei pazienti e profili comportamentali non conformi alle norme.
Ospedale, nuova protesta del Comitato di Tinchi
Tinchi- E’ di nuovo esplosa stamattina la rabbia dei cittadini che fanno riferimento al Comitato Difesa dell’Ospedale di Tinchi. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il tentativo di trasferire alcuni macchinari dalla radiologia per trasferirla all’ospedale di Policoro.
Ma la rabbia era già latente dopo la recente delibera, la n° 792 del 2 Agosto 2012 firmata dal dr. Eustacchio Vitullo e dal pisticcese dr. Giovanni D’Onofrio, con la quale si chiude l’attività dei laboratori di analisi di Tinchi e Stigliano concentrando tutta l’attività presso l’Ospedale di Policoro.
Ma anche la decisione dell’ASM di ridurre i tempi delle prestazioni del Punto Territoriale di Soccorso. E questi sono solo alcuni dei provvedimenti che vanno nella direzione opposta a quanto dichiarato ufficialmente dal Sindaco di Pisticci, anche recentemente, quando a nome dell’amministrazione comunale ha ribadito l’impegno per la realizzazione del Piano per Tinchi più volte annunciato dalla direzione ASM e mai concretizzato. Appare superfluo ricordare che per Tinchi la Regione e l’ASM prevedevano un Day Service e una Day Surgery di riferimento aziendale, l’endocrinologia e il trattamento del piede diabetico, i laboratori delle varie specializzazioni e la riabilitazione con i posti letto. Di un Pronto Soccorso potenziato con la presenza del chirurgo, dell’anestesista e dell’internista aveva parlato il Sindaco in una assemblea pubblica tenutasi nella sala consiliare di Marconia. La risposta dell’ASM invece sembra essere la riduzione delle prestazioni. Alcuni esponenti del Comitato si sono incatenati davanti all’ingresso della radiologia. A parlare con i manifestanti è arrivato il vice sindaco di Pisticci poi raggiunto anche dal Sindaco Dr. Di Trani, il quale ha espresso la solidarietà dell’Amministrazione Comunale. Dopo un lungo colloquio ha dichiarato di assumersi tutte le responsabilità di amministratore e che se non ci saranno risposte immediate che vanno nella direzione della realizzazione degli impegni assunti dalla regione metterà in campo azioni ancora più eclatanti di quelle di stamattina.
Il Comitato Difesa dell’Ospedale di Tinchi
VICENDA OSPEDALE TINCHI, BENEDETTO: “SPIA PROFONDO MALESSERE”
“Quanto è accaduto ieri all’Ospedale di Tinchi è l’ennesima spia di un malessere popolare diffuso che insieme alla sfiducia per le tante promesse istituzionali, ribadite anche di recente in occasione dell’approvazione del Piano della Salute e in attesa ancora di concretizzazione, rappresentano una miscela esplosiva di contestazione da non continuare a sottovalutare”. A sostenerlo è il consigliere regionale di IdV Nicola Benedetto per il quale “c’è un solo modo per disinnescare la miccia della protesta che come si ricorderà ha già avuto azioni clamorose e durature ad opera del Comitato di difesa con il presidio in atto ininterrottamente dal primo luglio 2010 sul tetto più alto dell’Ospedale: dare immediata e pratica attuazione alle azioni per la salvaguardia di prestazioni e servizi dell’ospedale di Tinchi, altrimenti anche il semplice trasferimento di uno strumento ospedaliero potrebbe essere scambiato per depotenziamento ed altro. Ai dirigenti del Pd di Pisticci e Marconia che adesso si dicono pronti a qualsiasi forma di battaglia – aggiunge – ricordo che tutto ciò non sarebbe accaduto se i consiglieri regionali del Pd avessero accantonato gelosie e personalismi votando l’emendamento da me proposto al Piano Salute per mettere una parola chiara e definitiva sul presente e sul futuro dell’Ospedale di Tinchi. E non si venga a dire che è sufficiente l’ordine del giorno che, pure contiene le proposte che ho fatto per Tinchi, perché potrei citare decine e decine di ordini del giorno approvati in Consiglio e rimasti negli uffici della Presidenza della Giunta e di qualche Assessore. A Martorano che nei giorni scorsi nel tentativo di “gettare acqua sul fuoco” ha esternato la “piena autonomia delle Aziende Sanitarie” utilizzando il Pssr, vorrei consigliare – continua Benedetto – un concreto passo nei confronti dell’Asm, perché responsabilizzare e delegare è utile ma non esaustivo. Si tratta, in sostanza di tradurre in atti concreti il principio in base al quale, nel processo di rimodulazione dell’offerta di prestazioni assistenziali avviato dalla Asm, l’ospedale di Tinchi è destinato a rivestire una valenza strategica in risposta ai bisogni specifici della salute, in considerazione della posizione geografia nel territorio provinciale. Altrimenti la parola d’ordine “ammalarsi meno, curarsi meglio” non avrà alcun effetto specie se riferita alla medica territoriale. Guai se qualcuno pensasse di risolvere la questione con le forze dell’ordine invece di pensare a prevenire la protesta”.