Nel pomeriggio di venerdì 4 settembre il Comitato a difesa degli Ospedali del Metapontino ha incontrato in piazza Eraclea a Policoro la Fials Matera, quest’ultima impegnata in una campagna di adesione firme a sostegno della Sanità Materana. Il segretario generale Gianni Sciannarella ha dichiarato che “la Fials Matera promotrice del Gruppo Facebook la Sanità materana non si tocca ha promosso questa petizione che porta lo stesso nome del gruppo per chiedere l’abolizione della proposta di riorganizzazione della sanità lucana a firma dell’assessore regionale alla salute Rocco Luigi Leone, perché vedrebbe la nascita di due aziende, una Ospedaliera e l’altra territoriale. Questa scelta costringerebbe gli ospedali periferici ad un ruolo marginale rispetto al San Carlo, ritenuta da sempre struttura centrale regionale. Ieri siamo stati a Policoro per presentare e condividere con i cittadini la nostra proposta che prevede sempre due aziende ASM e ASP ma di tipo misto al fine di integrare tutti gli ospedali presenti della provincia di Matera. Al momento sono già state raccolte 8709 firme e invitiamo tutti alla manifestazione del 10 settembre in piazza Vittorio Veneto a Matera”.
In rappresentanza del Comitato difesa ospedali metapontino il biotecnologo Lino Grieco e Gaetano Giannace consigliere regionale dell’Aido che hanno proposto l’apertura dell’aviosuperficie “Enrico Mattei” di Pisticci, per agevolare lo spostamento dei lucani che sono affetti da patologie importanti e obbligati a curarsi in sedi ospedaliere extra – regionali, inoltre, presente Gianni Di Pierri il quale ha dichiarato “Esprimo la mia forte contrarietà ad una riforma miope che vorrebbe accentrare a Potenza la gestione di tutti i presidi ospedalieri della regione Basilicata. L’Ospedale di Policoro, poi, in particolare, sta subendo nell’indifferenza generale uno spoglio quotidiano drammatico di personale e mezzi, interi reparti sopravvivono a fatica e a breve non riusciranno più a garantire le prestazioni essenziali. La progressiva inefficienza delle strutture ospedaliere locali, fortemente voluta dall’amministrazione regionale, fa sì che ci avviciniamo sempre di più al modello sanitario americano per cui solo chi ha la disponibilità economica beneficia dell’assistenza sanitaria mentre chi non ce l’ha è destinato a restare tutta la vita in una lista d’attesa infinita e ad incrociare le dita”.