Consigliere regionale Leggieri (M5s): “Le promesse da marinaio della Regione. Ospedale di Venosa, disservizi e umiliazioni per i cittadini”. Di seguito la nota integrale.
Ancora una volta sono costretto ad intervenire su un tema che desta sempre grande attenzione tra i cittadini: il buon funzionamento dell’ospedale di Venosa “San Francesco”. Una struttura che più e più, durante la lunga emergenza sanitaria provocata dal Covid-19, è stata considerata strategica per fronteggiare la pandemia.
Sul “San Francesco”, che, comunque, ha fatto la sua parte negli anni del Covid, sono intervenuto almeno un centinaio di volte, ma mai mi sarei immaginato di dover ulteriormente esprimermi sul funzionamento a ranghi ridotti di alcuni reparti fondamentali per tutti noi. A quanto pare, a nulla sono servite le rassicurazioni della Regione Basilicata in tutti questi mesi, nei quali abbiamo ripreso confidenza con la normalità. Normalità, soprattutto, da garantire ai cittadini che chiedono prestazioni sanitarie degne di questo nome, di livello e in tempi ragionevoli. A Venosa -nonostantela mozione del MoVimento Cinque Stelle, votata in Consiglio regionale all’unanimità e riguardante il rafforzamento del Pod oraziano -, si stenta a garantire l’offerta dei servizi, che rimangono tali solo sulla carta.
Il riferimento è alla lungo degenza e alla fisioterapia, che, da quanto mi comunicano fonti attendibili, restano chiuse. Viene proprio voglia di dire “alla faccia della mozione” votata oltre un anno fa, con la quale la Regione Basilicata prese impegni precisi. Ma, al netto degli psicodrammi ai quali stiamo assistendo in Consiglio regionale periodicamente, il sedicente “governo del cambiamento” ci sta, purtroppo, abituando pure alle promesse da marinaio. Quasi lo stesso spartito riguarda l’ecografia e la tac, che non funzionano, costringendo i cittadini a rivolgersi altrove. A ciò, poi, si aggiunge il funzionamento a singhiozzo della radiologia, dove il servizio non è assicurato in maniera continuativa. Immaginate quale potrebbe essere la reazione di un cittadino che raggiunge l’ospedale per sottoporsi ad una radiografia e viene rimandato a casa o spedito altrove per impossibilità ad attivare il servizio.
Insomma, stiamo assistendo ad una vera e propria beffa, dopo la tragedia della pandemia, ai danni della città di Venosa e degli abitanti del Vulture-Melfese Alto Bradano.
Spero che tanto il presidente della Giunta, Vito Bardi, quanto l’assessore alla Salute, Francesco Fanelli, intervengano quanto prima, perché le promesse da marinaio lasciano il tempo che trovano, mentre i diritti costituzionalmente garantiti conservano ancora un valore prezioso.