Gianni Perrino, consigliere regionale M5s: “Il caso della radioterapia a Matera: si continua a menar il can per l’aia?”. Di seguito la nota integrale.
Gli effetti del covid-19 hanno contribuito parecchio a far scoppiare i bubboni purulenti che da tempo affliggono la sanità pubblica. Ed è così che sono ancora più vistose le incongruenze che hanno caratterizzato decenni di malagestione da parte delle regioni e di scarsa programmazione da parte dei governi centrali.
La Regione Basilicata non è esente da queste problematiche e lo vediamo giorno dopo giorno con le vertenze che affliggono i vari ambiti della sanità. Come sempre a pagare sono i cittadini e gli operatori del settore, mentre la regione si giustifica miseramente, affermando che sono emergenze che riguardano l’intero territorio nazionale.
Tuttavia ci sono aspetti sui quali emerge un vero e proprio cortocircuito a livello di management, con le solite lungaggini burocratiche incomprensibili ai più. Sicuramente, il caso della radioterapia di Matera, rientra in questa fattispecie.
A luglio erano stati richiesti aggiornamenti rispetto a questo progetto dell’ospedale Madonna delle Grazie di Matera. Una prima risposta è giunta a settembre e, tra le altre cose, si parlava di una possibile variazione migliorativa del progetto, ragione per cui si stavano verificando ritardi nell’assegnazione dei suoli per la realizzazione di quanto previsto. Siamo a dicembre e nessuna novità in merito pare ancora essere all’orizzonte, ragione per cui, nelle scorse settimane, sono stati richiesti ulteriori aggiornamenti con una nuova interrogazione. È stata altresì informata in maniera informale la D.ssa Pulvirenti del fatto che lo stesso management del Miulli annoverava, tra quelle che erano le prestazioni maggiormente richieste dai lucani – ed in particolare dai cittadini della provincia di Matera – proprio le sedute di radioterapia. La finalizzazione del progetto, potrebbe ridurre significativamente la mobilità sanitaria passiva per la nostra regione, con vantaggi sia per i tanti pazienti fragili che ne fanno ricorso che per le casse del disastrato sistema sanitario regionale.
Le soluzioni per rilanciare la sanità lucana ci sono ma non si comprende per quale ragione si continui a menare il can per l’aia. Cari manager, datevi da fare e, se ci sono logiche dilatorie da parte di chi tira le fila, è vostro obbligo morale denunciarle apertamente e senza infingimenti. Basta girare intorno ai problemi: o fate il vostro lavoro fino in fondo, oppure siete caldamente invitati a fare le valigie e lasciare il posto a chi vuole davvero che la sanità in Basilicata funzioni come si deve!