Nuove audizione nella quarta Commissione (Politica sociale) presieduta da Luigi Bradascio (Pp), sulle vicende legate al servizio di continuità assistenziale. Ad essere ascoltati i vertici regionali della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg) Antonio Santangelo, di Intesa sindacale Serafino Rizzo, del Sindacato medici italiani Vincenzo Filitti, che hanno spiegato i motivi della loro protesta dopo la sospensione di alcune indennità ai medici del servizio di continuità assistenziale decisa dalla Giunta regionale a seguito dei rilievi della Corte dei Conti. La magistratura contabile ha contestato un danno erariale del valore complessivo di 13 milioni e 600 mila euro per le indennità erogate nel periodo dal 2012 al 2016 ai medici impegnati nel servizio di continuità assistenziale in provincia di Potenza.
“È un momento molto delicato per i medici – ha detto Santangelo – che in molti casi svolgono solo questa attività professionale ed ora si vedono ridotto di un quinto lo stipendio. Con rispetto per il lavoro della Corte dei conti, rileviamo che un organismo indipendente entra a gamba tesa, intaccando un principio fondamentale della riforma del servizio sanitario e la modalità di concertazione nazionale e aziendale, giudicando senza sentire preventivamente le parti per verificare qual è la ratio che ha portato all’adozione di quel provvedimento, con una logica meno che ragionieristica”. “Non vorremmo che anche questa diventi una occasione persa”, ha aggiunto ricordando l’allarme lanciato a suo tempo “sul progressivo pericolo che fra qualche anno si determini una carenza di medici e quindi di assistenza sul territorio regionale. Abbiamo proposto il riordino delle cure primarie in raccordo con la continuità assistenziale, siamo ancora in attesa che ci ascoltino. È necessario mettere mano alle cure primarie e rivederne l’assetto per dare dignità al lavoro di tanti medici. Continuare ad avere due settori indipendenti è una iattura per il servizio sanitario, mentre l’integrazione fra assistenza primaria e continuità assistenziale è fondamentale per la qualità dell’assistenza sanitaria”.
“Con l’iniziativa della Corte dei Conti – gli ha fatto eco Rizzo – si sta mettendo in discussione l’autonomia negoziale di una Regione che ha investito nella continuità assistenziale in un territorio difficile, garantendo una capillarità di servizi che offre una prima risposta al cittadino in tutte le aree del territorio. Il rafforzamento della medicina territoriale sarebbe l’altro tassello mancante. Contesteremo nelle sedi opportune questo provvedimento per tutelare la dignità della professione, si sta parlando di remunerazioni pari a quelle di un impiegato, con un taglio di 5/600 euro su 2.500 euro. La Regione ha fatto anche una scelta in termini di equilibrio della finanza, con indennità che fanno risparmiare spese per la sicurezza e il trasporto e danno dignità alla professione. Sono indennità presenti in tutte le Regioni e questo discorso va spostato a livello nazionale. Se si fosse analizzata più a fondo la specificità di questa attività, probabilmente anche la lettura della magistratura contabile sarebbe stata più ampia. Chiediamo una presenza maggiore della Regione in difesa dei medici, per dire che le indennità sono state negoziate con piena legittimità”.
Filitti ha parlato di “una penosa vicenda: in Basilicata – ha detto – abbiamo perso la capacità di ascoltare, sono state approvate quattro riforme in pochi anni, ma mai le organizzazioni di categoria sono state ascoltate”.
Nel breve dibattito che è seguito, Perrino ha chiesto notizie sul tavolo di confronto annunciato dalla Giunta regionale (che è stato avviato tre giorni fa, come hanno confermato i rappresentanti sindacali), mentre Romaniello ha osservato che la Corte dei conti mette in discussione l’istituto della contrattazione di secondo livello, e la Regione e le organizzazioni dei medici devono predisporre puntuali e dettagliate controdeduzioni, con una nota esplicativa sulle finalità della contrattazione di secondo livello e sulle ragioni che hanno portato a individuare quelle voci. Opinione condivisa anche da Pace, per il quale il tema del l’ascolto è importante, il sistema sanitario è fatto di enti e sinergie e se lo indeboliamo facciamo un errore. Lacorazza ha parlato invece della necessità di individuare un percorso unitario in Consiglio regionale per definire una proposta che possa tenere insieme le posizioni già assunte dalla Giunta, il diritto alla salute, la funzione, il ruolo e gli accordi per i medici della continuità assistenziale. Il presidente Bradascio ha concluso i lavori affermando che il problema posto sulla carenza dei medici è molto serio e va affrontato programmando la medicina del futuro. Siamo in attesa della bozza del Piano sanitario – ha aggiunto -, che richiederà una discussione seria e approfondita che non può prescindere dalle osservazioni fatte dai medici in merito alla vicenda del servizio di continuità assistenziale.
Ai lavori della Commissione hanno partecipato, oltre al presidente Bradascio (Pp), i consiglieri Lacorazza, Polese e Spada (Pd), Pace e Romaniello (Gm), Perrino (M5s) e Napoli (Pdl-Fi).