Coroavirus, altri 11 contagi in Basilicata, Fp Cgil e Cisl Fp: “Protocolli sulla sicurezza dei lavoratori. Troppi ritardi, confusione e conseguenti rischi”. Di seguito la nota integrale.
Dopo l’euforia dei giorni scorsi per i contagi zero, la Basilicata ripiomba nell’allarme covid19 registrando nel giorno della festa dei lavoratori ben 11 nuovi contagi, di cui 7 operatori sanitari e un agente della polizia locale, tutti asintomatici. Un dato estremamente preoccupante che ci impone una seria
riflessione in vista dell’imminente ripartenza. Sono due mesi che incessantemente denunciamo la scarsità e in alcuni casi l’inadeguatezza di dispositivi di protezione individuale e le carenze in merito alla sicurezza dei
lavoratori, due mesi che segnaliamo i rischi a cui si sottopongono anzitutto quegli operatori della sanità e
della sicurezza che stanno continuando a garantire la salute collettiva e il controllo del rispetto delle
stringenti misure di contenimento attraverso il confinamento sociale. L’asintomaticità dei nuovi casi
registrati oggi deve essere un ulteriore e importante monito affinché la stella polare in questa fase sia
anzitutto la sicurezza.
Lunedì 4 maggio inizia la cosiddetta fase 2 che prevede i primi allentamenti al lockdown. Tuttavia ancora è grande la confusione su una ripartenza che suscita nei lavoratori troppe incertezze e che in ogni caso richiederà molta cautela e tanta prudenza. Non si può ripartire, seppur lentamente, senza sicurezza per i lavoratori. E’ impensabile farlo senza aver sottoscritto a livello locale nei singoli enti i protocolli sulla
sicurezza. Se da un lato la pubblica amministrazione dovrà garantire l’erogazione dei servizi pubblici, dall’altro
dovrà contemporaneamente tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori.
Abbiamo già richiesto all’indomani della sottoscrizione a livello nazionale del Protocollo di accordo
per la prevenzione e la sicurezza dei dipendenti pubblici in ordine all’emergenza sanitaria da Covid- 19,
firmato dal ministro Dadone e dalle organizzazioni sindacali, nonché sollecitato, l’attivazione di confronti
con le organizzazioni sindacali e le rsu per recepire, in base alle specificità dei posti di lavoro, quanto previsto nell’accordo, ma a oggi le amministrazioni non hanno proceduto alle convocazioni e lasciato la
ripresa in una nebulosa e pericolosissima incertezza. Come si dovranno comportare i lavoratori? Quali
procedure bisognerà seguire? In che modo saranno garantite le turnazioni, la distanza di sicurezza, i controlli
del personale dipendente e degli utenti esterni?
E’ bene ribadire che il protocollo non è un atto unilaterale degli enti, bensì uno strumento per condividere con le rappresentanze sindacali tutte le iniziative poste in essere per la tutela dei lavoratori ma anche dell’utenza e dei cittadini nella delicata attuazione delle fasi progressive di rientro.
Le rsu, gli rls e le organizzazioni sindacali devono essere protagonisti con le amministrazioni su scelte organizzative che impatteranno sull’organizzazione dei servizi e sulla sicurezza del lavoro, definendo,
ove strettamente necessario, anche il rientro del personale a rotazione, concordando orari consoni ed integrati
con i sistemi di trasporto e tutte le misure idonee a garantire una “rarefazione” della presenza negli ambienti, continuando altresì a considerare lo smart working come modalità di lavoro ordinaria.
E’ imprescindibile una celere discussione e sottoscrizione dei suddetti protocolli che permetta la definizione di procedure condivise per gestire la ripresa dei servizi e la sicurezza dei lavoratori, cui le
amministrazioni, in tutti gli ambiti lavorativi, è bene ribadirlo, dovranno fornire idonei e adeguati dpi,
rammentando altresì che le responsabilità del datore di lavoro in materia di salute e sicurezza previste dalla normativa specifica vigente nonché dall’art. 2087 cc, non viene loro meno nonostante la situazione di
emergenza.