Nonostante si ritrovi con l’Rt più alto d’Italia per la Basilicata arriva una buona notizia dopo le verifiche dei dati al Ministero della Salute. La Basilicata passa infatti dal rosso all’arancione, stesso colore per la provincia autonoma di Bolzano mentre la Puglia va in rosso insieme ad altre 9 regioni.
COSA SI PUO’ FARE IN ZONA ARANCIONE
Spostamenti
Nelle regioni arancioni è vietato ogni spostamento in entrata e in uscita dal Comune salvo che per gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. Sono comunque consentiti gli spostamenti strettamente necessari ad assicurare lo svolgimento della didattica in presenza nei limiti in cui la stessa è consentita. È consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza.
Visite nelle abitazioni private
Nelle Regioni nelle quali si applicano le misure stabilite per la zona arancione è consentito, in ambito comunale, lo spostamento verso una sola abitazione privata abitata, una volta al giorno, in un arco temporale compreso fra le ore 5 e le ore 22, e nei limiti di due persone ulteriori rispetto a quelle ivi già conviventi, oltre ai minori di anni 14 sui quali tali persone esercitino la responsabilità genitoriale e alle persone disabili o non autosufficienti conviventi. Lo spostamento non è consentito nei territori nei quali si applicano le misure stabilite per la zona rossa.
Seconde case
Si può fare rientro nelle seconde case di proprietà o in affitto (non valgono gli affitti brevi). Occorre provare di avere titolo di affitto o proprietà precedente al 14 gennaio.
Negozi
I negozi sono tutti aperti, compresi parrucchieri, barbieri e centri estetici. Nel weekend sono chiusi i centri commerciali. Sono chiuse palestre, piscine, teatri e cinema.
Scuole
Le scuole elementari e medie restano in presenza. Quelle superiori sono in presenza almeno al 50% fino a un massimo del 75%. Ma nei territori ad alta incidenza di contagio i presidenti di regione possono adottare misure restrittive, estendendo la dad.
Bar e ristoranti
Sono sospese le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie), ad esclusione delle mense e del catering continuativo su base contrattuale a condizione che vengano rispettati i protocolli o le linee guida diretti a prevenire o contenere il contagio. Resta consentita la sola ristorazione con consegna a domicilio fino alle 22. Si possono prendere cibo e bevande da asporto fino alle 18 dai bar e fino alle 22 da ristoranti, enoteche e vinerie, con divieto di consumazione nelle adiacenze.
Attività sportiva e motoria
Si può svolgere attività sportiva o motoria all’aperto, anche presso aree attrezzate e parchi pubblici.
Zona bianca
In fascia bianca si entra dopo aver registrato per tre settimane di seguito 50 nuovi contagi settimanali ogni 100mila abitanti. Serve un Rt sotto 1 e un rischio complessivo basso. Come stabilito dal Dpcm del 3 marzo, in zona bianca non si applicano le misure di contenimento del contagio che si applicano in zona gialla
Coprifuoco
Il coprifuoco dalle 22 alle 5 di mattina può essere annullato
Mascherina e distanziamento
Resta l’obbligo di indossare la mascherina sia all’aperto che al chiuso. Così come resta obbligatorio il distanziamento di un metro. Sono vietati gli assembramenti
Bar e ristoranti
Bar e ristoranti sono aperti a pranzo e a cena. Aperti anche tutti i negozi
Discoteche e fiere
Restano chiuse discoteche, locali da ballo, fiere e feste
Più di mezza Italia è sostanzialmente in lockdown. In base all’indice Rt e alla nuova stretta prevista dal decreto approvato in consiglio dei ministri, ad andare in rosso sono la Province autonome di Trento, la Lombardia, l’Emilia-Romagna, il Piemonte, il Veneto, il Friuli Venezia Giulia, il Lazio, le Marche, la Puglia, la Campania e il Molise (anche queste ultime due erano già in rosso). Tutte le altre Regioni, a parte la Sardegna che è bianca, sono arancioni. Comprese la Basilicata e la provincia autonoma di Bolzano, promosse fuori dalla zona rossa.
Accelera ancora, in modo “importante”, l’incidenza dei casi di coronavirus nel nostro Paese. L’Istituto superiore di sanità diffonde i primi dati della Cabina di regia, che si occupa del monitoraggio. Nella settimana dall’1 al 7 marzo i casi settimanali per 100mila abitanti sono 225,64 contro i 194,87 per 100.000 abitanti del periodo 22-28 febbaraio. L’Rt è di 1,16 (da 1,06). “Un valore di Rt superiore a 1 indica che l’epidemia è in espansione, con il numero di casi in aumento”, segnalano gli esperti.
Sale il tasso di occupazione delle terapie intensive, salito sopra la soglia critica cioè al 31% contro il 26 della settimana scorsa. I ricoverati sono passati da 2.756 a 2.327. Il numero di persone ricoverate in aree mediche è passato da 19.570 a 22.393. “Si osserva un forte aumento nel numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (50.256 contro 41.833 la settimana precedente)”.
Con il nuovo decreto non esiste più, fino a Pasqua, la zona gialla. Restano la bianca, dove si trova solo la Sardegna, e l’arancione e la rossa. Per passare nello scenario con più restrizioni si usano due fattori indipendenti. Il primo è l’Rt, l’indice di replicazione del quale viene preso in considerazione l’intervallo inferiore dei due che servono a fare la media. Se è superiore a 1,25 si va in rosso. Il nuovo dm ha però stabilito che fino a Pasqua il giallo non esiste più, e che si tiene conto anche dell’incidenza. Se supera i 250 casi settimanali per 100mila abitanti scatta lo scenario con più restrizioni. Di seguito si indicano l’Rt prima il medio e poi i due intervalli, e l’incidenza per ogni Regione.
La situazione degli RT per ogni regione
Abruzzo Rt 1,05 (0,99-1,09), incidenza 232,7
Basilica Rt 1,53 (1,31-1,76), incidenza 170,99
Calabria RT 0,83 (0.72-0,95), incidenza 66,42
Campania Rt 1,5 (1,41-1,6), incidenza 203,71
Emilia-Romagna Rt 1,34 (1,32-1,38), incidenza 434,26
Friuli Venezia Giulia Rt 1,39 (1,33 – 1,47), incidenza 266,2
Lazio Rt 1,31 (1,27 – 1,36), incidenza 172,82
Liguria Rt 1,13 (1,08 – 1,18), incidenza 151,56
Lombardia Rt 1,3 (1,28 – 1,32), incidenza 306,04
Marche Rt 1,08 (0,99 – 1,18), incidenza 310,71
Molise Rt 1,07 (0,83 – 1,33), incidenza 157,73
Piemonte Rt 1,41 (1,36 – 1,45), incidenza 279,94
Provincia Bolzano Rt 0,61 (0,57 – 0,65), incidenza 259,08
Provincia di Trento RT 1,04 (0,99 – 1,1), incidenza 351,29
Puglia Rt 1,23 (1,2 – 1,27), incidenza 206,23
Sardegna Rt 0,89 (0,78 – 1), incidenza 31,89
Sicilia Rt 1 (0,95 – 1,06), incidenza 77,49
Toscana Rt 1,23 (1,2 – 1,26), incidenza 216,6
Umbria Rt 0,82 (0,76 – 0,86), incidenza 186,29
Val d’Aosta Rt 1,4 (1,1 – 1,75), incidenza 74,38
Veneto Rt 1,28 (1,26 – 1,32), incidenza 194,42
Tutte le Regioni e provincie autonome tranne sette, ha avvisato l’Iss, hanno riportato allerte di resilienza, cioè capacità ridotte di reazione all’aumento dei contagi (in questo ambito, per esempio, l’Iss valuta il numero sufficiente di risorse umane e la capacità di effettuare per tutti i nuovi casi una regolare indagine). Quattro di queste – Campania, Lazio, Puglia e Veneto – riportano molteplici allerte di resilienza.
Il numero di ricoverati in terapia intensiva è “in forte aumento” nell’ultima settimana di monitoraggio, con il tasso di occupazione a livello nazionale tornato sopra la soglia critica (31% vs 26% della scorsa settimana). “Si osserva un peggioramento – sottolinea il report della Cabina di regia – nel numero di Regioni che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica (11 Regioni vs 9 la settimana precedente). Il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in forte aumento da 2.327 (02/03/2021) a 2.756 (09/03/2021); il numero di persone ricoverate in aree mediche è anche in forte aumento, passando da 19.570 (02/03/2021) a 22.393 (09/03/2021)”.