“Ricoveriamo i pazienti positivi al tampone ma asintomatici o assegnati alle cure domestiche per la scarsa virulenza della malattia in strutture alberghiere”. E’ la proposta della Confsal e della Fials Basilicata che fanno appello alla Regione perché applichi una delle norme del decreto Cura Italia, introdotta proprio con lo scopo di ridurre i rischi di diffusione del contagio.
“Proprio il passaggio alla fase 2 – sottolinea il Delegato della Segreteria Regionali della Confsal Giuseppe Costanzo e la Segretaria Regionale della Fials Luciana Bellitti – suggerisce una maggiore attenzione al contenimento. Una questione che abbiamo già sollevato nelle prime settimane dell’emergenza, con particolare riguardo ai problemi del personale sanitario come potenziale moltiplicatore del contagio nel passaggio continuo tra ospedale e casa. Soluzione che è stata meritoriamente applicata da altre regioni”.
Per Costanzo e Bellitti “un esempio virtuoso ci viene da diverse regioni che hanno riservato e attrezzato strutture dedicate a questa categoria di pazienti, a cui è possibile garantire un più sicuro isolamento e al tempo stesso una maggiore attenzione e cura. Dati i numeri e le dimensioni di scala regionali oltre che ad alberghi si può anche pensare a posti disponibili in strutture private e case protette da dedicare esclusivamente a pazienti covid-positivi”.
“Due soprattutto – spiegano i due segretari regionali – gli ambiti su cui è emersa la necessità di intervenire : quello delle persone che abitano con conviventi in quarantena a domicilio perché positivi al Coronavirus, e quello delle strutture residenziali sociosanitarie per anziani e disabili, nei due casi che si sono manifestati”
“Le norme e le ordinanze che riguardano la sospensione delle attività e il distanziamento sociale fin qui adottate si sono mostrate indubbiamente efficaci nel ridurre i contagi a livello regionale- sottolineano Costanzo e Bellitti. Restano questi due ambiti in cui dobbiamo rafforzare le disposizioni già stabilite, in modo da mantenere il controllo sull’andamento dei contagi. Il problema della quarantena si pone se il domicilio è inadeguato a causa, ad esempio, dell’assenza di un bagno e/o camera separata da riservare a ciascuna persona posta in isolamento, oppure della presenza di numerose persone che ci vivono (più di 3, salvo abitazioni molto spaziose e confortevoli), oppure anche in presenza di condizioni igienico-sanitarie precarie. Altra situazione per cui occorre scegliere una situazione alternativa, è quella in cui la persona non offre garanzie di affidabilità rispetto alla capacità – o volontà – di mettere in atto e rispettare le indicazioni per la corretta realizzazione dell’isolamento. Oppure, ancora, se si è in presenza di un nucleo familiare all’interno del quale ci sono uno o più soggetti, anche se negativi, non in grado di garantire il rispetto delle misure di quarantena”.
“Proprio il passaggio alla fase 2 – sottolinea il Delegato della Segreteria Regionali della Confsal Giuseppe Costanzo e la Segretaria Regionale della Fials Luciana Bellitti – suggerisce una maggiore attenzione al contenimento. Una questione che abbiamo già sollevato nelle prime settimane dell’emergenza, con particolare riguardo ai problemi del personale sanitario come potenziale moltiplicatore del contagio nel passaggio continuo tra ospedale e casa. Soluzione che è stata meritoriamente applicata da altre regioni”.
Per Costanzo e Bellitti “un esempio virtuoso ci viene da diverse regioni che hanno riservato e attrezzato strutture dedicate a questa categoria di pazienti, a cui è possibile garantire un più sicuro isolamento e al tempo stesso una maggiore attenzione e cura. Dati i numeri e le dimensioni di scala regionali oltre che ad alberghi si può anche pensare a posti disponibili in strutture private e case protette da dedicare esclusivamente a pazienti covid-positivi”.
“Due soprattutto – spiegano i due segretari regionali – gli ambiti su cui è emersa la necessità di intervenire : quello delle persone che abitano con conviventi in quarantena a domicilio perché positivi al Coronavirus, e quello delle strutture residenziali sociosanitarie per anziani e disabili, nei due casi che si sono manifestati”
“Le norme e le ordinanze che riguardano la sospensione delle attività e il distanziamento sociale fin qui adottate si sono mostrate indubbiamente efficaci nel ridurre i contagi a livello regionale- sottolineano Costanzo e Bellitti. Restano questi due ambiti in cui dobbiamo rafforzare le disposizioni già stabilite, in modo da mantenere il controllo sull’andamento dei contagi. Il problema della quarantena si pone se il domicilio è inadeguato a causa, ad esempio, dell’assenza di un bagno e/o camera separata da riservare a ciascuna persona posta in isolamento, oppure della presenza di numerose persone che ci vivono (più di 3, salvo abitazioni molto spaziose e confortevoli), oppure anche in presenza di condizioni igienico-sanitarie precarie. Altra situazione per cui occorre scegliere una situazione alternativa, è quella in cui la persona non offre garanzie di affidabilità rispetto alla capacità – o volontà – di mettere in atto e rispettare le indicazioni per la corretta realizzazione dell’isolamento. Oppure, ancora, se si è in presenza di un nucleo familiare all’interno del quale ci sono uno o più soggetti, anche se negativi, non in grado di garantire il rispetto delle misure di quarantena”.
“Quindi – concludono i regionali di Confsal e Fials – facciamo appello al presidente Bardi e all’assessore Leone perché provvedano ad affrontare e a risolvere questo potenziale fattore di ripresa del contagio”