Dopo le ultime polemiche che hanno riguardato la classe dei medici di medicina generale, l’ingegnere materano Alessandro Catena, figlio di medico, sentendosi personalmente coinvolto ha ritenuto doveroso inviare alla nostra redazione un contributo che riportiamo di seguito.
Cari lettori, scrivo questo articolo perché non tollero le ingiustizie e perché desidero dire la “mia” in un momento topico per il mondo intero.
Stiamo assistendo all’evolversi di uno stato emergenziale che sembra non arrestarsi. Sono un cittadino italiano di 32 anni, figlio, marito e padre. Credo che ciascuno di noi, mai come in questo momento, debba dimostrare, al di là della propria estrazione socioculturale, un elevato senso di responsabilità, nei confronti dei propri cari, innanzitutto, e della propria comunità, in generale. In cosa si esplica concretamente ciò che ho definito senso di responsabilità? Stare a casa e, almeno in questa situazione critica, smetterla di confluire le proprie frustrazioni personali in quella florida e mai spenta “macchina del fango”. Sì, esattamente. Si parla di unità nazionale in questi giorni. Ma quale unità? Io ho la “cattiva” abitudine di leggere molto, dalle testate nazionali a quelle locali, di qualsiasi colore politico, dichiarato o meno…e sapete cosa ravvedo? Rabbia, la solita rabbia indiscriminata nei confronti di categorie. Ecco, dove voglio arrivare: ad una categoria a me molto cara, quella dei Medici, e in particolare dei Medici di Medicina Generale. Ebbene sì, perché il mio amato padre è un Medico Chirurgo che in questo periodo ha abbandonato, per cause di forza maggiore, la sua attività specialistica per dedicarsi esclusivamente all’attività di Medicina territoriale. La maggior parte non sa e non conosce l’alta competenza professionale e le capacità manageriali che bisogna possedere per svolgere bene tale mestiere. Assisto in questi giorni ad un ennesimo attacco da parte non solo di qualche disperato/a, di cui non mi curo, ma anche di Autorità che hanno impunemente colpito i MMG, utilizzando strumenti di pura demagogia. A queste “autorità” e a tutti coloro che parlano senza sapere, chiedo in questo momento di osservare il silenzio. Il problema oggi è proprio questo. Io sono un democratico, oserei dire fortemente democratico, ma sono anche una persona che crede nelle competenze, nelle professionalità e auspico ad una società in cui si impari ad ascoltare e si sostituisca la critica aprioristica ad una critica empirica e costruttiva. Vi chiedo silenzio. Perché non potete capire cosa voglia dire leggere, sulle cronache quotidiane, che molti colleghi del proprio amato padre stanno morendo e sapere che il proprio padre tutti i Santi i giorni è in trincea a combattere, peraltro senza gli adeguati DPI. È mai possibile che i MMG, pur costituendo il primo vero “filtro” di assistenza sanitaria, debbano lavorare, nel migliore dei casi, con sole 3 mascherine in dotazione? Non sarebbe giusto fornire ai suddetti: guanti, tute, copricapi e copriscarpe e soprattutto un numero adeguato di mascherine? Queste poche righe per rimarcare che, soprattutto in questo momento, ciascuno deve fare la propria parte e il solito atteggiamento a “scaricabarile” di una parte della politica è quanto mai offensivo e inappropriato, soprattutto perché rivolto ad una categoria di Persone, ancor prima che medici, dispiegate in prima linea a preservare non solo l’incolumità fisica ma anche quella mentale di noi cittadini! Si richiede rispetto. Ed io il rispetto non lo pretendo da chiunque ma almeno da coloro che, ahimè, ci rappresentano. Questi ultimi, anziché “sparare a zero” e in modo offensivo nei confronti di chi lavora come sempre in prima linea, dovrebbero preoccuparsi dell’efficienza del sistema e di avere una visione politica volta al bene della comunità.
Evidentemente il mio è solo un ideale, ma spero che questa tragedia mondiale riporti un po’ di consapevolezza, in noi tutti, dell’importanza di quelli che ho sempre considerato i cardini della società: Istruzione, Sanità e Famiglia.
Alessandro Catena