Sono 35.427 i nuovi contagi da Covid registrati nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 36.573. Le vittime sono invece 41, in calo rispetto alle 64 di ieri. Sono stati eseguiti in tutto, tra antigenici e molecolari, 185.819 tamponi con il tasso di positività al 19%, stabile rispetto al 18,7% di ieri.
Sono 191 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, 1 in meno rispetto a ieri. Gli ingressi giornalieri sono 24. I ricoverati nei reparti ordinari sono 4.320, ovvero 17 in più di ieri.
Iss, in aumento casi rilevati attraverso comparsa sintomi
La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è stabile (10% vs 10% la scorsa settimana). In aumento la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (44% vs 42%), mentre diminuisce la percentuale dei casi diagnosticati attraverso attività di screening (47% vs 49%). E’ quanto rilevano i dati del monitoraggio settimanale della cabina di regia, diffusi dall’Iss.
Andreoni, “non togliamo la mascherina dove serve”
“La sottovariante Omicron Ba.5 o Omicron 5 si sta confrontando con altre varianti e sta crescendo, forse più lentamente di quanto ci si potesse aspettare e più lentamente di quanto ha fatto la prima Omicron con Delta. Ma vediamo che il rialzo dell’incidenza è la prova che c’è un’ondata Omicron 5. Anche il fatto che c’è stato un rallentamento della caduta del numero dei casi è la dimostrazione che siamo davanti ad una variante ad alta trasmissibilità. C’è anche un dato, quest’ultima variante ha una maggiore resistenza alla risposta immunitaria. Quindi consiglio di non togliere la mascherina dove serve e di tenere ancora molta prudenza nei comportamenti”. Lo afferma Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit).
Meno rischio di long Covid con Omicron rispetto a Delta
La variante Omicron del virus Sars-Cov2 ha meno probabilità di causare il long Covid rispetto alla variante Delta dello stesso virus. A dirlo, è l’analisi dei ricercatori del King’s College London dello studio ZOE COVID Symptom, pubblicata oggi su The Lancet. Si tratta del primo studio sottoposto a revisione paritaria sul rischio di long Covid e sulla variante Omicron. Il long Covid è definito dalle linee guida NICE come la presenza di sintomi nuovi o in corso da più quattro settimane dopo l’inizio della malattia. Questi ultimi includono affaticamento, mancanza di respiro, perdita di concentrazione e dolore articolare. I sintomi possono influenzare negativamente le attività quotidiane e in alcuni casi possono essere gravemente limitanti.