Nelle ultime 24 ore 62.704 nuovi casi e 62 decessi; ieri erano stati 16.571 e 59 morti. Salgono i ricoveri (+218) ma leggera flessione delle terapie intensive (-3).
Bassetti, isolamento asintomatici crea positivi serie A e B
“L’isolamento di positivi ha avuto un senso quando c’era una popolazione altamente sensibile al virus, non vaccinata né contagiata come nel 2020 e 2021. Ma oggi tra vaccinati, guariti e protetti abbiamo raggiunto il 100% della popolazione”. Mantenendo la regola “rischiamo di creare un doppio binario: chi fa un tampone da solo a casa e non comunica il risultato e chi lo fa in ospedale ed è tenuto a fare l’isolamento. Così è peggio. Sarebbe meglio se equipariamo tutto”. Così Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie Infettive del Policlinico San Martino di Genova. Pochi sanno, “ad esempio, che in Italia, non esiste l’obbligo di quarantenarsi per tubercolosi, e magari chi la ha gira tranquillamente in autobus, mentre chi ha tampone positivo al Covid e magari neanche trasmette ha l’obbligo di isolarsi”.
Unimore, studio su caratteristiche immunitarie anziani
Fin dall’inizio della pandemia da SARS-CoV2, era stato osservato che l’età avanzata era un importante fattore di rischio per lo sviluppo della forma severa della malattia, che può portare all’intubazione o alla morte. Uno studio dell’Università di Modena – Reggio Emilia descrive ora le principali caratteristiche immunitarie delle cellule presenti nel sangue e nei polmoni di pazienti anziani – con più di 70 anni – con polmonite da COVID-19. Il lavoro, condotto da un team modenese di Unimore, coordinato dal prof. Andrea Cossarizza coadiuvato dalla ricercatrice dott.ssa Sara De Biasi e dal dott. Domenico Lo Tartaro, ha suscitato l’interesse della comunità scientifica internazionale ed è stato appena pubblicato su Communications Biology, rivista del gruppo di Nature.
Parisi, non è tutto finito, le mascherine sono importanti
“Si dice che sia tutto finito, ma non lo è”, è finita solo la fase acuta e le mascherine sono ancora importanti, la “nuova ondata di Covid-19 in corso porterà il suo carico, a partire dai pronto soccorso”: lo ha detto il Nobel Giorgio Parisi, vicepresidente dell’Accademia dei Lincei. “Stiamo andando in una situazione in cui l’epidemia si sta cronicizzando. È difficile avere dati precisi in Italia, ma in Gran Bretagna si stima che il 98% di persone si sia ammalato o vaccinato. In pratica, il numero di persone che non hanno mai incontrato proteina Spike è ormai quasi trascurabile”.
Le donne soffrono più degli uomini di long Covid
“La conoscenza delle differenze sessuali fondamentali alla base delle manifestazioni cliniche, della progressione della malattia e degli esiti sanitari di Covid-19 è fondamentale per l’identificazione e la progettazione razionale di terapie efficaci e interventi di salute pubblica che siano inclusivi e sensibili alle potenziali esigenze di trattamento differenziale di entrambi sessi”, spiegano gli autori. “Le differenze nella funzione del sistema immunitario tra femmine e maschi potrebbero essere un fattore importante per le differenze di sesso nella sindrome di long Covid. Le femmine sviluppano risposte immunitarie innate e adattive più rapide e robuste, che possono proteggerle dall’infezione e dalla gravità iniziali. Tuttavia, questa stessa differenza può rendere le femmine più vulnerabili a malattie autoimmuni prolungate”, sostengono gli scienziati. Gli autori osservano infine che questa sintesi della letteratura disponibile è tra le poche ad analizzare le condizioni di salute specifiche che si verificano a seguito di malattie correlate al Covid per sesso e che la ricerca sulle condizioni specifiche causate dal virus e sui suoi danni a lungo termine al corpo è stata sottovalutata dal punto di vista della differenza di genere.