Si conferma in calo la curva epidemica in Italia. Oggi sono 80.653 i nuovi casi Covid contro gli 86.067 di ieri ma soprattutto contro i 107.122 di giovedì scorso.
I tamponi effettuati sono 366.000 (ieri 380.121) con un tasso di positività che scende dal 22,6% al 22%.
I decessi delle ultime 24 ore sono 157 (come ieri) per un totale di 170.527 vittime dall’inizio della pandemia. Invariate le terapie intensive rispetto a ieri: in tutto rimangono 410 con 40 ingressi del giorno. In calo il numero dei ricoveri ordinari: sono 53 in meno (ieri +62) per un totale di 10.984. È quanto emerge dal bollettino quotidiano del ministero della Salute.
In Lombardia sono 10.846 i nuovi positivi, in Veneto 8.490 e in Campania 8.239. Gli attualmente positivi scendono a 1,45 milioni (-4mila), dei quali 1,44 milioni in isolamento domiciliare, 10.984 ricoverati nei reparti ordinari (-53) e 410 (stesso numero di ieri) in terapia intensiva. Nelle ultime 24 ore sono 84.933 le persone dimesse o guarite.
Istat-Agenas: nel 2020 il 12% di pazienti ha avuto bisogno di intensive
Il 12,3% dei pazienti (circa 35mila) ricoverati per Covid-19 ha avuto bisogno della terapia intensiva con una percentuale più alta al Sud e nelle Isole (circa il 16%). I tassi di terapia intensiva sono risultati più elevati nella prima ondata (13,3%) per poi declinare nella seconda (11,9%). Il dato emerge dal rapporto sull’impatto della pandemia sul sistema ospedaliero realizzato dall’Istat e Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali). Nel 2020 le dimissioni in regime ordinario connesse al Covid-19 sono state 286.530, pari al 5,5% dei ricoveri totali nel corso dell’anno, con un picco del 9,2% nel Nord-Ovest.
In calo i ricoveri per altre patologie
L’impatto della pandemia sugli ospedali nel 2020 ha causato una riduzione dei ricoveri del 22% rispetto alla media del triennio precedente. Il calo ha riguardato soprattutto gli interventi non urgenti, con i ricoveri in regime ordinario calati del 20,1% e i day hospital del 29,4%. Sono i dati che emergono dal primo rapporto sull’impatto della pandemia sul sistema ospedaliero realizzato dall’Istat e Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali). La riduzione dei ricoveri è stata più marcata durante la prima ondata, con tassi di ospedalizzazione in regime ordinario diminuiti del 45% in aprile e del 39% a maggio.
Studio: microbiota intestinale protegge i bambini
Caratterizzato per la prima volta il profilo del microbiota intestinale dei bambini affetti da COVID-19 che, grazie a particolari proprietà antinfiammatorie, sembra proteggerli dalle forme gravi della malattia. L’identikit arriva dai ricercatori dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù che hanno condotto uno studio – il primo a livello internazionale – dedicato al rapporto tra il microbiota e l’infezione da SARS-CoV-2 in età pediatrica. La ricerca, appena pubblicata sulla rivista scientifica ‘Frontiers in Cellular and Infection Microbiology’, suggerisce possibili interventi terapeutici sul microbiota per contribuire al controllo della malattia.
Infezione aumenta rischio parto pretermine
Le donne che sperimentano l’infezione da SARS-CoV-2 durante il terzo trimestre potrebbero correre un rischio più elevato di partorire anzitempo. Lo rivela uno studio, pubblicato sulla rivista Plos One, condotto dagli scienziati del Kahn-Sagol-Maccabi Research and Innovation Institute, che hanno esaminato gli effetti della malattia Covid-19 in gravidanza. Il team, guidato da Noga Fallach, ha considerato i dati relativi a 2.753 infezioni segnalate durante la gestazione, che sono stati confrontati con quelli associati allo stesso numero di future mamme che non avevano sperimentato Covid-19. Il 17,4 per cento del campione aveva contratto SARS-CoV-2 durante il primo trimestre, il 34,2 durante il secondo e il 48,4 per cento aveva ricevuto la diagnosi nell’ultimo periodo di gestazione. Stando a quanto emerge dall’indagine, nei primi sei mesi l’infezione non sembrava influenzare il rischio di parto pretermine.
In bambini vaccino evita 82,7% ricoveri da Omicron
Anche con l’arrivo della variante Omicron, il vaccino contro Covid ha continuato a proteggere i bambini dalle infezioni da SarsCoV2 e soprattutto dai casi gravi di malattia, abbattendo di oltre l’80% il rischio di ricovero. È il dato che emerge da uno studio condotto a Singapore da diverse istituzioni locali, tra cui il ministero della Salute, e pubblicato sul New England Journal of Medicine. La ricerca ha coinvolto oltre 250 mila bambini tra i 5 e gli 11 anni: il 20% non vaccinato, il 12% vaccinato con una dose di vaccino Pfizer e il rimanente 67% con due dosi. Lo studio ha evidenziato che una singola dose di vaccino riduce del 13,6% il rischio di infezione, del 24,3% il rischio di infezioni severe e del 42,3% quello di ricovero. Una protezione molto più alta si ottiene con due dosi, con un’efficacia del 36,8% contro le infezioni, del 65,3% contro le forme severe e dell’82,7% contro il ricovero. Per i ricercatori, lo studio conferma l’efficacia del vaccino nei bambini anche con l’avvento della variante Omicron. Soprattutto, ribadisce l’importanza della vaccinazione: “È stato detto che la variante Omicron provoca una malattia meno grave, ma il numero assoluto e il tasso di ricoveri tra i bambini non vaccinati potrebbero essere ancora alti a causa della sua maggiore trasmissibilità. I nostri risultati indicano che i vaccini possono svolgere un ruolo importante nella riduzione delle infezioni e dei ricoveri durante l’ondata di Omicron”, concludono.
Gimbe: meno contagi ma crescono ricoveri
Mentre i casi di Covid-19 iniziano a declinare, continua a crescere il peso dell’ondata estiva sugli ospedali. Nella settimana dal 13 al 19 luglio ci sono stati 10.975 ricoverati con sintomi nei reparti di area medica, rispetto a 9.724 della settimana precedente, ovvero +1.251, pari al +12,9%. Mentre in terapia intensiva sono finiti 413 pazienti rispetto a 375 dei sette giorni precedenti, ovvero +10,1%. È quanto emerge dal nuovo monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe.
A crescere del 7,5%, sono state anche le persone in isolamento domiciliare: 1.441.553 rispetto a 1.340.382 della settimana precedente.
Quasi 7 milioni di italiani non vaccinati
Al 20 luglio sono 6,84 milioni le persone di età superiore a 5 anni che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino anti-Covid. Lo fa sapere la Fondazione Gimbe nel report settimanale. Dei non vaccinati, 4,42 milioni sono attualmente vaccinabili, pari al 7,7% della platea con nette differenze regionali (dal 5% del Lazio al 10,8% della Valle D’Aosta). Mentre 2,42 milioni sono temporaneamente protette in quanto guarite da Covid-19 da meno di 180 giorni, pari al 4,2% della platea con nette differenze regionali (dal 2,8% del Molise all’8,6% della Provincia Autonoma di Bolzano).