Coronavirus in Italia, bollettino 24 agosto: 112 morti, 25.389 positivi, 49.555 guariti.
Ieri si erano registrati 35.360 casi e 134 decessi. In calo terapie intensive (-15 per un totale di 239) e ricoveri (-208 per un totale di 6.170). Con 174.277 tamponi, il tasso di positività è al 14,6%. Ieri era al 17%.
Gli attualmente positivi sono 727.812, 24.279 in meno rispetto a ieri. Dimessi e guariti sono 20.818.775 (+49.555) mentre il totale dei casi dall’inizio della pandemia è di 21.721.630 e quello dei decessi è di 175.043.
Fiaso: meno 33% di posti occupati in terapia intensiva
Prosegue in maniera netta il calo dei ricoveri. Il numero dei pazienti, sia nei reparti ordinari sia nelle rianimazioni, in una settimana è diminuito del 19,6%: è il dato della rilevazione del 23 agosto fatta negli ospedali sentinella aderenti alla rete Fiaso. A incidere maggiormente sulla riduzione è la brusca discesa dei ricoveri nelle terapie intensive che, dopo settimane di sostanziale stabilità con scostamenti minimi, si sono ridotti del 33%.
Permane, all’interno delle rianimazioni, una quota pari al 33% di soggetti non vaccinati, mentre tra i restanti ricoverati vaccinati quasi l’80% ha ricevuto l’ultima somministrazione da oltre 6 mesi senza effettuare il richiamo della quarta dose. Con il segno meno anche i ricoveri nei reparti Covid ordinari: il numero dei pazienti in una settimana è ridotto del 18,9%.
In deciso calo anche i ricoveri dei minori di 18 anni. Nella rilevazione del 23 agosto effettuata negli ospedali pediatrici e nei reparti di pediatria degli ospedali aderenti al network sentinella di Fiaso si registra una diminuzione del 34%. La classe 0-4 anni è sempre la più colpita (80% dei ricoverati); i neonati sotto i sei mesi sono il 36% del totale. Un bambino sotto ai 6 mesi si trova in terapia intensiva con sintomi respiratori e polmonari da Covid.
Bimba calabrese di 5 anni trasferita in aereo al Bambin Gesù
Una bimba calabrese di 5 anni affetta da Covid e in pericolo di vita è stata trasferita d’urgenza all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma con un volo dell’Aeronautica militare. L’aereo è atterrato ieri intorno alle 19 all’aeroporto di Ciampino, dopo essere decollato da Lamezia Terme con a bordo la bambina in pericolo di vita a causa di un’insufficienza epatica acuta. Il volo sanitario è stato disposto su richiesta della Prefettura di Cosenza. A bordo c’era l’équipe medica del presidio ospedaliero “Annunziata” di Cosenza. Da Ciampino l’ambulanza ha completato il trasporto sanitario fino a raggiungere il Bambino Gesù.
Germania: pronti all’ondata autunnale
“Mi aspetto chiaramente una nuova ondata di Covid in autunno in Germania. E dobbiamo essere ben preparati”. Lo ha detto il ministro della Salute tedesco Karl Lauterbach, in una conferenza stampa a Berlino dedicata proprio alle previsioni sui prossimi mesi e alle nuove regole approvate oggi dal governo, e che dovranno essere varate dal Parlamento.
“Non ci saranno lockdown e non si chiuderanno le scuole”, ha spiegato il ministro socialdemocratico. Il pacchetto di misure prevede la reintroduzione dell’uso delle mascherine, a bordo degli aerei e dei treni a lunga percorrenza e nelle case per anziani.
Moderna chiede l’autorizzazione per il vaccino aggiornato negli Usa
Intanto la richiesta è stata avanzata negli Usa, subito dopo toccherà all’Europa. Moderna ha messo a punto un vaccino adattato alla variante di coronavirus in circolazione oggi: Omicron 4-5. La biotech americana ha chiesto all’ente regolatorio Fda l’autorizzazione al suo utilizzo, che dovrebbe arrivare a settembre.
Fra pochi giorni la stessa richiesta dovrebbe essere avanzata anche all’Ema, l’Agenzia europea per il farmaco. Le agenzie regolatorie stanno nel frattempo esaminando anche efficacia e sicurezza del vaccino messo a punto contro la variante Omicron 1. Si tratta di un ceppo ormai scomparso (in circolazione fino alla primavera), ma comunque simile all’attuale.
Mentre il vaccino contro Omicron 1 è stato testato sugli uomini, le sperimentazioni per il vaccino contro Omicron 5 devono ancora iniziare.
Catania, primo caso di coinfezione da Covid, vaiolo delle scimmie e Hiv
E’ italiano il primo caso risultato contemporaneamente positivo a vaiolo delle scimmie, Covid e Hiv. L’uomo, 36 anni, ha sviluppato febbre, mal di gola e mal di testa, fatica e un’infiammazione della zona inguinale dopo 9 giorni dal rientro di un viaggio in Spagna, dove ha detto di aver avuto rapporti sessuali non protetti con uomini. A descrivere il caso, il primo riportato in letteratura, sono i ricercatori dell’Università e del Policlinico Rodolico – San Marco di Catania, insieme ai colleghi del policlinico Giaccone di Palermo, in un articolo sul “Journal of Infection”.
Tre giorni dopo i sintomi l’uomo è risultato positivo al Covid, che aveva già contratto a gennaio qualche settimana dopo il vaccino. Non passa molto tempo quando un rush cutaneo si manifesta sul braccio sinistro e poi si diffonde rapidamente sul resto del corpo. A questo punto si presenta al pronto soccorso dell’ospedale di Catania. Qui i test confermano il Covid, ma rivelano anche la positività a vaiolo delle scimmie e Hiv, contratto di recente visto l’esito negativo dello stesso test meno di un anno fa.
Agenas, occupazione reparti ferma al 10%. Un anno fa era al 7%
La percentuale di posti letto occupati per Covid-19 nei reparti ordinari è stabile al 10% (un anno fa era al 7%) ma, nell’arco di 24 ore in Italia, cala in 7 regioni o province autonome: Calabria (19%), Liguria (19%), Lombardia (7%), Molise (11%), Pa Bolzano (6%), Sicilia (14%), Umbria (24%).
Sempre a livello nazionale, è stabile al 3% la percentuale di terapie intensive occupate da pazienti Covid (un anno fa era al 5%). Questa la rilevazione dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) sui dati del 23 agosto.
Nel dettaglio, in 24 ore, la percentuale di posti nei reparti ospedalieri di area medica (o non critica) occupati da pazienti Covid non vede aumenti, mentre è stabile in 14 regioni: Abruzzo (13%), Basilicata (11%), Campania (9%), Emilia Romagna (13%), Friuli Venezia Giulia (15%), Lazio (11%), Marche (10%), Pa Trento (15%), Piemonte (5%), Puglia (11%), Sardegna (8%), Toscana (7%), Valle d’Aosta (11%), Veneto (8%). Restano quindi 3 quelle in cui il valore supera la soglia del 15%: Umbria (24%), Calabria (19%) e Liguria (19%).
Per l’occupazione dei posti nelle terapie intensive da parte di pazienti con Covid-19, si registra un calo in Basilicata (1%) e Veneto (2%); cresce in 4 regioni: Emilia Romagna (4%), Liguria (4%), Puglia (5%) e Umbria (3%). In Pa Bolzano (0%), Pa Trento (1%) e Valle d’Aosta (0%) e la variazione non è disponibile, mentre è stabile in 12 regioni: Abruzzo (al 4%), Calabria (6%), Campania (3%), Friuli Venezia Giulia (2%), Lazio (4%), Marche (2%), Lombardia (1%), Molise (5%), Piemonte (1%), Sardegna (5%), Sicilia (4%), Toscana (3%). Tutte le regioni sono sotto la soglia del 10%.
Le nuove varianti nascono da individui che restano infetti per mesi
Le varianti preoccupanti del coronavirus, ovvero che hanno maggiori probabilità di evadere i vaccini o infettare i guariti, emergono da infezioni Covid croniche in persone che non riescono ad eliminare il virus dal proprio organismo, poiché immunocompromesse. Lo suggerisce uno studio pubblicato su ‘Frontiers in Virology’ e finanziato dalla National Science Foundation e dallo European Research Council, che consiglia l’importanza di identificare queste persone, non solo per curarle, ma anche per condurre la sorveglianza genomica dei Sars-CoV-2 che trasportano.
Quando un virus si replica, non sempre fa copie perfette. E, occasionalmente, le mutazioni danno luogo a una variante che può renderlo più trasmissibile, più difficile da rilevare e trattare o più letale. I ricercatori della Emory University e dell’Università di Oxford hanno costruito un modello meccanicistico per studiare il problema, utilizzando i dati esistenti su varianti fin qui emerse e un software sviluppato ad hoc. Il risultato supporta l’ipotesi che ciascuna variante si sia evoluta all’interno di un singolo individuo che aveva un’infezione cronica.
Questo ultimi, come dimostrano precedenti studi, sono persone immunocompromesse, come quelle che assumono farmaci per malattie croniche, e possono restare infetti anche oltre i 12 mesi. “I nostri risultati mostrano che le varianti preoccupanti, invece di evolversi dalle catene di trasmissione di infezioni acute da Covid che avvengono in centinaia di milioni di persone, derivano da rari casi in cui qualcuno può avere un’infezione attiva per mesi”, afferma Daniel Weissman, autore corrispondente e professore di biologia e fisica alla Emory University. “Un messaggio chiave – aggiunge Mahan Ghafari, primo autore e ricercatore a Oxford – è che è importante identificare e sorvegliare più attivamente le persone con infezioni croniche. Perché in molti casi possono essere asintomatici e non rendersi conto di essere infettati da Covid, sebbene stiano diffondendo il virus”.