Nelle ultime 24 ore in Italia si sono registrati 22.265 casi e 43 decessi. Si conferma dunque il trend settimanale in aumento, quasi del 30 % rispetto a sabato scorso.
Naturalmente in aumento anche la percentuale di positivi sui tamponi eseguiti che sale al 14,6% in aumento rispetto al 13,9% di ieri. Ancora in calo, invece, la curva ospedaliera con le terapie intensive che scendono di 8 unità (ieri -4) ed ora sono 126 con 7 ingressi del giorno; in calo anche i ricoveri ordinari, 20 in meno (ieri -37), per un totale di 3.293.
Test misura livelli protezione, dice quando vaccinarci
Un test “made in Italy” ci dirà quanto si è protetti dal virus e quando vaccinarci di nuovo. Un team di ricercatori italiani dell’Irccs di Candiolo (Torino) che, con l’Italian Institute for Genomic Medicine (IIGM), nel laboratorio Armenise-Harvard di Immunoregolazione, hanno messo a punto un semplice esame del sangue in grado di superare i limiti degli attuali test sierologici, da soli non in grado di determinare il livello e la durata dell’immunità al virus Sars-CoV-2. In altre parole, questo test che consiste nella quantificazione i linfociti T della memoria, consente di misurare e quindi verificare se il sistema immunitario è ancora “armato” contro il virus o se ha bisogno di essere potenziato con una nuova dose del vaccino. Non tutti beneficiano allo stesso modo della vaccinazione anti-Covid. In alcune persone la risposta immunitaria contro il virus Sars-CoV-2 è più forte e duratura che in altre. Può capitare che un individuo abbia bisogno di una nuova dose di vaccino anti-Covid dopo pochi mesi e un altro dopo 6 o addirittura 10 mesi. Infatti, non tutti riescono a mantenere alta la risposta necessaria a riconoscere ed eliminare il virus e le sue varianti, compresa quella attualmente dominante, la Omicron. La reazione immunitaria specifica è composta da due tipi di cellule, i linfociti B e i linfociti T, i primi responsabili della produzione di anticorpi, i secondi della risposta cellulare contro il virus, ovvero del riconoscimento e dell’eliminazione delle cellule infettate. Valutare e misurare la presenza di linfociti T reattivi è dunque fondamentale per capire se una persona è ancora protetta dal contagio.
Lo studio ha importanti implicazioni sulla futura gestione della pandemia. Poter capire se si è in possesso di queste cellule sarà utile per stabilire il grado di protezione della popolazione generale, ed in particolare dei soggetti più fragili e selezionare chi e quando necessita di un’ulteriore protezione con la vaccinazione.
Iss, risalgono le reinfezioni, quasi il 16%
Nell’ultima settimana la percentuale di reinfezioni da Covid-19 sul totale dei casi segnalati risulta in lieve aumento rispetto alla settimana precedente: 15,8% rispetto al 14,9% del dato precedente. Lo rileva l’Istituto superiore di Sanità nel Report esteso che accompagna il monitoraggio settimanale sull’andamento dell’epidemia in Italia. Un rialzo di reinfezioni rispetto al 12,9% di fine agosto quando il dato era pressochè stabile. In generale, dal 24 agosto dello scorso anno al 21 settembre di quest’anno sono stati segnalati 1.089.184 di casi di reinfezione, pari al 6,2% del totale dei casi notificati nello stesso periodo.
Iss, incidenza a 7 giorni in aumento nei più giovani
Risulta in aumento, rispetto alla settimana precedente, il tasso di incidenza in tutte le fasce d’età comprese tra 0 e 19 anni, benché i dati riferiti all’ultima settimana siano da considerare in via di consolidamento. Lo rileva l’Istituto superiore di sanità (Iss) nel suo Report esteso che accompagna il monitoraggio settimanale. Più nel dettaglio, emerge che il tasso di incidenza a 7 giorni è in aumento nelle fasce d’età più giovani (0-9 e 10-19 anni) “anche per effetto dell’inizio dell’anno scolastico”, scrive l’Iss. Nel focus età scolare contenuto nel Report, la percentuale dei casi segnalati rispetto al resto della popolazione è di 11,1%. In particolare, nell’ultima settimana, il 28% dei casi in età scolare è stato diagnosticato nei bambini sotto i 5 anni, il 35% nella fascia d’età 5-11 anni, il 37% nella fascia 12-19 anni. In totale, dall’inizio dell’epidemia, i casi di Covid-19 diagnosticati e riportati al sistema di sorveglianza integrata nella popolazione 0-19 anni sono stati 4.545.944, di cui 23.149 ospedalizzati, 518 ricoverati in terapia intensiva e 72 deceduti. Infine, per l’incidenza per fasce di età, oltre che nei più giovani, in aumento anche nelle fasce 30-39 e 70-79 anni. Il tasso di incidenza più elevato si registra proprio in questa ultima fascia di età, 70-79 anni, con 227 casi per 100.000 abitanti mentre nelle fasce 20-29 si registra il valore più basso pari a 124 casi per 100.000.