Nelle ultime 24 ore in Italia ci sono stati 77.621 casi e 170 morti. Ieri i contagi erano stati 99.457 e 177 i decessi.
Sono 524.899 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati, ieri erano stati 660.708. Il tasso di positività è al 14,8%, in lieve calo rispetto al 15% di ieri. Sono 481 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, 6 in meno di ieri nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri sono 50. I ricoverati nei reparti ordinari sono 9.871, (ieri 9.740) ovvero 131 in più rispetto a ieri.
Nelle ultime 24 ore, l’occupazione dei posti nei reparti ospedalieri di “area non critica” da parte di pazienti Covid è ferma al 15% in Italia (un anno fa saliva al 44%) ma cresce in 10 regioni, superando il 20% in 7: Abruzzo (21%), Calabria (34%), Umbria (33%), Basilicata (29%), Sicilia (26%), Marche (23%), Puglia (22%). L’occupazione delle terapie intensive, invece, è stabile al 5% (un anno fa cresceva al 41%), ma raggiunge il 10% in Calabria e l’11% in Sardegna. Lo dicono i dati dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) aggiornati a ieri.
Risale la curva dei ricoveri pediatrici per Covid nella settimana 22-29 marzo, registrando un aumento del 23%. Emerge dai dati degli ospedali pediatrici e dei reparti di pediatria aderenti alla rete sentinella Fiaso. Nella rilevazione del 22 marzo la curva era scesa del 6%, mentre nel report del 15 marzo era cresciuta del 48%. Il dato “continuamente altalenante registrato nel corso delle settimane in pediatria – precisa Fiaso – non consente di fare valutazioni appropriate dei trend”. Da 15 giorni nei reparti Covid degli ospedali pediatrici sono presenti anche piccoli pazienti di origine ucraina.
“Oggi siamo ancora nella pandemia e attraverso le reti di sorveglianza e con tutto il nostro Servizio sanitario nazionale dobbiamo continuare a rispondere a questa sfida”.
A sottolinearlo è stato il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss) Silvio Brusaferro, in un video diffuso al termine dell’ultima riunione del Cts. Gli incontri di questo organismo sono stati “un momento importante nella gestione di questi due anni di pandemia”, ha sottolineato l’esperto. Il Cts “ha permesso di raccogliere intorno a un tavolo e attorno alle domande più importanti esperienze molto diverse e integrate tra di loro, che hanno condiviso delle raccomandazioni. E questo è un segnale importante”.
“La rete di sorveglianza che vede il ministero, l’Istituto superiore di sanità, le Regioni, le Asl e tutti gli operatori impegnati, sia nella parte di prevenzione che nella parte assistenziale, è in qualche modo l’impegno che questo Paese continua a dare, attraverso i suoi professionisti, attraverso i suoi organi centrali e periferici, per affrontare questa emergenza”.