Nelle ultime 24 ore in Italia ci sono stati 63.992 nuovi casi da coronavirus (ieri erano stati 66.535) e 112 decessi (144 ieri). I contagi sono stati registrati a fronte di 438.449 tamponi. Il tasso di positività scende quindi al 14,6%.
Sono 462 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, stabili rispetto a ieri nel saldo tra entrate ed uscite. Gli ingressi giornalieri sono 42. I ricoverati nei reparti ordinari sono 10.023, ovvero 79 in meno rispetto a ieri.
Sono 1.237.865 le persone attualmente positive al Covid, 11.742 in meno nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. In totale sono 15.238.128 gli italiani contagiati dall’inizio della pandemia, mentre i morti salgono a 160.658. I dimessi e i guariti sono 13.839.605, con un incremento di 76.051 rispetto a ieri.
Aumentano le reinfezioni da Covid-19: nell’ultima settimana la percentuale di reinfezioni sul totale dei casi segnalati risulta pari a 4,1%, in aumento rispetto alla settimana precedente in cui la percentuale era pari a 3,5%. Lo rileva l’Iss nel suo rapporto settimanale. Un aumento del rischio relativo aggiustato di reinfezione c’è nei soggetti con prima diagnosi di Covid-19 notificata da oltre 210 giorni rispetto a chi ha avuto la prima diagnosi di Covid-19 fra i 90 e i 210 giorni precedenti; nei soggetti non vaccinati o vaccinati con almeno una dose da oltre 120 giorni rispetto ai vaccinati con almeno una dose entro i 120 giorni; nelle femmine rispetto ai maschi.
Il maggior rischio nei soggetti di sesso femminile può essere verosimilmente dovuto alla maggior presenza di donne in ambito scolastico (maggiore dell’80%) dove viene effettuata una intensa attività di screening e al fatto che le donne svolgono più spesso la funzione di caregiver in ambito familiare; – nelle fasce di età più giovani (dai 12 ai 49 anni) rispetto alle persone con prima diagnosi in età compresa fra i 50-59 anni. Verosimilmente il maggior rischio di reinfezione nelle fasce di età più giovani è attribuibile a comportamenti ed esposizioni a maggior rischio, rispetto alle fasce d’età over 60; negli operatori sanitari rispetto al resto della popolazione.
Iss, meno casi in età scolare ultima settimana
In diminuzione questa settimana la percentuale dei casi di Covid segnalati nella popolazione in età scolare (22% vs 25%) rispetto al resto della popolazione. Nell’ultima settimana il 17% dei casi in età scolare è stato diagnosticato nei bambini sotto i 5 anni, il 43% nella fascia d’età 5-11 anni, il 39% nella fascia 12-19 anni. Lo rileva l’Iss nel suo rapporto settimanale. In calo anche il il tasso di incidenza in tutte le fasce d’età mentre resta stabile il tasso di ospedalizzazione ad eccezione della fascia sotto i 5 anni in cui risulta in aumento, benchè i dati riferiti all’ultima settimana siano da considerare in via di consolidamento.
Nel corso dell’ultima settimana il numero di casi di Covid-19 segnalati e di decessi risulta in diminuzione; il numero di ricoveri in terapia intensiva è stabile mentre il numero di ospedalizzazioni è in aumento. In particolare, il tasso di incidenza a 7 giorni dei ricoveri nella fascia 0-9 e 70-79 anni risulta leggermente in aumento. Lo evidenzia il report esteso settimanale su Covd-19 dell’Istituto superiore di sanità.
La Xj “ricombinazione del virus SarS-CoV-2”, da non confondere con una variante “potrebbe essere solo una piccola variazione. Per intenderci è come avere una Fiat Panda blu o gialla ma sempre Fiat Panda. Per capire se” ricombinando i pezzi “diventa un’Alfa Romeo o una Ferrari, ci vuole un pò di tempo e bisogna mettere insieme una casistica, come si sta facendo per la Xe, quella inglese, che ha un migliaio di isolamenti. In questo momento, dunque, la Xj non deve destare alcun allarme, anche se serve sicuramente attenzione e necessità di approfondimento”. Così all’Adnkronos Salute, il virologo Fabrizio Pregliasco, docente all’università Statale di Milano.