Case di riposo e Coronavirus, Spi-Cgil: “Subito controlli e verifiche nelle case di riposo. Si forniscano alle strutture i dispositivi di protezione individuali necessari”. Di seguito la nota integrale.
“Quanto si sta verificando nelle case di riposo in tutta Italia preoccupa molto. In Basilicata al momento i contagi sembrano contenuti rispetto al resto del Paese ma il numero dei positivi aumenta giorno dopo giorno. È necessario verificare che anche nelle case di riposo lucane siano applicati tutte le disposizione necessarie di contrasto al Covid-19, dall’igienizzazione degli ambienti alla cura dell’igiene degli anziani fino ai dispositivi di sicurezza individuali ai lavoratori che operano nelle strutture”.
È quanto afferma il segretario generale Spi Cgil Basilicata Nicola Allegretti. “Bisogna fare presto –continua il segretario – dotare gli operatori socio-sanitari dei dispositivi di protezione individuale, chiudere queste strutture all’esterno laddove ciò non è ancora avvenuto, sottoporre tutti ai tamponi per isolare i focolai e mettere in opera misure organizzative straordinarie che consentano di produrre una separazione reale e concreta tra ospiti colpiti dal virus e no. Infine, per gli ospiti ora isolati dalle proprie famiglie, prevedere momenti di contatto da remoto tramite l’ausilio di strumenti tecnologici come tablet, cellulari, pc portatili. Al momento non ci risultano iniziative specifiche adottate per queste strutture in Basilicata, nonostante anche qui ad essere colpiti dal virus siano prevalentemente anziani”.
I dati sono brutali. Il documento di Sorveglianza Integrata Covid-19 Italia, curato dall’Istituto superiore di sanità e aggiornato al 23 marzo informa che dei 57.989 casi di contagio da Coronavirus in Italia il 37,8% riguarda persone over 50 e il 36% gli over 70. L’età mediana dei casi è di 63 anni. Tra i 5.019 deceduti, 138 appartengono alla fascia d’età 50-59 (3,3%, letalità 1,5%), 541 avevano dai 60 ai 69 anni (10,8%, letalità 5,2%), nella fascia d’età 70-79 sono morte 1.768 persone (35,3%, letalità 15,6%), 2.023 tra gli 80-89 anni (40,3%, letalità 23,6%), 465 tra gli over 90 (9,3%, letalità 24%).
“Il virus colpisce le persone anagraficamente più fragili – conclude Allegretti – spesso toccate da altre patologie gravi. Ma il fronte non è solo nei reparti di terapia intensiva degli ospedali. Questa è la fascia di popolazione più esposta alla crisi sanitaria e ai suoi effetti collaterali. Non possiamo essere così impreparati anche fuori dagli ospedali, nelle case di riposo e nelle residenze sanitarie assistenziali. Sono sempre di più le case di riposo investite dal contagio Covid-19, un allarme che riguarda oltre 300 mila anziani ospitati in 7 mila strutture in tutta Italia. Una situazione molto pesante per gli ospiti e per chi opera in queste strutture, costretto ormai a lavorare in condizioni estreme, in termini di rischi, salute e sicurezza, orari e turnazioni”.