“Sui costi dei trattamenti dialitici va fatta chiarezza”. L’ANED replica alle dichiarazioni del consigliere regionale Mollica. Di seguito la nota integrale.
Nei giorni scorsi la Regione ha diffuso la notizia di un’approvazione ad unanimità di consensi di un o.d.g., a firma del consigliere Mollica (Udc), attraverso il quale viene dichiarato che “ dall’analisi dei costi resa nota dal Nomenclatore tariffario regionale e dall’Azienda ospedaliera si evince un notevole discostamento tra il costo medio di un singolo trattamento dialitico effettuato in una struttura pubblica (circa 900 euro) rispetto a quello effettuato in una struttura privata(circa 200 euro). Il costo totale annuo – si legge ancora nel documento – su circa 57.600 trattamenti erogati, graverebbe sul bilancio regionale per circa 52.000.000,00 (cinquantaduemilioni) qualora siano rese da strutture pubbliche e per circa 11.000.000,00 (undicimilioni) per quelle eventualmente rese da strutture private. Tale sostanziale differenza di costi – si sottolinea – in un momento di spending review e di riorganizzazione del sistema sanitario, non è giustificabile”.
Quanto sopra riportato, specie nei confronti della intera Comunità e dei pazienti emodializzati che sicuramente rappresentano uno sforzo sanitario, economico e sociale rilevante cui la società civile è chiamata a dare adeguata risposta , merita un momento di attenta analisi.
Non comprendendo come sia stato possibile evincere un costo medio di un singolo trattamento dialitico effettuato in una struttura pubblica di circa 900 euro dall’analisi dei costi resa nota dal Nomenclatore tariffario regionale e dall’Azienda Ospedaliera, ci limitiamo a ripercorrere la normativa vigente per la emodialisi.
Il trattamento emodialitico si configura come prestazione ambulatoriale e come tale è remunerata dalla Regione Basilicata, sia ai Centri pubblici che ai Centri privati accreditati, con le tariffe indicate dal D.M. 22 Luglio 96 e recepite con D.G.R 9645 del 30.12.97 che riflettono il costo medio rilevato del trattamento annuo per paziente.
Il trattamento emodialitico bicarbonato standard cod. 39.95.4 è tariffato a euro 165,27 per singolo trattamento, il trattamento emodialitico “altra emodiafiltrazione “ (on – line ) cod. 39.95.7 è tariffato a euro 258,23 per singolo trattamento.
Indicazioni nazionali ed in diverse Regioni d’Italia prevedono che, nelle strutture pubbliche, per esigenze cliniche, il 30-40% del totale dei pazienti effettuino il trattamento emodiafiltrazione on-line mentre il 60-70% dei pazienti vengano trattati con terapia emodialitica standard.
Riferendosi, quindi, ai numeri riportati nell’o.d.g. del Capogruppo Udc, per un totale di n. 57.600 emodialisi /anno in Regione Basilicata effettuati nelle strutture pubbliche la spesa totale è di circa euro 12.000.000,00 (dodici milioni) e non di € 52.000.000,00 (cinquantadue milioni).
Le tariffe sopra riportate sono comprensive di farmaci ed indagini di laboratorio connessi al trattamento emodialitico.
Inoltre la determinazione dei costi dialitici è un operazione abbastanza complessa che richiede la valutazione di diversi fattori e una differenziazione, ad esempio, tra centri pubblici che operano all’interno di piccoli ospedali e centri presenti in ospedali con rianimazione e utic, se esiste una nefrologia o meno, il tipo di trattamento ed altri elementi.
Infine vale solo la pena di ricordare che la missione del Servizio Sanitario Nazionale è la cura e la tutela della salute e della vita nell’esclusivo interesse dell’ammalato. Esso rappresenta una conquista sociale e di universalità a difesa della dignità di tutti. La prevenzione e diagnosi precoce delle malattie renali, il rilevamento epidemiologico, attraverso la tenuta di un registro regionale degli uremici, il coordinamento di tutti gli interventi preventivi e curativi, il monitoraggio e coordinamento di tutti i Centri Dialisi periferici, ivi compressi i centri privati accreditati e l’attività domiciliare, la formazione e l’aggiornamento del personale, il ricovero e la riabilitazione del paziente nefropatico, la ricerca, la terapia del dolore, l’attività di trapianto: tutte attività che possono essere garantite dalle Unità ospedaliere pubbliche di riferimento.
Esse si fanno carico di tutte le comorbidità che i pazienti ammalati di reni presentano di cui la funzione renale è solo una delle insufficienze d’organo.
Non a caso l’insufficienza renale, anche iniziale, è stata recentemente riconosciuta dalle Società Scientifiche internazionali come un nuovo importante fattore di rischio cardiovascolare.
L’interesse prevalente del gestore privato è la mera terapia dialitica lasciando alla sanità pubblica la cura delle complicanze legate alla malattia renale.
Nella speranza di aver offerto validi elementi di valutazione ed analisi ed un elemento di chiarezza per tutto quanto orbita intorno ad una patologia importante ed emergente quale la insufficienza renale cronica e relativa terapia sostitutiva emodialitica.