Dal 15 febbraio, arriva la stretta sugli over 50. Le persone appartenenti a questa fascia d’età non in regola con le vaccinazioni – che in Italia si stima siano circa mezzo milione – non potranno accedere al luogo di lavoro. Non basterà più, dunque, effettuare un tampone ogni 48 ore e rinnovare il green pass base, ma occorrerà avere quello rinforzato: il super green pass, almeno fino al 15 giugno 2022. Oltre che ai cittadini italiani, l’obbligo vaccinale si applica anche agli europei residenti in Italia e agli stranieri. Lo stato di emergenza dal Governo scadrà, invece, il 31 marzo 2022.
Senza super green pass sospesi dal lavoro
Da domani, chi dichiara di non avere la certificazione rafforzata – che si ottiene solo tramite vaccinazione o per guarigione – o ne risulta sprovvisto al momento dell’accesso al luogo di lavoro, sarà considerato assente ingiustificato fino alla presentazione del certificato, con la sospensione dello stipendio.
Fino al 15 giugno 2022, l’over 50 senza vaccino non subirà sanzioni disciplinari e manterrà il diritto alla conservazione del rapporto di lavoro. Discorso totalmente diverso per gli esentati dall’obbligo vaccinale che possono essere destinati a mansioni diverse – senza decurtazione della retribuzione – in modo da evitare il rischio di diffusione del contagio.
Per i no vax che avevano pensato di aggirare l’ostacolo dell’obbligo del super green pass attraverso lo smart working o mettendosi in ferie, arriva una doccia fredda. La normativa in proposito, infatti, è molto chiara: il dipendente che non vuole vaccinarsi non può ricorrere a queste scorciatoie per non lavorare in presenza, come hanno del resto ribadito, in questi giorni, i sindacati confederali.Chi verrà sorpreso senza il super green pass rischia, inoltre, una multa che varia dai 600 ai 1.500 euro, con conseguenze disciplinari. I destinatari dell’avviso di avvio del provvedimento sanzionatorio hanno 10 giorni di tempo dalla ricezione per comunicare alla Asl “l’eventuale certificazione relativa al differimento o all’esenzione dall’obbligo vaccinale, ovvero altra ragione di assoluta e oggettiva impossibilità”.
Se la Asl non conferma l’insussistenza dell’obbligo vaccinale, l’Agenzia delle entrate provvederà a inviare, entro 180 giorni (ossia 6 mesi) dalla relativa trasmissione, un avviso di addebito, con valore di titolo esecutivo. Spetta ai datori di lavoro, pubblici e privati (e ai responsabili della sicurezza delle strutture) verificare il rispetto dell’obbligo vaccinale per gli over 50.
Multe anche per chi non lavora
In Italia, ci sono un po’ meno di un milione e mezzo di persone over 50 non in regola con l’obbligo vaccinale. Chi non lavora non rischia la sospensione dello stipendio per quattro mesi, ma una multa da 100 euro una tantum che arriverà dall’Agenzia delle Estrate
Obbligo vaccinale, non solo over 50
Ci sono categorie per i quali l’obbligo vaccinale è realtà dal 15 dicembre scorso: i lavoratori nella scuola e delle università, le forze dell’ordine e i dipendenti delle Ausl devono esibire il super green pass.
Quella dai 50 in su è la fascia d’età maggiormente esposta a conseguenze gravi in caso di contagio da Covid, da inizio pandemia il 35,7% di casi sul totale e il 98,7% dei decessi, secondo l’ultimo report dell’Istituto Superiore di sanità.