Il turismo del benessere e quello legato a prestazioni mediche forniscono all’industria del turismo mondiale un fatturato annuo vicino ai 250 miliardi di euro l’anno, e più precisamente: dal turismo del benessere o wellness tourism arrivano 176,6 miliardi di euro, da quello medico-sanitario o health tourism 68,9 miliardi. L’Osservatorio italiano del turismo del benessere ha tracciato, in una ricerca, profilo, numeri e utenti del turismo del benessere e di quello medico, in Italia e all’estero. Per quanto riguarda il nostro Paese, il turismo del benessere ha fatturato nel 2012 due miliardi 175 milioni di euro ma quest’anno la crisi colpirà duramente il settore: è prevista una riduzione del 14% del fatturato, che si assesterà a un miliardo e 870 milioni di euro. Le maggiori riduzioni di fatturato saranno segnate dal “settore dell’ospitalità” – che passerà dal 67,5% del totale al 61% – e dal settore della “vendita dei prodotti”, che perderà un punto percentuale. In crescita la quota percentuale (ma non il dato assoluto) dei “servizi benessere” (che passeranno dal 21,8% al 23,5%) e dei “trattamenti estetici” (che passeranno dal 7,8% al 13,6%). Unico settore, quest’ultimo, che segnerà nel 2013 un fatturato reale superiore a quello registrato nel 2012.
Crescono anche i prezzi. Se nel 2012 la spesa giornaliera dei clienti wellness nelle strutture ospitali (per tutto ciò che si consuma all’interno della struttura: ospitalità, trattamenti, benessere, etc.) è stata in media di 145 euro al giorno, nel 2013 gli italiani che vorranno trascorrere una vacanza benessere dovranno prevedere una spesa un po’ superiore, in quanto i prezzi hanno subito in media un aumento del +2,4%.
Tra le proposte più innovative dell’estate 2013 – segnala la FeNASP Basilicata – la riabilitazione sensoriale con il metodo Snoezelen, presso il Centro Tavolaro, situato a Tramutola, un ambulatorio medico che fornisce cure fisioterapiche e riabilitative oltre che una piscina riabilitativa utilizzata al fine di migliorare l’efficacia e l’efficienza delle prestazioni manuali e strumentali. L’idroterapia, termine che deriva dal greco hydro-acqua- e therapeia-guarigione-, spiega Rosa Tavolaro, titolare e vice presidente FeNASP – riveste oggi un ruolo fondamentale nella Riabilitazione. Non si sa con precisione quando l’acqua fu usata per la prima volta per scopi curativi; tuttavia già Ippocrate (460-375 a.C) usava l’acqua calda e fredda (bagni di contrapposizione) per curare alcune malattie, mentre i romani ne facevano largo uso sia per scopi ricreativi ma anche e soprattutto curativi. Col passare dei secoli, l’identificazione delle caratteristiche fisiche dell’acqua e dei suoi effetti fisiologici, hanno fatto dell’Idroterapia un baluardo della Riabilitazione. Gli effetti fisiologici dell’esercizio in acqua sono simili a quelli eseguiti a secco, ma con importanti vantaggi: Il calore dell’acqua aiuta ad alleviare il dolore e a ridurre lo spasmo muscolare per tutto il tempo della seduta; ciò è utile non solo per patologie caratterizzate da una condizione generalizzata come l’artrite reumatoide, ma anche per stati quali la osteoartrite, la spondilite anchilosante, schiene doloranti e ferite recenti che interessano i muscoli come ad esempio gli strappi. La spinta idrostatica, invece, fornisce un’assistenza completa a tutto il corpo, dando risultati che non sono possibili a secco; il galleggiamento favorisce il rilassamento in quanto non esiste nessuna pressione localizzata su sporgenze ossee, ed inoltre determina un “sollievo del peso”sino al 90% (quando il paziente è immerso fino al collo) per cui è possibile ad esempio anticipare di molto la rieducazione alla deambulazione. Il “sollievo del peso” permette al terapista di spostare pazienti inabili molto più facilmente e ciò rappresenta un grosso vantaggio nella cura di pazienti obesi o con problemi neurologici quali tetraplegia o paraplegia. Inoltre la forza idrostatica controbilancia quella di gravità e permette in tal modo l’esecuzione di esercizi che a secco richiederebbero un maggiore lavoro muscolare. Quando i muscoli invece hanno bisogno di essere rinforzati la forza idrostatica ascendente può essere utilizzata per graduare gli esercizi, utilizzando variamente contrappesi, resistenze e galleggianti; così il trattamento in acqua risulta utile nelle patologie dove i pazienti hanno un gran numero di muscoli deboli come nella polinevrite, ma non solo, anche nel trattamento pre e post intervento chirurgico come nelle artroprotesi. La libertà di movimento che offre la terapia in acqua rilassa, diverte e solleva il morale dei pazienti perché essi avvertono di poter compiere attività che non sono in grado di compiere a terra; e ciò si verifica specie nei pazienti con sclerosi multipla ed emiplegia, e nei bambini portatori di handicap. Infine, altra innovazione al Centro Tavolaro è la terapia ad onde d’urto focali che rappresenta un nuovo passo avanti della medicina in ambito fisioterapico e riabilitativo. Le onde d’urto vengono utilizzate da più di un decennio ormai e in modo assolutamente non invasivo e funzionano convogliando, attraverso un punto focale, l’energia prodotta da particolari onde nella zona dove il paziente prova il massimo dolore. L’energia delle onde d’urto contribuisce positivamente alla guarigione della parte dolorante, sia essa il gomito, la spalla, il ginocchio o altre zone dell’apparato muscolo-scheletrico.
Ago 23