Lo spot promosso dal Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza sulla campagna vaccinale per la fascia 5-11 anni, ha prodotto tantissimi apprezzamenti e condivisioni, da parte di famiglie, associazioni ed istituzioni, ma anche delle sollecitazioni ritenute urgenti e non procrastinabili.
Per contenere il contagio bisogna incentivare la vaccinazione che è una delle armi che abbiamo per scongiurare questo pericolo.
Ed è proprio su questo che molti genitori e associazionihanno interessato il Garante denunciando disservizi a cominciare dalle dosi di Pfizer insufficienti, tanto che le seconde dosi vengono rimandate a data non definita; bambini che non possono essere prenotati in piattaforma nell’Hub più vicine con liste d’attesa fino a marzo.
In particolare si segnala la situazione di alcune Hub dove i genitori che vogliono vaccinare i propri figli nella fascia d’età 5-11 possono farlo solo spostandosi di molti Km, cioè a Potenza o a Policoro (Matera). Distanze davvero considerevoli, se pensiamo che la nostra Regione tra l’altro manifesta difficoltà nei collegamenti tra i comuni..
Altre segnalazioni chiedono che per le persone disabili, bambini o adulti, il vaccino si possa fare a casa: cosa che è già possibile ma sarebbe auspicabile che ciò avvenisse per tutti nelle scuole di ogni comune.
C’è poi la situazione, continua il Garante, dei ragazzi dai 12 ai 18 anni che possono vaccinarsi anche dal proprio medico curante, ma solo con Moderna, su cui alcune famiglie nutrono dei dubbi.
Altre preoccupazioni riguardano la giornata di vaccinazione per la fascia 5-11: mezza giornata a settimana è troppo poco, alcuni genitori chiedono la vaccinazione anche durante la settimana; il sindaco di Castronuovo per esempio, propone di fare open day vaccinali per i più piccoli. È stato annunciato dall’assessore Leone che anche la giornata del sabato sarà dedicata alla vaccinazione per i più piccoli: le famiglie e le associazioni ringraziano per la sensibilità l’assessore, ma per queste è necessario ben altro sforzo per vaccinare tutti in tempo utile e dare sicurezza alle scuole.
Per quanto riguarda poi il problema scuole aperte o chiuse, continua Giuliano,il Comitato Consultivo e il Tavolo Tecnico del Garante hanno da sempre sostenuto la territorializzazione delle decisioni, tenendo conto che la chiusura di una scuola non dovrebbe essere presa mai troppo alla leggera.. La DAD è dannosa non soltanto per gli alunni: le famiglie sono tristemente sovraccariche, economicamente ed emotivamente. Con la chiusura della scuola, chi seguirebbe i bambini che vanno in DAD? I nonni sono le persone che spesso fanno da baby sitter ai nipotini in caso di genitori entrambi lavoratori, ma ovviamente è sconsigliatissimo far frequentare loro una dimora dove potrebbe essere possibile un contagio, perché ricordiamo, si va in DAD in quelle situazioni dove è probabile un contagio per tutta la classe. Subito dopo i nonni, bisogna preservare le mamme ed il loro lavoro: è dato noto che il peso della DAD ricade maggiormente sulle donne, spesso impossibilitate a lavorare per poter seguire i figli a casa, o costrette a prendere permessi di lavoro, e quasi sempre non retribuiti. Laddove si tratti di lavoro pubblico, ovviamente il genitore va in smartworking, ma in quelle situazioni lavorative dove non è prevista tale soluzione, come si può aiutare la famiglia? Con quali garanzie sospendono il proprio lavoro? Coloro che possono permettersi una baby sitter che badi ai figli (ammesso che si trovi personale disposto a venire a casa in pieno rischio pandemico) sono poche.
Ultimo problema segnalato è quello degli alunni non vaccinati che avendo avuto in famiglia, o altrove, un contatto stretto con soggetti positivial Covid-19, sono costretti, in base alle vigenti disposizioni, a non frequentare le lezioni, durante la quarantena, e senza certificazione medica o registrazione in piattaforma, non possono usufruire della Didattica a distanza. Sarebbe auspicabile una Circolare esplicativa del Miur che dia la possibilità della Dad con una semplice autodichiarazione dei genitori.