La segretaria regionale della Fials, Luciana Bellitti ha inviato una lettera al Ministro della Salute, Roberto Speranza per sollecitare una sua iniziativa legislativa che, rispondendo alle tante criticità del sistema sanitario nazionale emerse nell’attuale emergenza, venga incontro anche alle legittime esigenze e aspirazioni del personale sanitario tutto che in queste drammatiche settimane si sta battendo in prima linea contro il, COVID 19. Di seguito il testo integrale.
Chi Le scrive è la segretaria regionale Fials di Basilicata, una terra che conosce bene ed è a Lei molto cara.
Mi batto da sempre, fra le altre cose, per difendere i diritti dei malati e per la sicurezza e la valorizzazione degli operatori sanitari.
Vorrei perciò esprimere, in primo luogo, il mio personale plauso per la serietà e competenza con la quale, sin dall’inizio, sta affrontando la gestione dell’emergenza covid-19. A fronte della sua evidente e responsabile preoccupazione, invece, molte altre figure istituzionali hanno minimizzato e sottovalutato la gravità della situazione. Ho personalmente condiviso in pieno l’appello alla comunità internazionale affinché collaborasse in modo coordinato e solidale e ci sostenesse nell’affrontare questa difficile emergenza.
Mi unisco a Lei nell’accorato ringraziamento a tutto il personale sanitario che, con coraggio, competenza e lodevole senso di responsabilità sta fronteggiando questo insidioso, subdolo e invisibile nemico. Oggi, investiti da questa tremenda emergenza, che sta mettendo a dura prova il nostro sistema sanitario, travolgendo la nostra già fragile economia e risvegliando il nostro orgoglio sopito, ci siamo accorti di quale sia il valore del nostro sistema sanitario. Abbiamo timidamente riacquistato consapevolezza dell’eccellenza della nostra sanità, dei nostri professionisti, tra i migliori al mondo. La cittadinanza tutta sta plaudendo ai tanti operatori sanitari e ne è orgogliosa. Alla loro dedizione, serietà e professionalità, ci appelliamo oggi, fiduciosi.
Nell’attuale emergenza, sento con forza l’obbligo morale e professionale di ricordare a tutti che la salute delle persone è un valore supremo per un paese democratico, che il Servizio Sanitario Nazionale è un bene comune, un investimento prioritario da difendere senza indugio, non un costo.
Scrivo quindi a Lei, che, sin dall’inizio del Suo mandato, ha dato prova di grande sensibilità: dopo anni di tagli abbiamo sentito un Ministro della Salute che ha voglia di attuare una seria riforma della Sanità, condivisa con gli operatori del settore, per segnare la fine della stagione dei tagli e l’inizio di quella degli investimenti, partendo dalla centralità del paziente e del suo diritto alla cura.
È, dunque, arrivato il momento di investire nella sanità pubblica perché quest’ultima rappresenta la più grande conquista sociale di un paese veramente democratico: l’investimento non implica solo impegni finanziari, ma risorse umane, idee, modelli innovativi, ricerca… Il tutto con il fine di rilanciare e dare vigore ad un servizio pubblico che sia davvero equo e universalistico. Oggi abbiamo il dovere di metterlo in salvo per garantirlo alle future generazioni.
Mi chiedo, quindi, se vogliamo davvero dedicare alla sanità italiana l’attenzione che merita. Ebbene, Ministro, scrivo a Lei, la più alta carica della Sanità taliana, il nostro primo difensore e rappresentante nelle istituzioni, per ricordare a tutti che la
Sanità è un mondo complesso, variegato, fatta non solo degli operatori sanitari in senso stretto (medici, infermieri, OSS, tecnici di laboratorio, di radiologia, ecc.), quelli che incontriamo con i camici in ospedale, ma di tante professionalità (personale tecnico, professionale e amministrativo) che pure, in questi giorni di grave emergenza sanitaria, dietro le quinte, continuano con senso di responsabilità a lavorare per continuare le procedure di assunzione, gli approvvigionamenti di farmaci e presidi, per inserire i turni, per pagare gli stipendi, preparare le pensioni, per garantire i servizi di manutenzione nei reparti ospedalieri, per pagare le fatture, ecc…
Continuerò ad insistere con tutte le energie di cui dispongo affinché sia riconosciuto il ruolo di centralità alla sanità tutta. Caro Ministro, con questa mia lettera voglio ricordarLe che i nostri incarichi di funzione, quelli, per intenderci, dei coordinatori e delle posizioni organizzative, sono i e meno remunerati di tutta la contrattazione collettiva nazionale, nonostante siano in numero molto esigui perché legati agli standard strutturali; il nostro straordinario ha un importo orario imbarazzante; gli stipendi del personale del comparto non sono adeguati al rischio connesso alla funzione specifica e alle professionalità espresse; il nostro contratto della Dirigenza APT (amministrativa, professionale e tecnica) è l’unico a non essere ancora stato rinnovato per il triennio
2016/2018; gli spazi di assunzioni nelle aziende sono risicati, a volte ridicoli per i fabbisogni, le indennità di rischio sono da rivedere per tutto il personale della sanità. In particolare, in questo momento, bisogna pensare agli operatori, spesso privi di adeguati DPI e congrue procedure di formazione, informazione ed addestramento in materia di salute e sicurezza, che, con grande senso di responsabilità, stanno mettendo a repentaglio le proprie vite e la salute delle proprie famiglie per dare risposte a tutta la popolazione. E’ il caso di ricordare, purtroppo, che la nostra sanità sta registrando un elevato e inaccettabile numero di vittime imputabili prioritariamente alla cattiva
organizzazione nella gestione dell’emergenza Covid-19. E potrei continuare …
E’ ora di pensare seriamente a valorizzare tutte le forze in campo, perché sono funzionali allo scopo pubblico di rendere salute all’utenza. Sarebbe quindi giusto, in questo momento, in cui, scosse le nostre coscienze, abbiamo preso consapevolezza dell’importanza del comparto sanità, adottare un provvedimento legislativo, di Sua iniziativa, che preveda percorsi di valorizzazione delle risorse umane, di progressione di carriera ad hoc, speciali, come speciale è il ruolo cui sono chiamati i professionisti della sanità. Encomiabile il tentativo del Ministro Madia di rilanciare la Pubblica Amministrazione! Ma noi non siamo semplicemente “una pubblica amministrazione”, siamo aziende e, come tali, dovremmo poter avere gli strumenti normativi che ci consentano di accaparrarci le migliori professionalità sul mercato senza passare necessariamente attraverso le procedure concorsuali (che spesso dopo un anno vanno deserte!), per acquistare i beni che ci occorrono nei reparti, per valorizzare, premiare e assicurare carriera a chi già sul campo ha dimostrato il suo valore, senza il necessario vincolo dell’evidenza pubblica. Dovremmo avere deroghe speciali, procedure ad hoc per il reclutamento del personale e l’ approvvigionamento di beni e servizi, che consentano, in piena legalità, di far fronte alle emergenze ed ai fabbisogni dell’utenza. Dovremmo poter costruire i nostri reparti in modo snello e veloce.
La sanità pubblica soffre da anni una gravissima carenza di risorse umane, che, se oggi misuriamo in modo evidente sui numeri dei profili sanitari, sono ancor più gravi nei ruoli tecnico, professionale e amministrativo, che, per troppi anni hanno (giustamente) dovuto cedere le poche risorse disponibili al personale sanitario.
Concludendo, Ministro, è giunta l’ora di fare scelte coraggiose: la sanità pubblica ha urgente bisogno di misure straordinarie, eccezionali, chiare, mirate, misure che, spero di aver dimostrato, sono assai diverse da quelle delle altre “pubbliche amministrazioni”. Davanti a noi ci sono ancora giorni difficili, ma insieme, uniti, sono convinta che ce la faremo.
Nella speranza che questa mia lettera giunga direttamente alla Sua attenzione e che Lei, comprendendo le mie preoccupazioni e condividendole, si impegni ad adottare nell’immediato atti concreti ed efficaci che riescano a restituire un po’ dell’antico lustro alla nostra smarrita e timida sanità.
Le porgo rispettosi saluti.