Cup regionale e servizi sanitari, Summa (Cgil Basilicata): “Basta con lo spreco di fondi pubblici e con il business delle esternalizzazioni”. Di seguito la nota integrale.
“Un mare di denaro tra appalti e affidamenti spesi negli ultimi venti anni per la gestione in outsourcing, l’efficientamento e la digitalizzazione dei servizi sanitari, in particolare il Cup e il fascicolo sanitario elettronico, con il risultato che è sotto gli occhi di tutti i cittadini lucani: inefficienza, disagi, obiettivi mai raggiunti”. È quanto afferma il segretario generale della Cgil Basilicata, Angelo Summa, rispetto alle ultime notizie della Regione Basilicata sulla prenotazione delle prestazioni sanitarie dopo la denuncia del sindacato delle lunghe liste di attesa e dei disagi creati dal Cup.
“A oggi – continua Summa – persistono le enormi difficoltà per la prenotazione e il pagamento delle prestazioni sanitarie, difficoltà determinatesi dopo lo switch alla nuova piattaforma informatica in uso al Cup: cittadini costretti ad attese estenuanti a telefono o, peggio ancora, presso le casse delle strutture sanitarie, talvolta costretti persino a rinunciare alle visite per l’impossibilità di pagare o prenotare e di dover, per necessità, ricorrere al privato. I servizi legati al fascicolo sanitario elettronico, nemmeno a dirlo, per lo più non realizzati o mai usciti dalla fase della sperimentazione, iniziata oltre 15 anni fa. Il tutto con un dispendio enorme di risorse pubbliche e il fatto incontestabile che i cittadini lucani vengono penalizzati sia come utenti che come lavoratori. Se, infatti, da un lato persistono le difficoltà per i cittadini sul fronte dei servizi del Cup, dall’altro sono i lavoratori addetti a quei servizi a caricarsi del peso delle inefficienze, dovendo gestire, oltre ai carichi di lavoro, le comprensibili lamentele dell’utenza e trovandosi, da anni, in una situazione di precarietà legata ai continui contenziosi sugli affidamenti.
La piattaforma per le prenotazioni on line, il cui ripristino è stato oggi annunciato – continua Summa – è un servizio già disponibile da tempo ma di scarso utilizzo sia per il numero limitato di prestazioni prenotabili, sia per la procedura non semplicissima, soprattutto per una popolazione anziana come quella lucana. Il Cup vive una fase di grande difficoltà a causa della nuova procedura in dotazione agli operatori, che causa disservizi e rallentamenti. Il fascicolo sanitario elettronico, strumento utilissimo e indispensabile in una prospettiva di sempre maggiore digitalizzazione della pubblica amministrazione, è praticamente inesistente. Eppure si tratta di servizi fondamentali in un’ottica di efficientamento della sanità.
Ma il silenzio della politica regionale su questi temi, ormai da anni – chiosa Summa – è assordante, rotto solo dagli annunci. Più che annunciare, però, sarebbe il momento di decidere. Spetta ai decisori politici trarre un bilancio sui risultati delle esternalizzazioni degli ultimi vent’anni nei servizi sanitari in Basilicata – a oggi utili solo al profitto dei privati – e trarre l’inequivocabile conclusione che forse risultati migliori potrebbero essere raggiunti percorrendo altre strade, come fatto in altre regioni, a partire, ad esempio, dalla vicina Puglia che ha internalizzato servizi e lavoratori, con un minor dispendio di risorse e creando in aggiunta ulteriori posti di lavoro (si pensi all’enorme lavoro di data entry da svolgere per la messa in opera del fascicolo sanitario).
Sarebbe il caso di fermarsi e fare un bilancio – conclude il segretario della Cgil lucana – magari chiedendo conto delle responsabilità e dei disservizi e provando ad avere il coraggio di assumere decisioni che possano determinare un futuro diverso per i cittadini e per i lavoratori”.
Potenza, 22 aprile 2022