“Abbiamo appreso dai giornali che l’utente che si rivolge al CUP (Centro unico di prenotazione) chiedendo di prenotare una visita cardiologica con ecg se non vuole aspettare i tempi lunghi della tradizionale lista di attesa viene indirizzato da uno specialista convenzionato di Bernalda. Poiché come Sanità Futura, insieme alle altre organizzazioni della sanità privata lucana, da molto tempo, abbiamo chiesto che il CUP, come accade in gran parte delle regioni italiane, comprenda anche le prestazioni erogate dalle oltre 60 strutture della sanità privata, proprio con l’obiettivo di abbattere le liste di attesa, vorremmo capire come stia procedendo l’ASM”. A sostenerlo è Giuseppe Demarzio, presidente di Sanità Futura, aggiungendo che “anche la notizia secondo cui al centralino CUP si riferirebbe che non ci sarebbero nel Materano centri privati convenzionati per alcuni esami diagnostici richiede immediate precisazioni”.
“Ci risulta che nelle scorse settimane da parte dell’ASP si sia attivata la richiesta di mettere in rete CUP le nostre strutture anche se – aggiunge Demarzio – dobbiamo registrare ancora una situazione che solo elegantemente potremmo definire di incomprensione e quindi sinora non c’è ancora alcun seguito operativo. Ma dall’ASM non abbiamo avuto segnali in proposito”.
Demarzio ricorda che l’Asm nel 2011 su un costo complessivo di prestazioni pari a poco più di 12,5 milioni di euro a cui aggiungere 1,7 milioni circa di ticket ha incassato circa 3,2 milioni di euro per prestazioni erogate ad utenti di altre Regioni a cui aggiungere circa 500 mila euro di ticket.
Partendo da questi dati Sanità Futura – spiega il presidente – rilancia il Progetto “Vieni a curarti in Basilicata” che vede protagoniste strutture pubbliche e private, specie quelle localizzate in aree di confine con Puglia, Campania e Calabria, già svolgere una rilevante funzione di “attrazione” di utenti extraregionali. Per dare qualche altro dato: il numero di prestazioni di cittadini provenienti da altre regioni nel territorio dell’Asm è stato lo scorso anno di 78.589 (27.942 impegnative), di cui 44.360 hanno interessato calabresi, 30.855 pugliesi e persino 663 lombardi. Solo nel comparto radiologia il totale delle prestazioni fuori regione ammonta a poco meno di 3 milioni di euro (oltre a 500 mila euro di ticket) su un totale di 5,3 milioni di euro.
Dunque – aggiunge Demarzio che ha sollecitato un incontro con i D.G. di Aziende Sanitarie e Dipartimento Regionale Salute per risolvere una volta per tutte i problemi di natura informatica che ostacolano l’inclusione delle strutture della sanità privata nel CUP – nelle fasi di ristrettezza economica tutti dovremmo sentire il dovere di ottimizzare gli sforzi evitando l’errore di tagliare in modo indiscriminato ma anzi scegliendo di investire nei punti di efficienza soprattutto se tali scelte attengono più ad una questione di rimodulazione delle regole che non all’impatto sulla spesa pubblica, che sarebbe minimo. Tali scelte devono esser fatte proprie dalle strutture sanitarie accreditate, che già sono pronte a fare la propria parte, ma senza l’apertura del governo regionale rischierebbero di rimanere congelate allo stadio delle tanto ripetute buone intenzioni. Oggi è concreta la irripetibile possibilità di approfittare dell’attuale momento di crisi per costruire meccanismi virtuosi per il futuro.
Quello che assolutamente non si deve fare – afferma il Presidente di Sanità Futura – è porre nuovi ostacoli burocratico, normativi, procedurali per ridurre l’utenza extraregionale, come accade con il superticket e imponendo prescrizioni di prestazioni solo ed esclusivamente da parte di medici specialistici.
La sanità privata di questa Regione ha da tempo indicato alcune strade per risolvere alcune ataviche questioni e migliorare in termini sistemici le situazioni di spreco. Per noi quella di assicurare una reale, sana ed efficace competizione tra le strutture esistenti è una ricetta tanto semplice quanto per niente attuata, eppure lo imporrebbe la legge ma soprattutto lo impone il buon senso. Gli effetti positivi sarebbero altrettanto semplici nel settore della salute pubblica: la maggiore distribuzione territoriale, il miglioramento dei servizi erogati, la creazione di nuovi posti di lavoro, la diminuzione del saldo passivo verso le altre regioni.
Speriamo che quanto esposto in questo articolo diventi operativo il prima possibile. A me è capitato di dover richiedere una prestazione diagnostica presoo l’ospedale di Matera e sentirmi dire che la prima data utile sarebbe stata dopo sei o nove mesi. Paradossalmente, contattando centri diagnostici privati della stessa città di Matera, ma convenzionati col Servizio Sanitario Nazionale, la stessa prestazione è stata possibile effettuarla dopo una o due settimane circa.
Dal momento che nell’articolo si parla anche di ticket, chiedo perchè presso le casse dell’ospedale di Matera non è ancora possibile pagarlo con la moneta elettronica, cioè carta di credito e pagobancomat? O addirittura online? come avviene presso le ASL del nord, a titolo di esempio http://www.ausl.re.it/Home/News.aspx cliccando a destra su “Pagonline” si accede a https://www.pagonlinesanita.it/index.htm che permette di effettuare il pagamento della prestazione 24 ore su 24 e 7 giorni su 7.