“In testa alla classifica delle criticità segnalate dai cittadini, secondo i risultati della 17° edizione del Rapporto PIT Salute “(Sanità) in cerca di cura”, presentato due giorni fa a Roma dal Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva, ci sono le difficoltà di accesso alle prestazioni sanitarie più volte segnalate, in ultimo con la mozione “la sanità lucana by night”. Tra le tante difficoltà i lunghi tempi di attesa continuano a rimanere in vetta alle preoccupazioni dei cittadini: a lamentare le liste di attesa è il 58,5%, quasi ugualmente ripartite fra esami diagnostici (34,1%), visite specialistiche (31,4%) e interventi chirurgici (27,1%)”.
E’ il commento del capogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale Michele Napoli riferendo che, nella classifica dei tempi di attesa per esami diagnostici, al primo posto figura la mammografia per la quale si può aspettare fin a 14 mesi. Ma non va meglio per Moc o Tac, le cui attese arrivano ad un anno. 11 mesi sono invece i mesi per una Colonscopia, 10 per l’Ecodoppler, 9 mesi per Risonanza magnetica, Ecocardiogramma/Elettrocardiogramma e otto mesi per un’Ecografia.
Quanto alle visite specialistiche, i tempi si allungano: 20 mesi per una visita psichiatrica, 9 una visita Oculistica, 7 per quella cardiologica e ortopedica, 6 mesi per l’oncologica, sino a due anni per un intervento di ernia discale o un intervento alle varici ed 1 anno per una protesi alle ginocchia.
Una situazione che si registra da tempo in Basilicata dove, nell’anno 2012, il dato medio della degenza preoperatoria è di 2,22 giorni contro un dato medio nazionale di 1,81 giorni e secondo il ‘Rapporto annuale sull’attività di ricovero ospedaliero – S.D.O. 2012’, redatto dal ministero della Salute, sempre nell’anno 2012 sono stati riscontrati valori elevati di alcuni indicatori di rischio clinico, tra questi quello relativo alle infezioni post-chirurgiche, la cui incidenza è quasi il doppio rispetto a quella registrata in media in Italia.
Tutto ciò rilancia la mia proposta di implementare modelli organizzativi che consentano di ridurre i tempi della degenza media preoperatoria, sviluppando il cosiddetto Day Surgery che può essere applicato, già oggi, a più del 60% di tutti gli interventi chirurgici con vantaggi tanto per il paziente quanto per il sistema sanitario regionale.
Inoltre – aggiunge Napoli – abbattere le liste di attesa è possibile tenendo aperti ambulatori pubblici e privati accreditati, fino alle ore 20.00 e nei fine settimana, come avviene in altre Regioni tra cui la Puglia. E per farlo potrebbero utilizzarsi, questa volta si, le royalties. Con un utilizzo delle stesse che miri al miglioramento del servizio sanitario e non per ripianare il deficit. Con un obiettivo chiaro: favorire un modello sanitario che, sotto il profilo organizzativo e gestionale, risulti moderno, funzionale ed attento alle esigenze dei cittadini”