La “fotografia” che ci consegna l’Istat riferita alle prestazioni ambulatoriali e specialistiche erogate in Basilicata lo scorso anno sollecita l’assunzione di responsabilità da parte di Regione, Asp, Asm, A.O. San Carlo e di tutti i soggetti in campo perché il calo del 50,8 per cento rispetto all’anno precedente (da 8.550 del 2019 a 4.209 del 2020) mette in discussione la tutela della salute dei cittadini. E’ quanto sostiene Sanità Futura, associazione delle strutture sanitarie private accreditate di Basilicata, sottolineando che l’Istat evidenzia che tra tutte le regioni italiane la riduzione più forte delle prestazioni si registra in Basilicata, a fronte di una diffusione del COVID-19 tra le più basse del Paese (almeno nella prima ondata), mentre in Lombardia, la regione più colpita nella prima fase, la riduzione è stata pressoché identica a quella media nazionale. Il minor accesso alle prestazioni ha riguardato in eguale misura uomini e donne; ci sono invece differenze per fasce di età: quella pediatrica è la più coinvolta, con un calo del 33 per cento, seguita dagli adulti tra i 35 e i 54 anni (-22 per cento). Per le altre età la riduzione è compresa tra il 18 e il 22 per cento. L’intensità del fenomeno varia anche in funzione del tipo di prestazione. In particolare, i cali maggiori hanno riguardato le componenti della terapeutica (-75,4%), riabilitazione (-67,1% ) e delle visite (-65,4% ). Molto pesante anche il calo di prestazioni nella diagnostica (-59% in Basilicata) che incide notevolmente sulla prevenzione. L’erogazione di alcune analisi strumentali (TAC, risonanze magnetiche e biopsie) e prestazioni di cura urgenti (dialisi e radioterapia), annoverabili tra quelle indifferibili, cioè erogate in favore di pazienti con gravi patologie o per i quali sarebbe stata necessaria una diagnosi precoce e tempestiva, rappresenta un campanello d’allarme.
Per Sanità Futura, se non ci fosse stato l’apporto significativo delle strutture sanitarie private accreditate che sin dall’emergenza pandemia più acuta con i lockdwon e le “zone rosse” ad oggi non hanno mai fatto mancare servizi e prestazioni ai cittadini, la situazione di prestazioni e servizi negati sarebbe sicuramente ancora peggiore. Ci sono poliambulatori, laboratori di radiologia e di analisi, centri specializzati in FKT – dice il presidente Giuseppe Demarzio – che non hanno mai chiuso e mai interrotto l’attività, contribuendo in maniera puntuale ed efficace ad alleviare le liste di attesa accumulate involontariamente dalle strutture pubbliche del Servizio Sanitario Regionale. Per questo dopo le recenti deliberazioni di Giunta Regionale che sono di fatto un primo riconoscimento dell’impegno e del lavoro svolti negli ultimi 16 mesi dalla specialistica ambulatoriale – aggiunge – chiediamo di fare di più confidando nella collaborazione positiva costruita con il Governo Regionale. Riteniamo opportuno che Regione ed ASL predispongano cautelativamente ed in fretta un piano di continuità e compensazione anche per il 2021, per affrontare con sicurezza quel che ancora non è prevedibile, proteggendo comunque i cittadini dalle patologie diverse dal Covid. Superare le liste di attesa e quindi recuperare i ritardi accumulati diventa possibile attraverso una più efficace sinergia pubblico-privato accrescendo prestazioni e servizi che le strutture private accreditate, come hanno ampiamente dimostrato nell’emergenza Covid, sono in grado di assicurare. Chiediamo solo – dice ancora Demarzio – di essere messi nelle condizioni di poter svolgere il nostro compito di aiuto al Servizio Sanitario Regionale e quindi agli utenti lucani e, contando sulla sensibilità dimostrata proprio con i recenti provvedimenti, confidiamo nell’attività del Presidente Bardi e dell’Assessore Leone, consapevoli dell’urgenza degli interventi da adottare per ridurre da subito le liste di attesa che richiedono tempi ristretti, tenuto conto dell’evoluzione della pandemia e quindi della necessità di intensificare le cure no Covid.
Lug 12