Il responsabile del movimento politico “Cristianamente riprendiamo a dialogare”, Antonio Melfi, interviene sul demansionamento progressivo dell’ospedale di Tricarico. Di seguito la nota integrale.
A proposito della situazione di “decadenza” incalzante in cui versa l’ospedale di Tricarico, spiace dovere constatare che noi l’avevamo detto, e pochi, o nessuno, ci ha sostenuto. Forse perché ancora non è chiaro, in questo paese, che ci sono battaglie da affrontare e da condividere insieme, a prescindere da chi le avvii.
Il gruppo consiliare CRD, legislatura 2019/2022, ha più volte interrogato il sindaco e l’assessore al ramo in merito a: laboratorio di analisi, servizio di radiologia, reparto di lungodegenza, polo riabilitativo Don Gnocchi.
Ma non ci sembra di ricordare che qualcuno ci abbia sostenuto, né dall’interno della struttura ospedaliera, né dall’esterno, dal campo civile e politico. Abbiamo addirittura richiesto la convocazione di un consiglio comunale aperto per discutere di un unico argomento, per l’appunto l’Ospedale di Tricarico e le criticità rilevate: ma non ci sembra di ricordare che vi abbiano partecipato cittadini, impegnati a vario titolo nella società civile o proiettati ad esserlo nel prossimo futuro, non appena si tornerà alle urne.
Una menzione speciale va riservata all’allora assessora alla sanità, dott.ssa Teresa Carbone, all’epoca dei fatti per giunta dirigente biologa proprio nell’ospedale di Tricarico. Ebbene l’ormai ex-assessora ebbe a dire che era tutto sotto controllo, che nessun reparto sarebbe stato demansionato, che l’attenzione dell’ormai ex (anche lui) assessore regionale alla sanità, Rocco Leone, per Tricarico, era costante e direzionata a mantenere, se non a potenziare, i servizi esistenti.
Ancora: in un’ultima interrogazione da parte dell’ex presidente del gruppo di minoranza CRD, Antonio Melfi, la ex assessore Carbone Teresa rispondeva che il laboratorio d’analisi avrebbe avuto una nuova prospettiva funzionale, anche alla luce di una strumentazione tecnologica all’avanguardia che avrebbe svecchiato l’esistente offrendo servizi ben più rispondenti alle esigenze di una utenza circondariale.
Da ultimo la dott.ssa Carbone, nel comizio di addio stante lo scioglimento del consiglio comunale, si dette onore e vanto di avere fatto “imbiancare” le pareti della sala prelievi “per renderla più accogliente”. Ci si chiede: per accogliere chi e cosa?
Oggi apprendiamo con disagio ed amarezza che tutto quanto affermato dagli ex amministratori pare sia svanito: pare che il laboratorio di analisi sia quasi in dismissione, ed è forse per questo motivo che la stessa dottoressa Carbone Teresa ha cambiato sede di lavoro, e come lei diverse altre professionalità.
E dunque è indispensabile fare fronte comune per avere risposte da chi di competenza, in primis dai vertici dell’ASM, senza paventare scenari complottistici e senza utilizzare il tema “ospedale” per ritornare in pista (o forse, meglio, in lista).